L’argilla è un materiale utilizzato dall’uomo fin dalla notte dei tempi. Oggi è molto apprezzato specie per le finiture, garantendo un impatto ambientale pressoché nullo
Parlare di terra cruda come materiale per costruzioni è come parlare della storia stessa dell’uomo. Infatti, le origini del suo utilizzo sono antichissime: secondo Matteo Brioni, architetto e interior designer, nonché imprenditore specializzato, «stiamo parlando dell’archetipo per eccellenza o, comunque, di quello che viene considerato il terzo materiale da costruzione più antico del mondo».
Ed è singolare pensare che quella stessa terra è ancora oggi viva e diffusa nell’uso architettonico, entrando in gioco sotto forma di mattoni (denominati adobe), intonaco base e finiture. Un materiale tanto antico, ma così moderno, proprio perché «ha bisogno di continua ricerca e innovazione per essere impiegato e apprezzato» spiega ancora Brioni, che è passato da una tradizione familiare legata all’argilla (però cotta), a una vera e propria “folgorazione” per la terra cruda, scoperta in una delle prime rassegne dedicate alla bioedilizia.
E poi divenuta materia di studio e di ricerca che l’ha portato a fondare, nel 2011, un’azienda dedicata a questo materiale ecofriendly.
Cos’è la terra cruda? Un materiale 100% sostenibile
Secondo l’LCA (Life Cycle Assessment), la terra cruda è un materiale a bassissimo impatto ambientale. Stando al protocollo ITACA, l’argilla (terra cruda) ha il più basso impatto in termini di contenuto di energia primaria nei principali materiali da costruzione, con un indice di 30 kWh/m3 contro i 500 kWh/m3 del calcestruzzo non armato o i 1150 del legno lamellare, solo per fare qualche paragone.
Quindi, è un materiale che quanto a contenuto di energia grigia, ossia quella consumata per produrlo, è tra i più bassi in assoluto tra tutti i materiali da costruzione. Questo perché «non c’è alcun processo termico per la sua realizzazione – spiega ancora Brioni – ed è un materiale naturale in tutte le sue fasi di utilizzo. La terra cruda o argilla che si applica sui muri è la stessa che s’impiega come maschera estetica per il viso».
Le prestazioni e i pregi della terra cruda
L’argilla possiede una grande capacità igroscopica: è un materiale in grado di assorbire la più grande quantità di umidità (vapore acqueo): se è presente in quantità eccessiva nell’ambiente verrà assorbito e, in caso contrario, ceduto.
Altro valore della terra cruda è quello legato alla sua inerzia termica: «l’argilla, a differenza di materiali isolanti quali il polistirene che sono leggeri, ha densità, peso e calore specifico molto alti: funziona bene per proteggere dalla calura nel clima – evidenza l’interior designer – Inoltre la sua caratteristica è di accumulare calore e di rilasciarlo in maniera graduale per irraggiamento. E poi è un materiale “sincero”, naturale, senza additivi». Infine, è praticamente ignifugo.
Tutte queste peculiarità lo rendono un materiale ideale da abbinare con il legno, con cui «spesso viene utilizzata in strutture e anche in finiture. Anzi con la diffusione della costruzione in legno, è maturata la consapevolezza di un connubio perfetto per vari motivi: innanzitutto non è rigida come il calcestruzzo, ma è abbastanza duttile ed elastica. Inoltre si aggrappa bene al legno, opportunamente fissata o con pannelli in canniccio o direttamente, offrendo una valida protezione anche dal fuoco. Infine, la terra cruda aiuta a riequilibrare l’umidità relativa».
Limiti e costi della terra cruda
Sono essenzialmente due i limiti dell’argilla: la sua “sensibilità” all’acqua e i costi. Ma se, nel primo caso, non potendola utilizzare come materiale esterno, i problemi non esistono o comunque ci sono materiali (leganti minerali, oli, resine) in grado di stabilizzare e bloccare il processo di reversibiltà, mantenendo le proprietà di permeabilità e traspirabilità, la questione costi c’è. E di due tipi: materiale e messa in opera. Nel primo caso «siamo di fronte a prodotti artigianali e quindi non c’è possibilità di fare economia di scala per abbattere i costi – ammette l’architetto-imprenditore – Per quanto riguarda la messa in opera «purtroppo si vive quello che capita in tutti i settori innovativi, cioè manca cultura e formazione, e quello che è nuovo sconta un gap anche in termini di maggiore prezzo».
Il prezzo
Tanto per fare due conti, un mattone tipo costa 40 centesimi, uno in terra cruda costa 1 euro/1,20. Per l’intonaco in argilla, confrontato con intonaci a calce tradizionale di pari categoria, i prezzi (da 25 a 35 euro al mq circa), sono abbastanza allineati. Infine, la finitura, applicabile sopra a qualsiasi tipo di intonaco, entra nella stessa fascia di un marmorino tradizionale (25/35 euro al mq circa).
Per quanto riguarda l’impiego il discorso cambia: «se i mattoni e l’intonaco hanno un impiego di nicchia, le finiture “sono state sdoganate” e stanno entrando nell’uso comune degli architetti più sensibili e attenti ai dettagli e alla “veridicità dei materiali”. L’interesse verso materiali naturali è sempre più diffuso anche nel caso di ristrutturazioni e di restauri», conclude Brioni.
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Andrea Ballocchi