Coop

Coop è la prima insegna della grande distribuzione organizzata del nostro Paese (una quota di mercato del 18,7%, un fatturato di 12,5 miliardi di euro, 1.100 strutture di vendita, 54.000 addetti) e si configura sempre di più come un leader interamente italiano. È una rete di imprese che appartiene a oltre 8 milioni e mezzo di soci con una crescita del 3,4%. Le cooperative di consumatori sono riuscite a creare una solida e capillare rete in grado di coniugare le logiche di mercato con la responsabilità sociale.

Mostra fotografica - Questa è “La buona terra”

Dalla nostra agricoltura possono sparire caporalato, sfruttamento delle persone e del lavoro, emarginazione, illegalità. Lo dimostra l’esperienza della campagna “Buoni e Giusti Coop”, che promuove l’eticità nelle filiere ortofrutticole. A partire dalla primavera del 2016, tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di frutta e verdura (per oltre 70.000 aziende agricole) sono stati coinvolti in una grande operazione di legalità: chi non rispetta le regole in campo di lavoro e di diritti esce fuori dal sistema Coop. I controlli sono stretti e pagare la giusta retribuzione alza i costi, rispetto a chi versa pochi euro al giorno a un lavoratore. Ma le aziende agricole hanno reagito in maniera positiva, integrando e rispettando le regole sul lavoro per tutti e collaborando al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori immigrati.

La mostra fotografica “La buona terra” (a cura di Ancc – Coop) racconta le storie delle donne e degli uomini che già lavorano – in alcuni casi da anni –  nei campi in condizioni di libertà e di rispetto delle regole. Sono italiani, polacchi, indiani, maliani: non contano i colori o le lingue, gli abiti diversi. A rendere simili questi lavoratori sono desideri comuni a tutti gli esseri umani: dignità, rispetto, libertà di scelta. A raccontare per immagini questa storia è stato un piccolo pool di fotografi impegnati nel sociale con l’agenzia PhotoAid, che li ha fotografati in diverse regioni d’Italia (Sicilia, Puglia, Lombardia e Calabria), perché l’immagine del loro lavoro potesse parlare di un cambiamento in atto. Dalle campagne del nostro Paese, dunque, non arrivano più solo racconti di sfruttamento e miseria estrema, condizioni che ancora purtroppo resistono. Il cambiamento è in atto, e sta a tutti noi, come cittadini e come consumatori, agevolarlo. Questa mostra (che girerà l’Italia) è dedicata a loro, a chi lavora nei campi e nella trasformazione dei prodotti agricoli.