Sorge nella baia di Lagos ed ospita circa 100 bambini dello slum di Makoko. Costa poco ed è realizzata con materiali ecologici e sostenibili
Non è una scuola come tutte le altre. Non si trova né in città, né in cima ad una collina né in un luogo dove poter scavare delle fondamenta. E i cento bambini iscritti non vi si recano nè in macchina nè in treno. E nemmeno a piedi o in groppa ad un asino. Ma vanno a seguire le lezioni in canoa. La Makoko Floating School, infatti, è una scuola galleggiante e sorge nella laguna di Lagos nell’omonimo villaggio di pescatori fondato nel XVIII secolo tra le palafitte dove vive una comunità di quasi 100.000 abitanti. Ma non solo: la sua particolarità è quella di essere sostenibile al 100%. Realizzata in legno dall’architetto nigeriano Kunle Adeyemi, si avvale di pannelli solari installati sul tetto che le garantiscono l’autonomia energetica, mentre un sistema di recupero di acqua piovana permette di utilizzarle nelle toilettes. La struttura riparata dal sole e dalle intemperie e che gode di aree verdi e di un piccolo parco giochi, è stata realizzata con un costo molto basso (circa 6000 dollari), 256 barili di plastica e molto legno.
Ma la scuola, che si può adattare a qualsiasi impiego trasformandosi in abitazione o anche in ospedale, potrebbe diventare un modello per intere comunità costiere. A sostenerlo lo stesso studio di architettura (Nlè Architects dove lavora Adeyemi) che vorrebbe dare vita ad un’intera comunità galleggiante anche per risolvere il problema degli sfratti che colpisce gli abitanti della baraccopoli di Makoko. E una organizzazione ecologica locale, il think tank Homef (The Home of Mother Hearth Foundation) chiede al governo nigeriano di adottare la scuola galleggiante come modello da replicare anche nelle altre comunità costiere come misure di adattamento al cambio climatico.