Wise Society : Paghi con carta di credito e inquini di meno

Paghi con carta di credito e inquini di meno

di Fabio Di Todaro
31 Dicembre 2019

Secondo due studi olandesi i pagamenti digitali, oltre a combattere l’evasione fiscale, sono anche amici dell’ambiente.

Le transazioni con pagamento elettronico tramite carta di credito o debito emettono meno anidride carbonica rispetto alle normali transazioni in contanti. L’evidenza, già emersa all’inizio dell’estate da due studi olandesi commissionati dalla De Nederlandsche Bank e analizzati per SumUp dalla no profit Rete Clima, trova ora conferma in un’altra ricerca, questa volta inglese. Se l’impatto ambientale di ogni transazione in contanti è pari a 4,6 grammi di anidride carbonica equivalenti, quelle effettuate con carte di debito hanno un impatto di 3,78 grammi di CO2. Un delta che potrebbe aumentare ulteriormente mettendo in campo alcune soluzioni, come l’utilizzo di energia rinnovabile per il funzionamento dei Pos e dei data center. O l’aumento della durata della vita delle carte di debito: da 3 a 5 anni.

carta di credito, banconote, impatto ambientale

E’ stato calcolato che l’impatto ambientale di ogni transazione in contanti è pari a 4,6 grammi di anidride carbonica equivalenti, quelle effettuate con carte di debito hanno un impatto di 3,78 grammi di CO2, Foto iStock

COME RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE? – Oltre a combattere l’evasione fiscale, dunque, i pagamenti digitali sono anche amici dell’ambiente. E il loro impatto, comunque ancora esistente, potrebbe essere ancora più contenuto. Come? Oltre alle proposte già avanzate, secondo gli esperti una possibile soluzione risiederebbe nella riduzione della modalità standby del 50 per cento. Questa sola mossa, farebbe calare l’impronta ambientale delle transazioni con carte di debito dell’11 per cento. Per dare seguito a questa indicazione, secondo uno dei due studi olandesi pubblicati la scorsa estate, occorrerebbe fissare alcuni momenti per l’aggiornamento dei software. In questo modo si permetterebbe ai rivenditori di spegnere i Pos quando il negozio è chiuso, senza doverli tenere accesi 24 ore al giorno. Una simile soluzione è già utilizzata da SumUp, società inglese che commercializza (anche in Italia) lettori di carte per agevolare la transizione dal contante alla moneta elettronica. I lettori di SumUp si collegano infatti in bluetooth a uno smartphone o un tablet con connessione 3G o direttamente alla rete 3G tramite scheda integrata e risolvono anche il problema legato alla stampa dello scontrino e al conseguente consumo di carta e dispersione di inchiostri inquinanti nell’ambiente, poiché permettono di inviare al cliente direttamente via email o sms la ricevuta di pagamento.

QUANTO è DIFFICILE «ALLONTANARE» GLI ITALIANI DAI CONTANTI – Il problema, piuttosto, è trasformare le abitudini degli italiani, ancora restii ad abbandonare monete e banconote. Mentre il resto del mondo ha già ampiamente raggiunto la frontiera dei pagamenti con app e telefonini, con addirittura l’Africa subshariana saltata direttamente dal baratto al mobile payment, qui da noi ancora si discute di cash e carte di credito. Nel Paese degli oltre cento miliardi di evasione, almeno dal 2002 si prova a mettere mano alla questione, con una schizofrenica altalena di innalzamenti e abbassamenti delle soglie all’uso del contante. Ma effetti prossimi allo zero.  Adesso si prefigura l’ennesimo intervento governativo: dal 2002 al 2016 la soglia “generale” al contante è stata modificata per otto volte (l’ultima, l’innalzamento da 1000 a 3000 euro targato Renzi) e potevano essere nove in caso di governo gialloverde ancora in piedi. Un ciclico allentamento delle soglie, in barba ai periodici allarmi di Bankitalia, che l’anno scorso dimostrò come ogni due milioni in più di versamenti cash, i reati della criminalità organizzata crescano dell’un per cento.

Twitter @fabioditodaro

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