Wise Society : In un chip il futuro della tracciabilità di ciò che mettiamo nel piatto

In un chip il futuro della tracciabilità di ciò che mettiamo nel piatto

di Mariella Caruso
15 Maggio 2014

Presentata “Safety for food”, piattaforma tecnologica italiana sviluppata con il sogno di arrivare a una banca dati mondiale dei prodotti agroalimentari

Il sogno è dare un contributo importante alla nascita di una “banca dati mondiale” dei prodotti agroalimentari per tracciare l’origine di ogni cibo che arriva sulle nostre tavole. Un progetto ambizioso al quale Expo 2015 dedicato ai temi della nutrizione potrebbe fare da volàno vista la presenza a Milano, dal primo maggio al 31 ottobre 2015 dei rappresentati dei 147 paesi che hanno aderito alla manifestazione internazionale, della comunità scientifica e di una molteplicità di persone in grado di dare un contributo ad alcuni temi tra i più discussi degli ultimi anni: come sfamare la popolazione mondiale che cresce di due miliardi di persone ogni venticinque anni; come garantire la salubrità e la sicurezza del cibo; come garantire la sostenibilità della produzione agroalimentare mondiale.

FOOD SECURITY, FOOD SAFETY, nutrizione e sostenibilità sono le parole chiave di Expo2015. Entro il 2050 sulla terra saremo più di 9 miliardi e la produzione di cibo dovrà essere raddoppiata. Oggi l’agricoltura consuma il 38,6% suolo, le malattie infettive del bestiame fanno perdere il 20% delle produzioni alimentari di origine animale, la contaminazione da micro tossine fa perdere il 25% di produzione su base mondiale. «Per far fronte a queste problematiche l’integrazione dei saperi e delle competenze è l’unica strada», spiega il direttore dipartimento Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, Umberto Agrimi.

LA PIATTAFORMA TECNOLOGICA – Ad aiutare a progettare un nuovo sistema di tracciabilità dei prodotti agroalimentari potrebbe dare una mano “Safety for food”, nuova piattaforma tecnologica realizzata da Cisco Italia e Penelope Spa messa a disposizione come uno strumento di lavoro della comunità scientifica e giuridica internazionale. Presentata all’inizio di maggio al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, la piattaforma opera sulla tracciabilità «dal campo alla tavola» raccogliendo tutti i dati attraverso chip atti a trasmettere ogni informazione necessaria a un sistema che processa i dati rendendoli disponibili al produttore. Dai dati è possibile ricavare un’etichetta con un Qr Code dal quale è possibile risalire alla storia del prodotto. Dati che costituiscono il passaporto digitale del prodotto (la sperimentazione è stata fatta per la filiera vitivinicola, olearia, lattiero-casearia e della carne) e potrebbero confluire in quella “banca dati mondiale” dei prodotti agroalimentari sognata. Per questo il progetto ha già ottenuto il patrocinio gratuito del Mipaaf, dell’Agenzia per l’Italia digitale, di Expo 2014, del museo della Scienza e della tecnica di Milano e del Cnr. Quest’ultimo, in particolare, sarà un partner speciale per lo sviluppo di Safety for Food. Il dipartimento di Scienze bio-agroalimentari del Cnr diretto da Francesco Loreto, infatti, è al lavoro per elaborare una “carta costituzionale dell’agroalimentare” in dieci punti alla luce delle nuove emergenze identificate nei cambiamenti climatici, l’allungamento della shelf-life  alimentare, nel commercio di alimenti da paesi emergenti, nell’aumento delle intolleranze alimentari e delle infezioni in campo dovute alle norme restrittive in materia di antiparassitari e nel cambiamento delle abitudini per evitare gli sprechi alimentari. «L’origine dei prodotti non può essere trascurata, la nostra sfida è mettere tutti i paesi in condizione di poter riconoscere la qualità dei prodotti all’origine standardizzando internazionalmente i processi di sicurezza agroalimentare», hanno spiegato l’ad di Cisco, Agostino Santoni, e l’amministratore di Penelope, Francesco Marandino.

IL CONTRIBUTO DEL CNR – «Sono tre le fasi per arrivare alla redazione della “Carta costituzionale dell’agroalimentare”: la consultazione degli esperti per focalizzare i temi più importanti alla quale stiamo attualmente lavorando; la consultazione della comunità scientifica e la fase di divulgazione “social” e, infine, l’interrogazione dei paesi partecipanti e la ratifica della carta al termine di Expo 2015 per lasciarla in eredità ai paesi aderenti e a quelli che vorranno aderire», spiega Loreto che sottolinea come i «rischi alimentari potrebbero essere ridotti o subito individuati se ci fosse la possibilità di tracciare tutta la filiera».

NON SOLO SALUBRITÀ – Al tema della salubrità del cibo «occorre aggiungere anche quello del diritto al cibo per tutti», ha aggiunto Livia Pomodoro, presidente del Centro di diritto alimentazione nato per affiancare Expo 2015. «È importante – ha detto l’ex presidente del Tribunale dei Minori di Milano – cercare di evitare che si ragioni solo con l’ottica di una sola parte del pianeta e cercare di far sì che Expo 2015 lasci in eredità quando si chiuderà la piattaforma per una Convenzione mondiale per il diritto al cibo minimo e al cibo garantito che potrebbe essere ratificata prima dell’Expo 2020 di Dubai invitando a Milano per la firma tutti i paesi che vi aderiranno».

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