Il social business fondato nel 2009 in Germania da Christian Kroll investe l'80% dei ricavi pubblicitari nella piantumazione di alberi in tutto il mondo
È possibile contribuire alla riforestazione del pianeta mentre si fanno ricerche su internet? Certo che sì, basta utilizzare il motore di ricerca giusto. Per tutti gli internauti dall’animo sostenibile, Ecosia è senza dubbio il metodo di ricerca sul web più indicato.
Cos’è Ecosia?
Il motore di ricerca Ecosia da più di 10 anni si pone lo scopo di piantare alberi con i suoi introiti pubblicitari. Funziona esattamente come Google ma, a differenza di quest’ultimo, ogni query diventa un azione green volta a rendere più verde la Terra.
Ideatore del motore di ricerca verde è Christian Kroll, studente di Economia a Norimberga che, a 25 anni, decise di viaggiare per il mondo cercando ispirazione per ideare un business con attenzione al sociale. Durante il suo viaggio, lo studente tedesco s’interessò di riforestazione e decise di avviare un progetto ecologico per la salvaguardia delle foreste.
Così Kroll, oggi amministratore delegato, nel dicembre 2009 a Wittenberg in Germania fonda, in associazione con Bing, Yahoo ed il WWF, Ecosia. All’inizio dell’avventura, non sono mancati i dubbi sull’anima green del progetto, anche per questo l’azienda ha da subito lavorato molto sulla trasparenza, pubblicando report mensilmente e ottenendo persino la certificazione di B-Corporation da da B Labs rilasciata alle aziende che rispettano alti livelli di sostenibilità ambientale e sociale.
Come funziona Ecosia?
Ma come funziona, nel concreto, Ecosia? Come tutti i motori di ricerca che permettono agli utenti di fare query sul web, anche Ecosia genera i suoi ricavi attraverso i proventi pubblicitari derivanti dai risultati di ricerca sponsorizzati: grazie ai click degli utenti, si genera un ricavo. L’80% dei proventi derivanti dalla pubblicità online, come dichiarato da Ecosia, sono destinati al sostegno di programmi di riforestazione.
Nei risultati di ricerca, inoltre, compaiono particolari link affiliati, detti Ecolinks, attraverso i quali è possibile generare vere e proprie donazioni, derivanti dagli acquisti online. Le aziende affiliate, ogni volta che viene effettuato un acquisto sul loro sito tramite ecolinks, donano a Ecosia fino al 5% del ricavo.
Rapporti finanziari trasparenti
Oggi l’azienda ha sede a Berlino e conta più di 7 milioni di utenti attivi. I dati sui fondi investiti sugli alberi piantati sono costantemente aggiornati e visibili sul financial report, accessibile a tutti gli utenti.
Il progetto, che in media finanzia un nuovo albero ogni 50 ricerche (in questo periodo addirittura un albero ogni 1,1 secondi) e ha progetti di riforestazione in Perù, Nicaragua, Tanzania, Indonesia, Burkina Faso e Madagascar, si pone l’ambizioso obiettivo di riuscire a raggiungere un miliardo di nuovi alberi nella foresta atlantica entro il 2020.
«Se pianti un albero – si legge sul sito – , puoi contribuire a combattere i cambiamenti climatici, a far ripartire il ciclo dell’acqua, a trasformare i deserti in foreste fertili e a fornire cibo, lavoro, educazione, assistenza medica e stabilità politica ed economica».
Un social business attento all’ambiente
Ecosia è quindi un “social business”: il successo si misura in base all’impatto positivo che si ottiene sulle persone e sull’ambiente. La sua missione è, quindi, quella di “coltivare concretamente un mondo più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”. «Per Ecosia – riporta, ancora, il sito – il benessere delle persone viene prima della massimizzazione del profitto. Crediamo che diversità, giustizia e pari opportunità siano le chiavi per la soluzione dei problemi mondiali più urgenti».
L’impegno per la sostenibilità di Ecosia non è solo legato ai fondi. Il motore di ricerca è carbon neutral, ovvero in grado di “neutralizzare” il 100% delle emissioni causate dai server, dalle infrastrutture necessarie al business, dagli uffici e dai dispositivi degli utenti attraverso progetti di compensazione del carbonio attuati dal partner myclimate. Oggi, insomma, si può essere attenti all’ambiente anche un semplice click!
Maria Enza Giannetto