Wise Society : Economia della ciambella per ridisegnare la nostra società

Economia della ciambella per ridisegnare la nostra società

di Valentina Neri
3 Aprile 2025

Cosa cambierebbe se l’economia puntasse al benessere delle persone e del Pianeta e non soltanto al Pil? Questo è il principio su cui si impernia l’economia della ciambella, teorizzata da Kate Raworth

Quando si può dire che un sistema economico funziona? La teoria economica tradizionale non ha dubbi su quale sia il parametro da osservare: la crescita. L’assioma è semplice: va tutto bene finché il prodotto interno lordo (Pil) aumenta; se invece questa crescita rallenta o addirittura si inverte, significa che c’è qualcosa che non va. A furia di perseguire questo unico e solo obiettivo, però, abbiamo perso di vista il benessere delle persone e del Pianeta. Ma un’alternativa esiste: si chiama economia della ciambella. Vediamo meglio cosa prevede e come si applica.

Economia della ciambella

Foto Shutterstock

I limiti della teoria economica tradizionale

L’approccio dell’economia della ciambella parte da una critica nei confronti della teoria economica dominante che ha scelto come metro del proprio successo il prodotto interno lordo, vale a dire il valore complessivo dei beni e dei servizi prodotti in un Paese in un determinato periodo di tempo (di norma un trimestre o un anno). In questa visione, la linea del Pil che va in avanti e verso l’alto è sempre e comunque l’obiettivo desiderabile e, di conseguenza, le scelte dei governi devono essere orientate in questa direzione, qualsiasi cosa accada.

Ma è proprio vero che il Pil equivale al benessere? Non sempre: anche un disastro naturale per esempio può avere come conseguenza un aumento del Pil, per via degli ingenti interventi di ricostruzione. Anche l’idea di una crescita illimitata si scontra con evidenti ostacoli: le risorse naturali si esauriscono e sfruttarle in modo eccessivo – nel caso per esempio dei combustibili fossili – può avere un impatto sul Pianeta ben più pesante e duraturo rispetto ai benefici momentanei che possono offrire.

Cos’è l’economia della ciambella

Al precedente modello economico si oppone l’economia della ciambella. Ma cos’è? A teorizzarla è Kate Raworth, docente presso l’Environmental Change Institute dell’Università di Oxford e l’Università di Scienze Applicate di Amsterdam, autrice di numerosi paper scientifici e di articoli per testate come The Guardian, Financial Times, Wall Street Journal e New Statesman. Il suo libro Doughnut Economics: Seven ways to think like a 21st century economist è pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente: dopo la prima edizione del 2017, nel 2025 ne è arrivata un’altra aggiornata.

Il nome di questo modello deriva dalla forma grafica che lo rappresenta. L’anello interno della ciambella rappresenta i bisogni essenziali dell’umanità – come cibo, acqua, istruzione, sanità e diritti sociali – al di sotto dei quali nessuno dovrebbe scendere. L’anello esterno, invece, segna i limiti planetari da non superare per garantire la stabilità ecologica della Terra. Finché l’umanità opera all’interno di questo spazio sicuro, riesce a garantire a ogni individuo il livello minimo di benessere senza sottoporre le risorse della natura a una pressione eccessiva.

L’economia della ciambella è un modello di economia sostenibile che si pone come obiettivo principale il benessere per la fascia di popolazione più larga possibile; in quest’ottica, l’incremento del Pil è semmai un mezzo e non più un fine. Mentre il paradigma classico vede il mercato come motore dell’economia e l’uomo come attore razionale e individualista, inoltre, la teoria della ciambella valorizza le comunità, il bene comune e la cooperazione. Invece di competere per accaparrarsi risorse scarse, dunque, gli attori economici collaborano per valorizzare al meglio le risorse esistenti, con un approccio circolare e rigenerativo.

Economia della ciambella grafico

Credit: Kate Raworth and Christian Guthier. CC-BY-SA 4.0

Quali sono i limiti ecologici

I limiti planetari sono stati codificati da numerosi studi scientifici: in sostanza, sono quelle condizioni che fanno sì che la Terra resti un luogo adatto alla nostra specie. In tutto sono nove:

  1. Cambiamenti climatici (superato)
  2. Perdita di biodiversità (superato)
  3. Modifiche ai cicli dell’azoto e del fosforo (superato)
  4. Cambiamento d’uso del suolo (superato)
  5. Inquinamento da sostanze chimiche (superato)
  6. Ciclo dell’acqua dolce (superato)
  7. Acidificazione degli oceani (quasi superato)
  8. Riduzione dello strato di ozono (non superato)
  9. Aerosol atmosferici (non superato)

Le applicazioni della teoria della ciambella

Una delle principali obiezioni che sono state rivolte al lavoro di Kate Raworth sta nella sua natura prettamente teorica. O meglio: metterlo in pratica è possibile, ma solo a seguito di un profondo cambiamento culturale che spinga imprese, governi e amministrazioni a lavorare nella stessa direzione, lasciandosi alle spalle quelli che finora sono apparsi come assiomi incrollabili. Insomma, non è un principio che possa essere declinato su vasta scala dall’oggi al domani.

Sono stati comunque tentati degli esperimenti su scala locale. Nel pieno della pandemia da coronavirus, ad esempio, l’amministrazione di Amsterdam si è affidata al Doughnut Economics Action Lab per fare una mappatura dei bisogni dei cittadini attraverso quattro lenti: sociale, ecologica, locale e globale. Sulla base delle evidenze emerse, ha lanciato dei progetti ad hoc: tra i più rilevanti c’è l’investimento immobiliare nell’isola artificiale di Strandeiland, soggetto a rigorosi vincoli ambientali e destinato in gran parte all’edilizia sociale. Un movimento cittadino chiamato Amsterdam Doughnut Coalition funge da consulente per l’amministrazione, collaborando alla progettazione e realizzazione di una settantina di azioni. Anche l’Università di Losanna ha fatto affidamento sul modello della ciambella per pianificare il proprio percorso di transizione ecologica.

Valentina Neri

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: ,
Continua a leggere questo articolo:
WISE RADIO