Ribellione dai forni statunitensi contro l'informazione ai consumatori
Giusto un paio di giorni fa è circolata la notizia di quanto gli individui extralarge incidano sul pianeta e sull’ambiente, in termini di consumo di risorse.
E, manco a farlo apposta, l’American Pizza Community – associazione che riunisce le principali catene a stelle e strisce – ha sentito il bisogno di dire la sua a stretto giro: nei menu delle pizzerie non compariranno informazioni sulle calorie contenute nei cibi.
La contromisura si oppone alla riforma sanitaria varata dal presidente Obama che obbliga, invece, i ristoratori a esplicitare il bagaglio nutrizionale degli alimenti somministrati per tentare di contrastare il problema degli “oversize”, vera emergenza sanitaria nazionale.
La categoria dei pizzaioli però motiva la decisione sostenendo che il piatto che producono ha talmente tante variabili – condimenti, ripieni e farciture – da rendere pressoché impossibile una valutazione. In effetti, oltreoceano sono state inventate 34 milioni di varianti.
A complicare le cose, sarebbero anche le modalità con cui vengono fatti gli ordini, nel 90% dei casi per telefono e online.
Ma qualcosa dovranno inventarsi per forza perché la legge parla chiaro: tutti i cafè, ristoranti, fast food e le altre rivendite di cibo dovranno scrivere chiaramente sulle liste le calorie di ogni piatto.
Seguendo le orme di New York e della California, che hanno già iniziato a muoversi in questa direzione.