Wise Society : Il 60 percento degli italiani sostiene la green economy

Il 60 percento degli italiani sostiene la green economy

di Lia del Fabro
18 Aprile 2012

Gli italiani hanno meno fiducia nelle decisioni della UE, ma le idee chiare su alcuni temi chiave. Lo rivelano i dati di un recente sondaggio

Che cosa pensano gli italiani dell’Europa? E su quali politiche dovrebbe puntare la Commissione europea in questa fase di crisi economica? A queste, e ad altre domande, risponde il sondaggio Eurobarometro Standard 76 attraverso cui, la Commissione UE, a partire dal 1976, misura periodicamente gli umori del “popolo” europeo sui temi di maggiore attualità.

Quest’ultimo sondaggio, i cui risultati sono stati presentati a Roma il mese scorso, è stato sottoposto a novembre 2011 a 32mila i cittadini dei ventisette stati membri dell’UE e dei cinque Paesi candidati all’adesione (Croazia, Turchia, Islanda, Montenegro, Macedonia). I temi sotto esame, come è facile intuire in questo momento di difficoltà, sono quelli riferiti alla crisi economica e finanziaria, alle riforme del mercato del lavoro, alle politiche giovanili, alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale e infine alle azioni che l’Europa dovrebbe attuare da qui al 2020.

Crescono gli euroscettici

 

Un primo dato che sorprende: gli italiani, dopo tanti anni di europeismo convinto, si mostrano molto più euroscettici nei confronti dell’Unione europea. Questo è un elemento nuovo: oggi, il 34 percento degli intervistati non si identifica con Bruxelles e soprattutto con gli interventi messi in atto per uscire dalla crisi.

Di fronte ad un clima che rimane sostanzialmente ottimista nella media dei Paesi membri, da noi solo il 21 percento del campione ha risposto  che la strada intrapresa dalla UE pensa sia quella che ci porterà fuori dalle palude della recessione economica.

Il secondo dato significativo del sondaggio riguarda il livello di povertà degli italiani: l’11 percento confessa di trovarsi sempre in bolletta e di essere preoccupato di arrivare alla fine del mese, e il 46 per cento dichiara di essere di tanto in tanto in difficoltà. Praticamente metà degli intervistati è al di sotto o appena sopra la soglia di povertà. Afferma di non avere problemi il 39 percento del campione italiano, ma a livello europeo la percentuale media è ben più alta, arrivando al 57. A questo quadro si aggiungono le preoccupazioni per il lavoro dei più giovani, espresse da oltre la metà in modo uniforme da tutti i Paesi in cui si è svolto il sondaggio. Non stupiscono dunque le risposte degli intervistati quando si chiede di indicare le politiche che ritengono prioritarie per uscire dalla crisi.

Lavoro al primo posto

 

Una maggioranza schiacciante, il 72 percento degli intervistati del nostro Paese, pensa che l’Unione europea dovrebbe concentrare i propri sforzi sull’occupazione, in particolare giovanile.

L’azione sul mercato del lavoro dovrebbe puntare sulla promozione di istruzione e formazione per i lavoratori di tutte le età e aiutare chi voglia adattarsi a condizioni più flessibili di lavoro.

Per quanto riguarda il mondo delle imprese, le richieste riguardano in misura massiccia la sua modernizzazione attraverso la semplificazione delle procedure burocratiche che imbrigliano chi vuole avviare un’attività economica, la ristrutturazione dei settori in crisi e, un po’ a sorpresa per l’alto numero di consensi (60 percento), molti punterebbero volentieri su una scelta decisa a sostegno dell’economia verde.

Se vogliamo indicare i tre risultati che più colpiscono, tra i giudizi espressi dagli intervistati italiani, a fianco dell’euroscetticismo in crescita e della povertà diffusa, c’è proprio il dato relativo alla green economy.

Sensibilità ambientale in aumento

 

Nel nostro Paese sembra dunque che la sensibilità verso i temi ambientali e le possibilità di sviluppo prospettate da quella che a Bruxelles chiamano bioeconomy si stia facendo largo con forza, ritenendola un’opportunità nuova di occupazione e produzione.

Altre interessanti indicazioni sulle opinioni emerse dal sondaggio Eurobarometro Standard che ha indagato anche sui rapporti dei cittadini con i media: le informazioni sull’Unione Europea arrivano quasi sempre dalla TV, vista ogni giorno dall’83 percento del campione con punte del 90 percento per gli over50. Solo un terzo ascolta la radio, contro la metà europea e i lettori di giornali, in calo, rappresentano solo un quarto degli intervistati. Internet è invece utilizzato in numero crescente, quotidianamente dal 39 percento del campione, e sono soprattutto i siti di quotidiani e settimanali ad essere consultati per avere informazioni sull’Unione Europea.

Ma complessivamente, ed è questo il risultato più significativo, il 20 percento degli intervistati italiani confessa di non essere interessato a notizie sulle politiche europee. Il dato è in aumento, e doppio rispetto alla media degli altri Paesi: ci collochiamo all’ultimo posto dopo la Turchia (paese non aderente alla UE) quanto a sensibilità nei confronti delle informazioni che riguardano quanto si decide a Bruxelles. Anche questo conferma il momento di freddezza dei nostri concittadini nei confronti delle politiche della UE.

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