Wise Society : Da Fondazione Sodalitas una spinta alle start up

Da Fondazione Sodalitas una spinta alle start up

di Michele Novaga
19 Giugno 2014

Undici imprese giovani premiate per le idee più brillanti e innovative verranno ora seguite da un incubatore di imprese

Alle circa 1.800 aziende start up censite dal Registro Imprese di Infocamere al 17 di marzo 2014, ora se ne aggiungono altre 11. Sono quelle premiate nell’ambito di Sodalitas Challenge, la calls for ideas di Fondazione Sodalitas in collaborazione con 42 imprese e incubatori.

Una realtà, quella delle start up, in continua crescita così come gli incubatori di imprese (che sono 20) e che situa Milano e la Lombardia in testa nella classifica delle imprese innovative (355) seguita da Emilia Romagna (202), Lazio (187) e Veneto (152).

Il bando di Sodalitas, rivolto a giovani under 35 senza lavoro o con lavoro precario invitava a candidare le proprie idee di business sostenibile. In palio c’era la possibilità di vederle adottate dagli Incubatori più innovativi del Paese e vederle trasformate in start up di successo. E le idee non si sono fatte attendere: 179 i progetti candidati da parte di 279 giovani provenienti soprattutto dal Sud.

La candidatura dei progetti e il processo di selezione e valutazione si sono svolti su ideaTRE60, la piattaforma digitale partecipativa – che coinvolge una community di 20.000 talenti qualificati – creata dalla Fondazione Italiana Accenture per promuovere, ottimizzare e sviluppare iniziative di innovazione sociale attraverso concorsi per idee. «Una gamma così articolata di idee innovative e brillanti è lo specchio di una generazione di giovani che può realmente cambiare le cose. A questi giovani siamo fieri di dare voce valorizzando in un circolo virtuoso le loro energie creative», ha dichiarato Anna Puccio, Segretario Generale della Fondazione Italiana Accenture. 

Tra le idee premiate nella sede di Assolombarda a Milano, molte quelle rivolte al sociale e a progetti di sostenibilità ambientale. Come il progetto UrBEES dedicato alle api che mira a produrre miele e cera a chilometro zero a livello urbano dove questi insetti bioindicatori si sono spostati a causa delle monocolture e a causa dell’uso massiccio di pesticidi in agricoltura. O come il progetto Psycart che mira a creare una rete di centri di Formazione e Lavoro all’interno dei quali produrre strutture e componenti d’arredo artigianali a partire dai materiali di recupero coinvolgendo i ragazzi e le ragazze ospiti delle comunità socio-educative. O come Tuttifrutti piattaforma per adottare varietà orticole e frutticole in erosione supportando le aziende che destinano in parte o totalmente la propria produzione a queste colture mettendole in contatto anche attraverso i Gruppi di Acquisto Solidale con possibili acquirenti. O ancora come Happy ways il carpooling per eventi che a differenza di altri e più noti siti dedicati a questo scopo, combina il la condivisione di un viaggio con la partecipazione ad eventi di tutti i tipi consentendo agli utenti di organizzare in modo più sostenibile i propri spostamenti. Tutte saranno affiancate da incubatori di imprese.

Ma quali sono gli ingredienti per una start up vincente? Se per Paola Garibotti, Head of Development Plans di Unicredit, «Fondamentale è la coesione del team e naturalmente l’idea oltre che l’innovazione e la sostenibilità economica», Karim al Malki, CEO di Athonet, mette in guardia sul «doversi abituare alla frustrazione di essere respinti e criticati». Ma anche di «dover convivere con l’idea di partire con una cosa e trovarsi a farne un’altra (vuoi fare una bottiglia? Alla fine farai una sedia..)».

Per riuscire in questo intento bisogna però che le istituzioni e le imprese comunichino di più e che il pubblico aiuti il privato. Ma non solo: «Le istituzioni possono mettere a disposizione qualche servizio. Ma molte PMI, che vorrebbero partecipare ma non sanno come, potrebbero adottare la start up più piccola. Noi di Assolombarda permettiamo loro di iscriversi e di usufruire di tutti i nostri servizi (come accesso al credito, consulenza fiscale, sportello interno, segnalazione bandi, consulenza diritto societario, consulenza business planning) per quattro anni», spiega Michele Angelo Verna, Direttore Generale di Assolombarda.

Perché, come afferma Ugo Castellano di Fondazione Sodalitas: «Le start up oggi sono come le piccole e medie imprese nell’Italia del dopoguerra: dialogano col mondo delle imprese tradizionali perché offrono opportunità a minori costi e con rischi inferiori”.

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