Wise Society : Sostenibilità energetica e riqualificazione degli edifici: così si vince la sfida ambientale

Sostenibilità energetica e riqualificazione degli edifici: così si vince la sfida ambientale

di Donatella Pavan
6 Novembre 2012

Secondo Norbert Lantschner, fondatore di CasaClima e coordinatore del "Saie Green Habitat" (a Bologna), per salvare il territorio e l'economia bisogna ripensare il nostro stile di vita. A partire dalle case in cui viviamo

«Ogni anno in Italia sprechiamo 26mila milioni di euro in energia mal gestita. L’unica strada percorribile per salvare il nostro territorio, ma anche la nostra economia è quella di ripensare il nostro stile di vita, a partire dagli edifici in cui viviamo».

Parola di Norbert Lantschner, presidente della Fondazione ClimAbita ospite di un convegno al “Saie” di Bologna, la fiera bolognese del costruire (18-21 ottobre 2012) che ha appena chiuso i battenti nella capitale emiliana.

Artefice e coordinatore scientifico di tutta la sezione Saie Green Habitat (tre padiglioni e due aree esterne), dedicato a sicurezza, energia e ambiente, è stato proprio Norbert Lantschner, fondatore dell’Agenzia CasaClima di Bolzano e noto a livello internazionale per le sue competenze in tema ambientale.

Visualizzare il consumo energetico mondiale

 

«La cosa importante è visualizzare in che modo stiamo dando fondo alle risorse della Terra» spiega a WiseSociety.it, «non a caso ai giovani che sono venuti ad ascoltarmi ho prospettato quello che sta accadendo e quello che accadrà se non cambiamo il nostro trend di consumi».

E continua: «oggi i consumi energetici mondiali quotidiani (l’83 percento coperto da petrolio, gas e carbone, si aggira attorno ai 505 extra joule, l’unità di misura dell’energia che è una cifra difficile da concepire) sono impressionanti: per capire la loro reale dimensione abbiamo trasformato questa energia in gasolio e abbiamo simbolicamente riempito delle autobotti.

E poi abbiamo fatto vedere il numero di autobotti che servono al pianeta Terra per soddisfare la fame d’energia di un’unica giornata. I ragazzi sono rimasti senza parole perché servono 1,27 milioni d’autobotti piene di gasolio che, se messe in fila, corrispondono a 22mila chilometri, praticamente la metà del giro del pianeta», continua il presidente di ClimAbita.

«È un comportamento evidentemente insostenibile già adesso con 7 miliardi di persone (buona parte delle quali non partecipa ai consumi), ma è impensabile per il futuro quando raggiungeremo i 10 miliardi di persone. Visualizzare gli sprechi è la chiave giusta per capire cosa non va».

La riconversione degli edifici crea occupazione

 

«Una stima fondata, ricavata da dati del Politecnico di Zurigo e dal Libro Verde Europeo, dice che sprechiamo all’anno 26mila milioni di euro in dispersioni energetiche. Se pensiamo che il 40 percento degli sprechi è legato agli edifici è facile capire dove e come intervenire: dobbiamo isolare l’involucro, il tetto e le finestre delle case», continua Norbert Lantschner.

«Dal 1946 al 1981 l’Italia ha costruito 6 milioni d’edifici, questo significa che quelle case sono da rifare e se pensiamo che tutti i giorni chiudono delle aziende perché non hanno lavoro, questa considerazione apre una speranza. La speranza di un’economia non basata sullo sfruttamento, ma su un nuovo approccio: la diminuzione della dipendenza energetica, dell’inquinamento atmosferico e dell’effetto serra». Come dire: abbiamo la tecnologia, abbiamo i materiali siamo pronti per cambiare.

Perchè è importante l’ecosufficienza

 

Ma perché il nostro stile di vita ritorni sobrio, c’è un altro grande tema da affrontare: quello dell’ecosufficienza, ossia un netto cambiamento nei comportamenti individuali per affrontare la sfida ambientale.

«Se io ho una casa che consuma 20 litri di gasolio anziché 160, ma aumento a dismisura la superficie da riscaldare mi “mangio” gran parte del risparmio. Oppure, se io prima stavo a 20-21°, ma ora decido di tenere i 26° per girare in canottiera vengo a perdere il beneficio ottenuto», continua il fondatore dell’Agenzia CasaClima.

«E il concetto di sufficienza è valido anche per la mobilità. Molti non vogliono cogliere questo ragionamento, ma se io ho una macchina che consuma poco, 3 litri anziché 10, non vuol dire che non possa muovermi anche a piedi o con i mezzi pubblici. Bisogna mettere insieme l’efficienza con la sufficienza».

Un altro esempio è stato fatto da una giovane studentessa presente al convegno del Saie, che ha detto: “qui a Bologna io vivo in un quartiere dove avevamo un parco, ora ci hanno costruito delle case in classe A, ma ci hanno tolto il parco.”

«Il problema è proprio questo, conclude Lantschner, «noi dobbiamo recuperare l’esistente non sviluppare il nuovo, il manifesto della nuova economia è: meno espansione più riqualificazione, questo significa che non possiamo continuare ad estendere il costruito dimenticando che anche il suolo è una risorsa pregiata».

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