Wise Society : I rifiuti se li conosci, li usi

I rifiuti se li conosci, li usi

di Mariella Caruso
26 Novembre 2014

A Brescia la Cooperativa sociale Cauto recupera gli alimenti ancora in buono stato della Gdo e li trasforma in pasti per 70 enti di assistenza del territorio

A capo dell’officina meccanica della Cooperativa sociale Cauto di Brescia c’è un antropologo. Quello che potrebbe sembrare un nonsenso in realtà non lo è perché l’attenzione della cooperativa è puntata prevalentemente sulle persone. Nata ufficialmente a Brescia nel 1995 da un nucleo di giovani volontari che da quattro anni avevano avviato la cosiddetta “Dispensa Sociale”, ovvero il recupero sistematico di alimenti invenduti e scartati all’ortomercato per la distribuzione a scopo sociale agli enti benefici del territorio, oggi Cauto è diventata una rete con oltre 100 volontari in cui circa 300 lavoratori sono impegnati quotidianamente nello svolgimento di 25 differenti servizi: dalla raccolta rifiuti al giardinaggio.

LA VOCAZIONE DEL RECUPERO – Nonostante i tanti anni trascorsi dal quel 1991, però, i valori fondanti della cooperativa sociale non sono stati abbandonati. Vista la crisi imperante, lo speco e le crescenti difficoltà delle famiglie, anzi, il focus principale dell’associazione è tornato ad essere quello del recupero dei rifiuti e del cibo in ossequio alle teorie di quell’«economia circolare che l’Unione Europea indica come via maestra per la crescita di una società nella quale il rifiuto cesserà di esistere». In quest’ambito si inserisce il progetto Now, acronimo di No more organic waste, sviluppato con il contributo dello strumento finanziario Life dell’Unione Europea. «I rifiuti organici, se ben gestiti, producono vantaggi economici, ambientali e sociali», spiega la project coordinator Anna Brescianini tirando le fila del progetto sviluppato tra il 2011 e il 2014 che ha avuto come scopo il recupero di risorse alimentari dai punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata coinvolti come “donatori” dei beni non più commerciabili. Questi ultimi, nel progetto Now, non sono destinati alla redistribuzione agli indigenti, ma entrano a far parte di un circuito virtuoso che parte dalla loro trasformazione, a opera dei lavoratori della cooperativa Cauto, in pasti messi a disposizione delle associazioni che aiutano le famiglia in difficoltà.

BENEFICI PER TUTTI – I numeri del progetto Now, presentati nell’edizione 2014 di Ecomondo, parlano chiaro: 1.500 tonnellate di beni alimentari recuperati; 70 enti beneficiati; 5.000 persone a settimana beneficiate con i pasti realizzati con gli alimenti recuperati; 13 comuni coinvolti; 26 punti vendita della Gdo coinvolti; 12 nuovi posti di lavoro creati. E pure molte richieste di informazioni da parte di altri Comuni e cooperative interessate a replicare un progetto che porta benefici per tutti. A parte i benefici sociali della creazione di posti di lavoro all’interno della cooperativa d’inserimento lavorativo, infatti, c’è una riduzione dello spreco, un contributo alla riduzione della CO2 nell’ambiente per la minore quantità di rifiuti prodotti, una redistribuzione sociale di alimenti ancora in buono stato. I benefici si estendono anche alla Gdo che, con la donazione dei beni non più commerciabili, riduce i propri costi di smaltimento. «L’obiettivo della nostra adesione al progetto – spiega in maniera coerente Roberta Di Natale, direttore della Comunicazione e Sviluppo sostenibile di Auchan – non è quello di produrre eccedenze per aiutare il territorio, ma ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi».

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi:
Continua a leggere questo articolo: