Entro il 2017 i bovini e i suini più produttivi potrebbero essere replicati all'infinito per soddisfare le esigenze del mercato. Ma le associazioni ambientaliste si oppongono
Dato che il cibo non basta a tutti, utilizzare le risorse della terra in modo da sfamare il maggior numero possibile di persone potrebbe essere una buona idea. Da tempo si evidenzia come i cereali renderebbero di più come cibo per gli uomini piuttosto che come alimento per gli animali la cui carne non basterebbe a sfamarne la metà. Si preferisce invece aumentare la produttività degli animali stessi, spesso a scapito del loro benessere. Ma l’allevamento intensivo e la crescita forzata dei capi ancora non bastano. La nuova frontiera dell’allevamento potrebbe essere la clonazione: gli animali più produttivi potrebbero essere replicati all’infinito per soddisfare le esigenze del mercato. Non è fantascienza ma una concreta possibilità già al vaglio della Commissione Europea.
Nei giorni scorsi a Bruxelles è stata lanciata una consultazione pubblica, che rimarrà aperta fino al 3 settembre, per aprire un dibattito sulle tecniche di duplicazione e sull’impiego di cloni vivi e derivati di cloni a scopo di riproduzione (seme ed embrioni) e di allevamento. I risultati di questa consultazione contribuiranno a misurare l’impatto di questo tema sugli operatori del settore ai fini di possibili provvedimenti legislativi sulla clonazione a scopo alimentare nell’Unione Europea. La Commissione intende valutare le risposte al questionario entro il 2012 per elaborare una normativa nel 2013. Entro il 2017 in Europa questa possibilità potrebbe trasformarsi in realtà. L’obiettivo è massimizzare la produzione di carne e latte replicando i suini e i bovini considerati migliori. Un maiale particolarmente grasso o una mucca molto prolifica nella produzione di latte sarebbero duplicati all’infinito a vantaggio dell’industria alimentare: più utili, meno costi di produzione.