Oggi è la Giornata Mondiale dell’Acqua 2012. Giorno di riflessioni e bilanci. E di domande: come mai, nonostante gli italiani si siano espressi chiaramente a favore dell’acqua pubblica con il referendum del 12 e il 13 giugno 2011 – quello che oltre a confermare che l’acqua è un bene comune stabiliva altresì che il gestore del servizio idrico non può ottenere profitti sulle tariffe – ad oggi la situazione non è cambiata? La nuova normativa seguita al voto popolare è in vigore luglio 2011, eppure nessun gestore l’ha applicata e sulle bollette continua ad essere applicata una percentuale di profitto che oscilla tra il 10 e il 20%. Per questo è partita in tutta Italia la campagna di Obbedienza Civile per il rispetto del voto referendario. Ovunque sono previste iniziative, dal Piemonte alla Sicilia.
La campagna è promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua che lo scorso 23 febbraio aveva avuto un incontro con il Ministro Clini. Il Ministro si era impegnato a intervenire presso l’Authority dell’Energia e del Gas affinché fosse tolta da subito la remunerazione del capitale dalle bollette e si era impegnato anche ad avviare un confronto, con il Forum stesso, sul finanziamento del servizio idrico e sull’adeguamento della tariffa agli esiti referendari.
Con la pubblicazione, in data 20 luglio 2011, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 116 è stata sancita ufficialmente la vittoria referendaria e l’abrogazione della norma che consentiva ai gestori di caricare sulle nostre bollette anche la componente della “remunerazione del capitale investito”. Il Forum ricorda che questa remunerazione è pari al 7% della sommatoria degli investimenti effettuati nel periodo di affidamento al netto degli ammortamenti, e che nella generalità dei casi incide sulle nostre bollette per una percentuale che oscilla, a seconda del gestore, fra il 10% e il 20%.La campagna di “obbedienza civile” consiste nel pagare le bollette ma decurtando dal totale quella percentuale che per effetto del referendum non dovrebbe nemmeno comparire.