Wise Society : Ennio Doris: l’uomo delle sfide impossibili

Ennio Doris: l’uomo delle sfide impossibili

di Manila Alfano
1 Dicembre 2021

È stata una persona che ha lasciato il segno. Umile e visionario, capace di porre l'essere umano al centro in un ambito, quello bancario, molto particolare. A qualche giorno dalla scomparsa vogliamo ricordarlo nella sua umanità più profonda, di cui ci aveva fatto dono, con la generosità che gli era propria, in un'intensa intervista

Ennio Doris era nato povero e non se ne vergognava. Le sue radici ben piantate in quel profondo Veneto, onesto e lavoratore, gli sono servite per volare lontano. “Cosa rimane di quel ragazzino di Tombolo? I valori. Perché senza non avrei fatto niente”.  

Tre anni fa aveva accettato di raccontarci la sua storia per il libro “Sembrava impossibile. Da 0 a 100 storie di imprenditori di successo”, edito da Wise Society. “Nel titolo ci sono io, non c’è dubbio”. Lo disse con un sorriso pieno e bonario. “La mia storia dimostra che non importa quali carte ti dà il destino, ma con quanta fiducia vivi la vita”.

Ennio Doris

Ennio Doris (3 luglio 1940 – 24 novembre 2021), fondatore di Banca Mediolanum.

Ennio Doris: un uomo con la vocazione di vivere in mezzo alla gente

Avrebbe dovuto seguire la corrente, e come tutti quelli del suo paese, diventare mediatore di bestiame, il mestiere che faceva anche suo padre che poi era l’unico lavoro disponibile nella zona. Sembrava tutto già scritto e invece a dieci anni una malattia, una nefrite, gli aveva messo i bastoni tra le ruote. “Lo faccia studiare, suggerì il medico a sua madre. Il ragazzo è sveglio, ha bei voti. Vedrà che non se ne pentirà”.

Una scommessa che pesa come un macigno sulle spalle di una famiglia che già fa fatica ad arrivare a fine mese, figuriamoci a far studiare un figlio. Ma la scelta è fatta. “Per fortuna anche a casa nostra c’era uno zio ricco, il nostro si chiamava Battista. Mi regalò un suo vecchio vestito. Con quello ho fatto tutti i quattro anni di ragioneria, mia mamma e mia sorella lo hanno girato e rigirato e ricucito non so quante volte perché ormai la stoffa era lisa”.

I sacrifici ripagano e il diploma in ragioneria gli fa godere dei primi stipendi. “Che soddisfazione portare i soldi in casa, ripagare gli sforzi di tutti”. Lavora per otto anni come venditore porta a porta per la Banca Antoniana di Padova e Trieste. Il punto è che i suoi clienti non sono mai numeri, ma uomini e sacrifici, sono mediatori di bestiame come suo padre, come doveva diventare lui; un lavoro duro, senza orari. “E trovavano i nostri uffici sempre chiusi. Ma noi che conoscevamo i clienti e i loro problemi, non solo gli aprivamo la porta anche fuori orario ma andavamo direttamente a casa loro. Era così che la banca si muoveva, non restava immobile e impassibile davanti alle necessità della gente.

La sera quando finalmente erano a casa, io entravo per parlare con loro, per capire le esigenze, aiutarli e ascoltarli su come volevano investire i loro risparmi, frutto di un lavoro pesante”. Hanno facce e storie come quella di Antonio, il falegname che stacca a Doris un assegno da dieci milioni di lire e gli mostra i calli delle mani “Si ricordi che io sono una persona che non può permettersi di ammalarsi, altrimenti la mia famiglia non vive. Quindi se lei gestirà bene i dieci milioni tra 15 anni potrò avere una somma che mi consentirà di potermi ammalare”.

La mission di creare una banca diversa dalle altre

Diventa una missione, un patto di fiducia che non tradirà mai, nemmeno quando una delle peggior crisi finanziarie, quella del 2008 scatenata dal fallimento di Lehman Brothers mette in ginocchio clienti di mezzo mondo ma non i suoi che vengono rimborsati.

Interno libro Sembrava impossibile dedicato a ennio doris

Doris nel libro “Sembrava impossibile. Da 0 a 100 storie di imprenditori di successo” (2019, ed. Wise Society), dedicato alle storie di imprenditori che, partiti da zero, sono riusciti a creare grandi imprese, proprio come lui ha fatto con Banca Mediolanum. Il capitolo a lui dedicato, frutto di un’intensa intervista, mette in luce la grande umanità di un uomo visionario e al tempo stesso molto generoso.

“Banca Mediolanum è diversa e lo abbiamo dimostrato, Non è stato mica semplice, ma ci siamo riusciti. Abbiamo fatto una rivoluzione”. L’orgoglio negli occhi. Eccola l’etica applicata di Doris: “Una crisi può diventare anche una grande opportunità, è quello che mi ha sempre insegnato mio papà. C’è sempre un domani mi ripeteva nei momenti bui. Non ti abbattere mai Ennio; mi spronava. E ora toccava a me raccogliere quegli insegnamenti. Ho capito subito che dovevamo cavalcarla questa
crisi, era la nostra occasione per dimostrare con i fatti che i nostri clienti li avremmo sostenuti. Certo non è stato facile spiegarlo anche ai miei in azienda. C’era paura. Ma li ho convinti, e i risultati mi hanno dato poi ragione, la fiducia paga sempre”.

È la consacrazione dello slogan professato in tv nel celebre spot pubblicitario del 2000: c’è Doris che disegna un cerchio con un bastone e dice “Tutto intorno a te”. Ed è ancora ad Antonio che parla. Anche se intanto il patron è diventato enorme nei numeri e nelle classifiche di Forbes.

L’essere umano al centro, per sognare fino alla fine

Doris resterà per sempre il banchiere che è riuscito a innovare il concetto di banca in Italia, l’uomo che ha profanato il tempio mettendo il cliente al centro. Un rivoluzionario. Di più, addirittura un santo laico come ha detto Fedele Confalonieri nell’elogio funebre; perchè l’etica è stato il suo centro di gravità permanente, il suo cuore, l’eredità della sua famiglia.

Ennio Doris

Ennio Doris resterà per sempre il banchiere che è riuscito a innovare il concetto di banca in Italia.

“Da piccoli eravamo poverissimi ma felici perché al tavolo di quella cucina semplice e umile c’eravamo noi con la gioia e l’amore che hanno saputo trasmetterci i miei a me e a mia sorella. A quel tavolo abbiamo imparato tutto. I miei mi dicevano sempre: se fai una cosa, qualunque cosa sia, devi farla molto bene. Gli insegnamenti di mio padre e mia madre sono quelli che mi hanno fatto diventare grande davvero. Il resto in fondo veniva dopo, anche il freddo la mattina quando mi svegliavo per andare a scuola e dal soffitto scendevano dei piccoli ghiaccioli e mia mamma mi faceva scaldare i vestiti vicino alla stufa”.

Tre anni appena sono passati da quell’intervista, aveva voglia di raccontare, ma non di finanza, di numeri, di strategie. Voleva parlare delle sue passioni. Della bicicletta. “Sono le salite che ti insegnano a non mollare. Da bambino il giro d’Italia passava vicino a casa nostra e io li aspettavo dando la mano a mio padre”. Sentire sfrecciare accanto i ciclisti, sentirne lo sforzo. Il rispetto per la fatica, la conquista e il sogno. Gli occhi gli erano diventati lucidi: la bicicletta come metafora della vita. La sua, che noi ricorderemo per sempre.

Manila Alfano

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