Si sa che il global warming ovvero l’innalzamento della temperatura media globale del pianeta è legato alla concentrazione eccessiva di gas serra in atmosfera e si sa che questa concentrazione è dovuta in parte anche alle attività umane. Tutti però tendiamo ad affrontare il fenomeno a livello teorico senza considerare l’impatto che anche i piccoli atti quotidiani possono avere sull’ambiente.
È possibile valutare questo impatto? Ci ha provato Il Cambiamento, concentrandosi in particolare sulle scelte alimentari. Attraverso un semplice calcolo si può arrivare a dare un’idea seppur approssimativa, ma comunque significativa, di quanto una nostra giornata tipo impatti sull’ecosistema in termini di CO2 equivalente. Si immagina che un italiano medio vada in pausa pranzo e scelga la prima volta un un fast food, la seconda un self service con un pasto a base vegetale. Per il pasto nel fast food, considerando un panino doppio, si ha una quantità di CO2 associata all’hamburger pari a ca. 6 Kg di CO2, per il formaggio ca. 0,55 kg e per il pane ca. 0,25 kg; il totale è dunque pari a 6,8 Kg di CO2. Per un pranzo a base di verdure grigliate, per esempio 3 zucchine (1,2 Kg di CO2), 2 patate (0,87 Kg di CO2), un pomodoro (0,1 Kg di CO2) e del pane (0,2 Kg di CO2), abbiamo un ammontare di CO2 complessiva di 2,37 Kg di CO2. Ma vediamo un paio di alternative, sempre vegetariane e tipiche della cucina mediterranea, che risultano ancora più virtuose per l’ambiente: pasta al pomodoro e pasta e fagioli. Per la prima abbiamo 0,33 Kg di CO2 (1 etto di pasta con sugo fatto con 2 etti di pomodoro) e per la seconda 0,24 Kg di CO2 (1 etto di pasta e 1 etto di fagioli).
La scelta vegetariana è quindi, oltre che salutare, benefica per l’atmosfera perché le risparmia da 6 a 4 kg di CO2 al giorno di emissioni.
Fonte: Il Cambiamento
