Promosso da NISB, intende moltiplicare gli effetti virtuosi dello sviluppo sostenibile anche a livello aziendale, così da centrare gli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite
La sostenibilità in azienda passa anche dalla volontà di fare rete con altre società che portano avanti determinati valori riguardanti l’attenzione ai dipendenti, al modo di generare profitto, all’impatto sul territorio. Si tratta delle società benefit, realtà che hanno nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, la finalità di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Alcune di queste intendono raccordarsi ad altre realtà del territorio in modo da moltiplicare gli effetti virtuosi della propria attività. Da qui prenderà vita a Sassuolo il primo distretto Benefit d’Italia, che intende coinvolgere non solo le società benefit del territorio, ma anche le realtà aziendali che vogliono intraprendere questo percorso e unire le forze con quelle già presenti. Il progetto nasce per volontà dell’associazione NISB – Network Italiano delle Società Benefit e attecchisce in uno dei distretti produttivi italiani più importanti al mondo, con una storia ultracentenaria, oltre che un riferimento su scala globale per la produzione delle piastrelle in ceramica.
Sostenibilità in azienda: le società benefit e la volontà di fare rete
Le società benefit sono quelle realtà societarie che nell’ambito delle attività del proprio business, accanto alla generazione di utili per i soci intendono generare benefici anche per la comunità con la quale hanno relazioni, trovando un equilibrio tra queste due tipologie di impegni. La legge denomina queste ultime tipologie di attività “benefici comuni” e i destinatari sono i dipendenti, la comunità locale, l’ambiente.
L’Italia è il primo Paese in Europa e tra i primi al mondo ad aver introdotto la forma giuridica delle società benefit. L’impresa che vuole trasformarsi in Società Benefit (SB) dovrà modificare lo Statuto con un atto notarile e inserire questi “benefici comuni” fra gli scopi della stessa. Avrà l’obbligo di redigere annualmente e di pubblicare la “Valutazione d’impatto”: è un report nel quale l’azienda dà conto degli effetti (l’impatto, il cambiamento) che, attraverso i benefici comuni generati, essa avrà prodotto sui destinatari degli stessi.
«Nella sostanza è la traduzione in pratica, formalizzata con impegno contratto davanti a un notaio, di quello slogan antico che proclamava “il ruolo sociale dell’impresa”: l’attenzione dell’impresa al contesto sociale con cui essa ha a che fare, includendovi ovviamente anche l’ambiente», illustra Giuseppe Bruni, presidente NISB. «Se questa è la caratteristica della società benefit, viene da sé che essa agisce in solitaria, da un lato ha comportamenti che confliggono intimamente con lo spirito della scelta benefit che, di per sé, porta attenzione agli altri (i destinatari dei benefici comuni), dall’altro si condanna alla marginalità, a rendere solo parzialmente utile ciò che fa». Se, invece, essa riesce a raccordarsi ad altre società benefit di quel territorio non potrà che moltiplicare gli effetti della sua azione “benefit”. Lo stesso vale per raccordi di filiera.
Da qui nasce l’impostazione del Network Italiano delle Società Benefit (NISB) cui aderiscono numerose società di questo genere e che ha per compito, appunto, quello di mettere in rete, collegare, le realtà per potenziarne sia le attività benefit sia quelle collegate ai rispettivi business. «La creazione di raccordi locali fra società benefit per ambiti territoriali definiti (i Distretti Benefit, appunto) costituisce la modalità pratica attraverso la quale il Network facilità queste aggregazioni per quelle finalità», specifica Bruni.
Il primo distretto benefit d’Italia nasce a Sassuolo
Alcune società benefit di Sassuolo e dintorni hanno scelto per queste ragioni di dar vita al primo Distretto Benefit in Italia. «È un territorio molto caratterizzato per lo sviluppo di un alto senso sociale nella popolazione e fra le imprese e, generalmente, con una forte interazione fra imprese e istituzioni locali». NISB ha organizzato un evento a primavera per dare forma a questa attenzione al sociale: l’attiva partecipazione in quell’occasione del Comune di Sassuolo, della Unione dei Comuni delle ceramiche (e della Ferrari) e della Regione Emilia-Romagna ha confermato questa vocazione.
«Per dare poi a tale iniziativa una concreta continuità si è deciso di strutturare il tutto in un progetto che si estrinsecherà in una serie di iniziative tese a favorire la trasformazione in società benefit di quelle imprese che lo vorranno e a supportarne il coordinamento dei benefici comuni con le esigenze di quel territorio d’intesa con le Istituzioni locali», spiega il presidente NISB. Il progetto è stato denominato “Essere Benefit. Insieme” ed è nato dall’idea di Lapo Secciani, giovane imprenditore sassolese e socio del Network Italiano delle Società Benefit.
Il progetto sarà seguito da un pool di consulenti esperti nelle SB, in cultura e design della sostenibilità, in rendicontazione integrata, organizzazione aziendale, business coaching, mindfulness, gestione e finanza per l’impresa. “Il percorso parte dall’acquisizione della consapevolezza di cosa significhi diventare società benefit, e quali siano i passi da compiere – rileva Bruni –. Ma il grande valore di questo progetto risiede nel far dialogare fin da subito le imprese e il territorio in modo da mettere in atto partnership che creino un reale valore per la collettività, perseguendo, primo fra tutti, l’obiettivo 17 dell’Agenda 2030».
Il goal 17 ‘Obiettivo 17 intende promuovere e sviluppare i mezzi di attuazione del sistema creato con l’Agenda 2030 e rafforzare il partenariato tra tutti i portatori di interesse nel campo dello sviluppo sostenibile. Avviato il progetto, i cui destinatari sono gli imprenditori della zona compresa nell’Unione dei Comuni Distretto Ceramico, ora si porranno le basi del percorso formativo, aperto per chi vorrà comprendere di più, a partire da settembre. A ottobre, invece, una decina aziende saranno seguite dal team di esperti nel loro percorso condiviso.
Andrea Ballocchi