Bere una tisana, soprattutto in inverno, consente di rinfrancare corpo e spirito. I lati positivi, tuttavia, non si esauriscono alla piacevolezza dell’atto, ma anche ai benefici che le tisane hanno per il nostro corpo. Tali bevande, infatti, sono funzionali e quindi utili a risolvere un bel po’ di problemi del quotidiano.
Come scegliere le tisane da bere in inverno
Ogni erba naturale ha un uso specifico uso e una sua specifica virtù: ecco perché quando decidiamo di concederci una tisana, la scelta su quale assaporare non va presa a caso o semplicemente in base ai nostri gusti. Non è detto, infatti, che tutto ciò che è naturale faccia bene tout court.
La regola principale è fondamentalmente una: per non sbagliarsi, meglio scegliere tisane con poche erbe. La farmacopea nazionale, per esempio, raccomanda di non utilizzare mai più di otto diverse piante che, inutile dirlo, vanno acquistate preferibilmente in erboristeria o in farmacia, mai online, per essere sicuri delle materie prime utilizzate.
Erbe naturali, tisane ed effetti indesiderati
Detto questo, poiché alcune tisane possono avere effetti indesiderati sul nostro organismo, ecco qualche dritta per scegliere quelle più adatte al nostro specifico caso.
- Dente di leone: sconsigliato a chi soffre di calcoli biliari, a dosi elevate può anche causare problemi dermatologici e gastrointestinali
- Echinacea: non andrebbe assunta nel caso di problemi del sistema immunitario
- Eucalipto: chi è portato, può avere disturbi a livello gastrointestinale
- Frangola: non va presa in gravidanza e in allattamento, può causare crampi intestinali e rallentare il transito intestinale
- Genziana: sconsigliata a chi soffre di ulcere gastrointestinali
- Ginepro: no in gravidanza. L’utilizzo prolungato può causare problemi ai reni
- Ginkgo: può causare disturbi gastrointestinali e può interagire con farmaci ad azione anticoagulante
- Ginseng: se ne abusate, potete avere disturbi di irritazione e nervosismo e diarrea
- Hamamelis: un eccesso può causare fenomeni di ipertensione
- Harpagophytum: no in gravidanza e in allattamento, può causare allergie e complicazioni gastrointestinali. Sono possibili interazioni con alcuni anticoagulanti e farmaci per il trattamento di malattie cardiovascolari
- Ipeca: a dosi eccessive può causare diarrea
- Iperico: può interferire con l’assorbimento di contraccettivi orali, farmaci anticoagulanti, immunodepressivi
- Liquirizia: se assunta in dosi elevate, fa aumentare la pressione. Sconsigliata in caso di gravidanza e per chi soffre di ipertensione, anemia e problemi a livello epatico. Può interagire con alcuni farmaci ad azione diuretica
- Rabarbaro: no in gravidanza o allattamento perché rende amaro il sapore del latte. Poiché il rabarbaro influenza la quantità di potassio nell’organismo, è sconsigliata l’assunzione contemporanea ai farmaci per la cura delle malattie cardiache
Fonte: WellMe.it