Wise Society : Cantina Tramin, quando il vino si fa arte

Cantina Tramin, quando il vino si fa arte

di di Sabrina Sciama
17 Settembre 2010

A Termeno, lungo il versante occidentale della Valle dell'Adige, ecco un grande intervento di riprogettazione (la Cantina nasce nel 1898) confluito in una struttura-scultura. Tanto da essere stato selezionato alla Biennale di Architettura di Venezia

Cantina Tramin - C. RickaSi chiama cantina Tramin e, oltre all’ottimo vino, si è fatta simbolo di avaguardia progettuale in campo enologico. Tanto da essere stata selezionata nell’ambito della mostra “Cattedrali del vino, l’incontro tra due culture”, uno degli eventi collaterali della Biennale di Architettura, appena conclusasi presso le sale dell’Hotel Danieli di Venezia. Del resto, si sa, l’incontro dell’architettura con la cultura del vino continua a portare alla realizzazione di numerose cantine simbolo.

  

Termeno, che in tedesco si dice Tramin, è l’area geografica che identifica le produzioni di vini bianchi aromatici e speziati (gewürz, in tedesco) definite Gewürztraminer. Quella intorno a Termeno è quindi la terra d’origine del Gewürztraminer, dove le rocce di porfido e di calcare si alternano nell’impasto del terreno, una presenza ideale per consentire ai vigneti di generare vini eleganti ed equilibrati. In questa regione, lungo il versante occidentale della valle dell’Adige, sorge la Cantina Tramin il cui progetto si deve all’architetto Werner Tscholl. Un grande intervento di riprogettazione (la Cantina nasce nel 1898 ed è terza in ordine di età nell’Alto Adige) confluito in una struttura-scultura in stretto rapporto con il paesaggio, i suoi colori e i suoi profumi, ma anche con la gente e con l’identità di Termeno.


Kellerei Tramin - C Rickard KustL’idea da cui ha preso vita il progetto è la vite, nella sua morfologia e funzione sul territorio. Un segno che nasce dalla terra grazie all’opera delle sapienti mani dei coltivatori e che crea, nel caso della cantina, un involucro tutt’intorno all’edificio che la ospita. Il suo impatto visivo è strettamente legato all’ambiente e insieme di forte differenziazione: l’unione di metallo, cemento e vetro, rendono la costruzione un segnale di riconoscimento per Termeno quale porta d’entrata al paese.


La distribuzione degli spazi crea volutamente una divisione tra l’attività di cantina e i flussi dei visitatori: nel reparto al piano inferiore, quello verso i vigneti, rimane l’accesso per i contadini e per il trasporto delle merci che raggiungono e che partono dall’azienda, nonché il parcheggio per i collaboratori. In tal modo si eliminano tutti i disturbi visivi al visitatore della cantina. L’area di accesso al pubblico e ai visitatori è coperta da una piattaforma al di sopra della quale è invece posta l’entrata al pubblico. Il foyer d’entrata è stato ricavato nella parte di cantina preesistente, che rappresenta la tradizione dell’azienda e che diventa il cuore della nuova struttura da cui si diramano le due nuove ali, che come due braccia aperte invitano a entrare. Queste ultime accolgono diverse funzioni: nella parte destra si trovano gli uffici amministrativi e marketing, a sinistra le sale di rappresentanza con un piccolo museo, sale riunioni e conferenza, nonché la nuova enoteca con la vendita diretta che si trova nella parte più panoramica dell’edificio. Le due nuove ali nascondono inoltre la vista sulle parti operative preesistenti, meno interessanti dal punto di vista architettonico.

Cantina Tramin - C. Ricka

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