Negli ultimi 20 anni il patrimonio forestale italiano è aumentato di circa 1,7 milioni di ettari ma permane il problema del consumo del suolo
Siccità e incendi minacciano le nostre foreste, in particolare durante la stagione estiva. Ma le foreste sono da curare tanto quanto i terreni agricoli, non solo per la loro funzione di difesa idrogeologica, di tutela della biodiversità e di base per la produzione di legname, ma anche per la mitigazione dei cambiamenti climatici in atto.
La buona notizia è che negli ultimi 20 anni il patrimonio forestale italiano è aumentato di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie, con 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell’intero territorio nazionale. È quanto emerge dall’ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (Infc) del Corpo forestale dello Stato presentato ieri a Roma alla presenza di Mario Catania, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Corrado Clini, ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello Stato, e Giuseppe Alonzo, presidente del Cra (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura).
Se è positivo l’aumento del patrimonio forestale italiano, permane comunque il grave problema del consumo di suolo. Come ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole e forestali Mario Catania, infatti, stiamo consumando suolo destinato all’agricoltura “con ritmi incompatibili per un paese che abbia cura di sé e delle generazioni future”. Il ministro dell’Agricoltura ha ricordato infine che, oltre alla regressione della superficie agricola, pari a circa 12 milioni di ettari, un altro terzo del territorio italiano è sottratto alla natura e all’agricoltura dall’urbanizzazione e dalle infrastrutture.
Fonte: www.ilcambiamento.it