Wise Society : Perché bloccare il traffico non basta…
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Perché bloccare il traffico non basta…

di Francesca Tozzi
5 Marzo 2012

Le nostre città respirano metano? L’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr) di Firenze ha misurato per la prima volta le emissioni urbane di questo gas serra, che in Italia rappresenta il principale combustibile da riscaldamento. E la risposta alla domanda è sì.

Foto di glamismac/flickrLo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Pollution, ha monitorato i flussi di gas serra prodotti in ambiente urbano. A partire dal 2005, il team di ricercatori, guidato da Beniamino Gioli, ha raccolto misurazioni non solo delle emissioni di anidride carbonica (CO2) ma, primo e unico caso in letteratura, anche di quelle di metano (CH4). «L’impatto ambientale di questo gas, che in Italia rappresenta il principale combustibile da riscaldamento, si sviluppa attraverso due canali differenti. In primo luogo, il metano che scorre nelle nostre condotte, arrivando nelle caldaie domestiche, viene trasformato, con la combustione, in CO2» precisa Gioli. «Ma lo studio dimostra anche come le piccole perdite di metano, che avvengono nelle reti di distribuzione cittadina o nelle caldaie domestiche, generino un flusso diretto nell’atmosfera, che a sua volta crea un effetto serra addizionale».

Gli effetti sull’ambiente di questo rilascio di CH4 non sono da sottovalutare. Se l’anidride carbonica è il gas serra più importante, a causa delle grandi quantità presenti in atmosfera, il metano, anche se presente in concentrazioni molto più basse, induce un effetto serra 25 volte maggiore. Dai dati raccolti si evidenzia che le emissioni di questo gas sono circa lo 0.6% di quelle della CO2, ma in virtù del maggiore Gwp (Global Warming Potential) che quantifica la capacità di un gas di creare effetto serra, il suo contributo arriva a pesare sul totale per il 15% rispetto all’anidride carbonica.

La ricerca dell’Istituto ha permesso per la prima volta, grazie a sofisticate tecniche di micrometeorologia, di misurare direttamente e precisamente il respiro della città, quantificando stagionalità e ripartizione per fonti delle emissioni. «I dati emersi confermano come, nel periodo invernale, il riscaldamento domestico sia di gran lunga il maggiore responsabile dei gas serra, con un contributo che a Firenze raggiunge l’80% contro il 20% del traffico veicolare» sottolinea Gioli. I rilievi più recenti effettuati presso l’Osservatorio Ximeniano «indicano che le emissioni cittadine sono aumentate in media del 20% a causa dell’ondata di freddo. Di fronte a questi eventi climatici estremi gli investimenti in maggiore efficienza energetica degli edifici e delle reti sono quindi prioritari».

E forse bisognerebbe puntare seriamente su questi ultimi aspetti invece di affidare solo al blocco delle auto l’abbassamento dei livelli di inquinamento in atmosfera.

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