Wise Society : I frutti tropicali adesso sono anche made in Italy

I frutti tropicali adesso sono anche made in Italy

di Mariella Caruso
27 Maggio 2015

La nuova sfida degli agricoltori è adattarsi ai cambiamenti climatici. In Sicilia c'è già chi coltiva avocado, mango e banane

Coltivare banane, manghi, avocado nel centro del Mediterraneo. Fino a qualche anno fa era solo utopia, oggi non più. Il cambiamento climatico in atto, che ha fatto alzare le temperature medie, sta modificando profondamente le colture. Se nella pianura padana, oggi, si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta; le vigne hanno trovato casa a 1200 metri di altezza nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta; e gli ulivi hanno fatto la loro apparizione sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese, dove in 30 mila metri quadrati di terreno crescono diecimila piante, al sud della Penisola gli agricoltori cominciano a sperimentare coltivazioni tropicali.

Un campionario dei nuovi frutti del cambiamento climatico, dalle banane coltivate a Palermo agli avocado del Giarrese, è in mostra a Expo nel padiglione della Coldiretti “No farmers no party”. Ma la coltivazione degli avocado in Sicilia risale a venticinque anni fa. «Produco e vendo almeno 5.000 chili di avocado all’anno», ci racconta Filippo Orto, agrumicoltore siciliano. «Tutto è cominciato qualche anno fa quando la mia attenzione fu attirata da un terreno tra Acireale e Giarre, nella quale crescevano un buon numero di piante di avocado – spiega Orto -. Era una piantagione abbandonata, ma molto rigogliosa». «Scoprii – continua l’agricoltore – che si trattava di un esperimento fatto dal proprietario di quel terreno che, venticinque anni prima, aveva piantato alberi di avocado per sperimentare nuove coltivazioni, e poi li aveva lasciati lì senza più curarsene».

Da lì il passo è stato piuttosto breve: verificata la qualità dei frutti, Filippo Orto, che coltiva i suoi agrumi a Paternò, decise di prendere in gestione quei terreni e, quindi, partì con la diversificazione delle sue coltivazioni. «È vero che pensare ad avocado siciliani, almeno all’inizio, potrebbe far sorridere, ma le cose stanno cambiando. Il microclima del territorio tra Acireale e Giarre, molto piovoso anche in estate, favorisce infatti la coltivazione di questo frutto», sottolinea l’agricoltore siciliano che, infatti, riesce a mettere sul mercato tutta la sua produzione saltando le filiere tradizionali. «Non mi rivolgo alla grande distribuzione, né al mercato ortofrutticolo – ammette -. Tutta la mia produzione di avocado, rigorosamente biologica, la distribuisco attraverso i Gas: le richieste arrivano in particolare dal Nord Italia dove il consumo di questo frutto tropicale è più diffuso rispetto a quanto accade in Sicilia». Anche con un positivo riscontro da parte dei consumatori. «Chi abitualmente mette a tavola l’avocado o lo utilizza per confezionare piatti, preferisce comprare il prodotto italiano invece di quello che arriva dall’estero», sottolinea ancora Orto.

E, visto il successo della coltivazione di avocado, l’agricoltore paternese, che distribuisce i suoi avocado da novembre a giugno, non si è fermato qua. «Assodato che il clima siciliano, visto il cambiamento in atto, ben si adatta alla crescita dei frutti tropicali, ho trasformato uno dei miei agrumeti in una piantagione di alberi di mango – conclude -. La raccolta del mango si fa durante il periodo estivo. In questo modo riesco ad alternare le due raccolte coprendo l’intero anno con una produzione diversa, inusuale e, almeno per il momento, con poca concorrenza».

Del resto, come spiega bene Coldiretti in uno dei padiglioni di Expo 2015 che non si è dimenticato del tema principale dell’Esposizione, l’agricoltura è impegnata nella sfida di trovare l’innovazione nella tradizione, cercando di ottenere il meglio dai mutamenti economici e climatici.

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