Wise Society : Mal d’ufficio? Attenzione alla sostenibilità dei materiali

Mal d’ufficio? Attenzione alla sostenibilità dei materiali

di di Alessandra Manetto
25 Gennaio 2011

Nausea, mal di testa, rossore agli occhi. Se i malanni arrivano dopo una giornata alla scrivania è arrivato il momento di cambiare rivestimenti, finiture e arredi. Ecco i passi da fare per stare meglio

Dallo stress al malessere fisico, il passo è breve. Soprattutto in ufficio. Dove i “nemici”  si annidano ovunque e la loro presenza causa un vero e proprio inquinamento paragonabile a quello degli ambienti esterni, con ricadute pericolose sulla salute: mobili, tappezzerie, pareti e pavimenti, tessuti, prodotti per la pulizia degli ambienti, senza dimenticare le esalazioni provenienti dal funzionamento di stampanti e fotocopiatrici. Oltre a un uso sostenibile delle apparecchiature tecnologiche (che consente di tagliare in  primo luogo i consumi di carta ed energia), la strategia da adottare è una sola: prevenire, effettuando le scelte e gli acquisti giusti al momento dell’allestimento dello spazio di lavoro, per sè e i propri collaboratori.

Attenti a quei composti

 

Come indica l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, fra i principali responsabili dell’inquinamento indoor troviamo la formaldeide, il benzene e altri composti organici volatili, contenuti in primo luogo nei prodotti utilizzati per l’architettura d’interni e la fabbricazione di mobili. Oggi le normative sono molto più rigorose e impongono ai produttori l’eliminazione o la forte limitazione della presenza di questi composti nel prodotto finito, a partire da colle e adesivi utilizzati per la produzione dei pannelli di legno, vernici, cere per mobili e pavimenti di legno, alcuni tipi di schiume isolanti, coloranti, disinfettanti, materie plastiche. Il benzene, in particolare, è utilizzato nei processi industriali per produrre altri composti chimici come stirene, cumene (usato per la produzione di resine), cicloesano (per il nylon e altre fibre sintetiche), alcuni tipi di gomme, coloranti, inchiostri, solventi e altro. La formaldeide e il benzene, ad alta concentrazione, sono composti che lo Iarc (International Agency for Research Center) ha già riconosciuto cancerogeni e possono provocare danni gravi a reni, fegato e sistema nervoso centrale; la semplice esposizione può provocare irritazione delle mucose (occhi, naso, gola e vie respiratorie), fino al mal di testa, nausea, vertigini, asma, sonnolenza.

Il primo rimedio per limitare i danni alla salute consiste nell’acquistare prodotti o finiture privi di composti dannosi o con contenuto entro i limiti di legge (controllando bene le etichette, soprattutto per quanto riguarda la presenza di solventi e di benzene), ma è utile anche ventilare frequentemente gli ambienti specialmente durante le pulizie o i piccoli interventi di manutenzione che richiedono verniciatura o uso di altri prodotti “a rischio” (con preferenza per quelli a base acqua) ed evitare l’uso di deodoranti poco sicuri per gli ambienti. Sì, invece, all’utilizzo delle piante. Filodendro, dracena, spatifillo, o anche felce di Boston, areca palmata e ficus possono contribuire a neutralizzare formaldeide e altri composti organici volatili.

Legno massello e vernici naturali

 

Per ottenere un ambiente di lavoro salubre occorre partire dall’inizio scegliendo fin dalla fase di progettazione e di arredamento materiali sostenibili e non dannosi per l’organismo. «Per gli arredi l’ideale è il “legno massello” senza trattamenti di finitura, collanti o vernici che contengono sostanze tossiche e volatili», spiega Claudio Maioli, biologo, consulente del centro di ricerca Materiavera specializzato in tematiche legate alla sostenibilità ambientale nell’ambito della progettazione architettonica e del design, «poi intonaci a calce, pietra cotta o macinata per le pareti e i soffitti, rifiniti con stucchi e pitture a base di pigmenti e solventi naturali.

 

Parquet trattati esclusivamente con oli e cere vegetali come quelle d’api, carnauba e candelilla, olio d’agrumi e olio di lino». Una rivoluzione copernicana, (non sempre facile da mettere in pratica) che valorizza le imperfezioni della materia prima naturale trattata con prodotti “bio” e che soprattutto ribalta letteralmente la mentalità comune. Se i danni però sono già stati fatti è comunque possibile correre ai ripari e “sanare” un ufficio malato in poche mosse: in questo caso bisogna sempre puntare sui materiali naturali, rimuovendo quando possibile, le cause del malessere alla radice. «Le pitture murali naturali possono essere sovrapposte direttamente a quelle sintetiche», continua Maioli, «in caso di presenza di muffe, al posto dei biocidi chimici, si possono usare i sali di boro, utili anche se a essere intaccato è il legno. Invece è meglio lamare il parquet per togliere tutti gli strati di vernici sintetiche applicate, e una volta tornati al legno grezzo rifinirlo con oli e cere naturali», aggiunge il biologo. «Più difficile reperire per l’arredamento legno massello, visto che quello vero è ancora poco diffuso e spesso si usa legno laminato o nobilitato, lavorato in molti casi utilizzando ancora colle e vernici di derivazione petrolchimica», conclude Moioli.

 

Per quanto riguarda comfort e benessere alla scrivania c’è un pezzo che non può mancare nell’ufficio “perfetto”: la sedia ergonomica, con inclinazione dello schienale e altezza regolabili, abbinata a una scrivania spaziosa. Importante anche disporre di una zona relax o spazi comuni per socializzare con i colleghi, e di una sala riunioni con arredamento curato. Lo dice l’Ispo, un istituto di ricerche sociali, in un’indagine condotta per il Cosmit (l’ente fieristico che organizza il Salone Internazionale del Mobile) nell’ambito del progetto Ufficio Fabbrica Creativa.

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