Wise Society : Che sia otto marzo anche in Siria
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Che sia otto marzo anche in Siria

di Francesca Tozzi
7 Marzo 2012

Amnesty International dedica la giornata internazionale delle donne dell’otto marzo al coraggio delle donne protagoniste delle rivolte del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, concentrandosi su quattro paesi in cui le donne continuano a lottare per chiedere riforme e rispetto dei diritti umani: Arabia Saudita, Iran, Siria e Yemen.

In Siria poche donne, anche fra le giovani, sanno che in Europa l’otto di marzo si festeggia il giorno della donna. La società è molto conservatrice ma le cose stavano cambiando. Da un anno, però, il presidente della Siria Bashar al-Assad sovraintende alla brutale repressione del dissenso, repressione che ha causato oltre 6000 morti, tra cui molte donne e ragazze. Migliaia di persone sono state arrestate e molte di esse sono state trattenute per lunghi periodi di tempo in isolamento in carceri segrete nelle quali la tortura e i maltrattamenti risultano diffusi. Alcune donne impegnate nella difesa dei diritti umani, che sono state alla guida del movimento pacifico per le riforme, sono state costrette a entrare in clandestinità o a lasciare il paese. Di fonte a tutto questo Asma al-Assad, moglie del presidente siriano, ha fatto ben poco per denunciare gli abusi delle forze di sicurezza e si è pubblicamente espressa in favore del marito: un atteggiamento in contrasto con la sensibilità mostrata in passato dalla first lady siriana verso le cause umanitarie e sociali, compresi i diritti delle donne.

In occasione dell’otto marzo, Amnesty International intende mobilitare l’opinione pubblica mondiale con una campagna d’invio di lettere per sollecitare Asma al-Assad a esercitare la sua influenza per porre fine alle violenze in corso e alle violazioni dei diritti umani commesse contro le attiviste per i diritti umani siriane, che agiscono per proteggere il futuro di tutti i siriani e tutte le siriane.

Foto di druidabruxux/flickr

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