Wise Society : Educazione finanziaria: così i giovani possono migliorare il rapporto con il denaro

Educazione finanziaria: così i giovani possono migliorare il rapporto con il denaro

di Lucia Fino
30 Ottobre 2021

La realtà in cui i ragazzi fanno acquisti e progetti è sempre più virtuale. E per i genitori non è sempre facile spiegare ai figli come gestire i soldi e imparare a risparmiare. Partendo dalla “paghetta” per arrivare a molto di più

Quanto sanno i ragazzi di soldi? E soprattutto sono in grado di utilizzare al meglio “paghetta” e risparmi in un mondo sempre più tecnologico in cui gli acquisti, anche per i più piccoli, passano spesso attraverso i device digitali? A queste domande ha risposto una ricerca recentissima che fa luce su come sta cambiando l’educazione finanziaria nelle famiglie italiane e perché diventerà sempre più importante in futuro.

Paghetta ed educazione finanziaria

Foto Shutterstock

La ricerca dell’Osservatorio sulle Giovani Generazioni di Flowe

Formare i ragazzi sui temi economici e finanziari è un aspetto dell’educazione a cui nel nostro Paese non si pensa spesso ma che diventa sempre più importante in un mondo “connesso” e digitale in cui il denaro diventa sempre più spesso virtuale e quindi anche, forse, più complesso da gestire. Una realtà totalmente diversa dal passato in cui ai genitori spetta il compito, non facile, di insegnare ai figli come usare al meglio i soldi di cui dispongono, che sono quelli della classica “paghetta”, e come iniziare a risparmiare.

Ma quale rapporto hanno i giovani con i soldi e come li usano? Alcune risposte importanti (e inaspettate) arrivano da una ricerca condotta da AstraRicerche per L’Osservatorio sulle Giovani Generazioni di Flowe, pending BCorp del Gruppo Bancario Mediolanum che mira a educare i giovani sui temi dell’innovazione e della sostenibilità economica e sociale.

Un mondo virtuale

Molta della vita dei nostri ragazzi passa attraverso i device tecnologici. È quello che può vedere qualsiasi genitore e che la ricerca dell’Osservatorio Flowe conferma, abbassando ulteriormente l’asticella dell’età in cui i più piccoli iniziano a interfacciarsi con il mondo virtuale. I bambini, secondo i dati raccolti da AstraRicerche, cominciano a utilizzare un device tecnologico molto presto: a 7,7 anni. Fino ai 9 anni il device più utilizzato è il tablet (72%), mentre via via che l’età cresce il preferito diventa lo smartphone che, a 16-18 anni, è usato praticamente da tutti (99% degli intervistati). Anche PC e computer sono sempre più spesso a disposizione degli adolescenti, in particolare per esigenze scolastiche.

Gli acquisti dei “nativi digitali”

Conseguenza logica del rapporto così precoce dei nativi digitali con i device è anche l’alta percentuali di acquisti in rete che i giovanissimi fanno. Cosimo Finzi, sociologo e ricercatore AD AstraRicerche nota come per i ragazzi i device “sono assolutamente naturali” e anche il gesto di comprare online “non comporta alcuna difficoltà”. È il motivo per cui già fra i 7 e i 9 anni il 21% accede all’e-commerce, percentuale che arriva al 76% dei 16-18enni. Lo shopping sul web ha più successo fra le ragazze, che arrivano al 48%, distanziando leggermente i coetanei maschi fermi al 40%.

Il dato più interessante però è che non tutti comprano insieme ai genitori: se il 66,5% , infatti, sceglie e quindi acquista oggetti e servizi con l’aiuto e la supervisione degli adulti c’è un 33,5% degli intervistati che dichiara di farlo in totale autonomia. Anche per questo cresce l’esigenza di strumenti sicuri per comprare che aiutino i più giovani a quantificare spese e risparmio e i genitori a monitorare le spese dei figli e aiutarli in una migliore gestione dei soldi.

Famiglia che fa shopping online

Foto Shutterstock

Il risparmio si impara in famiglia

Il risparmio e più in generale l’educazione finanziaria in Italia è un tema che si affronta in famiglia, non a scuola o in altri contesti. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Flowe lo ritiene un suo compito e se ne occupa il 67% dei genitori. Purtroppo l’Italia è ancora molto arretrata rispetto agli altri Paesi su questi temi, cruciali per un futuro sereno dei ragazzi perché chi non impara a le basi dell’educazione finanziaria nei primi anni avrà molta più difficoltà nelle sue scelte da adulto.

«Trovo che il tema dell’educazione economica e finanziaria sia il punto nodale sul quale concentrare le nostre riflessioni e le nostre azioni – afferma Oscar di Montigny, Presidente di Flowe – poiché non possiamo pensare di valorizzare gli asset finanziari delle giovani generazioni senza sviluppare costantemente il loro, ma anche il nostro capitale umano, cioè l’insieme di conoscenze, abilità, idee, aspirazioni ed emozioni che, permettendo loro di raggiungere obiettivi sociali ed economici, hanno poi naturali ricadute positive sull’intera collettività».

Tra i metodi di insegnamento vincono quelli tradizionali: spingere i bambini a porsi degli obiettivi di risparmio (66,8%), premiare con piccole somme il rispetto delle regole e il rendimento scolastico (65,8%) e parlare con loro della gestione del denaro. Le somme arrivano ai giovanissimi nella forma della classica “paghetta” (magari integrata da budget extra per le spese più importanti): è su quella che si basano le scelte dei figli in fatto di spese e di risparmio.

Il denaro è un argomento che imbarazza

In ogni caso il denaro è ancora per molti genitori un argomento difficile se non un vero e proprio “tabù”. L’imbarazzo che accompagna l’argomento soldi, già critico nella coppia, aumenta quando si innesta nel confronto con i figli come è stato messo in risalto anche durante l’incontro milanese sulla ricerca. Stefania Andreoli, psicoterapeuta, ha chiarito le ragioni più profonde di timori e reticenze.

«Si tratta di un discorso che i genitori evitano perché può produrre disagio e spinge ad ammettere le proprie debolezze o la propria impreparazione nel trattarlo insieme ai figli con autorevolezza. Nella realtà quotidiana deve essere inteso tra i temi presenti nell’attività educativa: oggi più che mai, tutto parla di denaro e sarebbe un grosso limite se a negarlo fosse proprio la possibilità di affrontarlo in famiglia come un aspetto dai connotati sì profondamente simbolici, ma nello stesso tempo concreto, oggettivo, pratico. Le famiglie possono inoltre chiedere aiuto e trovare anche enti esperti esterni affinché si costruisca una cultura della formazione finanziaria dei ragazzi».

Un aiuto dal digitale

Un aiuto può venire anche dalle carte prepagate più innovative. I ragazzi, infatti, utilizzano le carte prepagate ma in modo che spesso non coincide con quello che immaginano i genitori. Per i giovanissimi l’idea di carta prepagata è quello di un uso quotidiano, soprattutto online, mentre per i genitori questo tipo di carta “da ricaricare” resta più legata a episodi particolari, come un viaggio all’estero. Questo riflette anche quanto stia cambiando l’idea di denaro: sempre più immateriale per le giovani generazioni e forse anche per questo più difficile da gestire.

Per questo le carte prepagate di “ultima generazione” come la nuova Flowe Junior, pensata proprio per i ragazzi fra i 12 e i 18 anni, possono aiutare i genitori a monitorare le spese dei figli impostando limiti, blocchi e sistemi automatici di trasferimento del denaro e capire come e quando viene utilizzata la carta di credito. Ma non di solo controllo si tratta perché una carta prepagata sicura e pensata per i più piccoli può diventare un vero strumento finanziario, una guida per capire meglio il mondo del denaro. Attraverso la app della carta vengono infatti proposti ai ragazzi obiettivi di risparmio e un’analisi delle spese in versione semplificata più facile da comprendere. In più attraverso l’applicazione si possono raggiungere contatti sicuri e contenuti video differenziati a seconda dell’età. Insomma qualcosa in più di una semplice “carta” per pagare, piuttosto un mezzo multimediale per immaginare se stessi in un futuro migliore.

Un mezzo virtuoso perché rispetta le proprie risorse personali (fra cui il denaro) e quelle del pianeta perché rifiuta lo spreco ambientale (la carta Flowe Junior per esempio è carbon neutral e impegnata in progetti di riforestazione e di sostenibilità).

Flowe Junior

Immagine Flowe

Lucia Fino

 

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