A Elisabetta Gabrielli il premio Giovane Talento dell’Architettura Italiana per un progetto di un molo per bagnanti in Svezia pienamente accessibile e attento all’ambiente.
Elisabetta Gabrielli è stata da poco riconosciuta Giovane Talento dell’Architettura Italiana 2017 grazie al progetto di un molo per bagnanti in Svezia, uno dei Paesi al mondo più attenti all’ambiente, il primo che soddisferà i suoi fabbisogni energetici entro il 2020 senza fare ricorso a combustibili fossili. Il progetto del molo nasce dalla volontà di offrire piena accessibilità al mare, in modo da permettere anche a persone disabili di entrare in acqua in una baia altrimenti per loro non raggiungibile.
Il suo è uno dei riconoscimenti attribuiti col “Premio Architetto italiano”, bandito dal Consiglio nazionale degli Architetti Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori (Cnappc) che intende dare visibilità agli architetti italiani ritenuti un’eccellenza. Gabrielli, 35enne marchigiana, cresciuta ad Ancona, ha proiettato la sua attenzione speciale per il mare nel progetto del molo: la giuria ha apprezzato particolarmente il rapporto tra terra e acqua evidenziato dal progetto, rilevante anche per la connessione tra natura e cultura sociale; questa attenzione ha portato la giuria Cnappc a riconoscere a questo progetto anche la Menzione d’onore “Opere su spazi aperti, infrastrutture e paesaggio”.
UN MOLO ACCESSIBILE ED ECOLOGICO – Il progetto vincitore, a cui ha lavorato Gabrielli insieme agli architetti svedesi Sara Mendoza e Pontus Öhman, co-fondatori dello studio Manofactory a Stoccolma, è il molo per bagnanti di Askim, distretto della municipalità di Goteborg, la prima città al mondo ad aver emesso green bond, obbligazioni utili a finanziare opere ecologiche. Una “lingua” artificiale di circa 260 metri che dalla terraferma si protende nel mare. «Il progetto è nato nel 2013, partecipando a un bando di gara indetto dal Comune di Goteborg e dal Ministero svedese dell’Ambiente per la progettazione del nuovo molo, in sostituzione di quello in legno andato distrutto nel 2007 a causa di una violenta mareggiata», afferma la progettista italiana.
Il molo dispone di tre rampe che digradano in acqua, pensate specificamente per chi è in condizione di disabilità motoria. «Volevamo realizzare un’opera accessibile a tutti, senza distinzioni», evidenzia Gabrielli. La Svezia è molto attenta a questo tema, in particolare Goteborg, a cui nel 2014, anno di inaugurazione del molo, è stato assegnato il riconoscimento europeo Access City Award, indetto per le città a misura di disabili.
La corsia centrale del molo, più larga, è stata lasciata libera per agevolare la circolazione, mentre ai lati sono stati distribuiti elementi di arredo rivestiti in legno di larice, che fungono principalmente da sedute. «L’uso del cemento è dato dalla necessità di resistere alle forti correnti marine della baia. Ripetute riunioni con funzionari municipali e del ministero dell’Ambiente in fase di progetto hanno garantito la giusta attenzione all’ambiente attraverso lo studio attento di come inserire l’opera nel contesto naturalistico della baia, a partire dalla sua collocazione; sono state eseguite diverse analisi sul fondale per comprendere la compatibilità con la flora marina presente e con la direzione delle stesse correnti – spiega l’architetto – L’attenzione all’eco-sostenibilità percepibile in Svezia è davvero alta, diretta conseguenza di una cultura che si fonda sul rapporto intimo tra uomo e natura».
Conclusa l’esperienza svedese, Gabrielli ha iniziato a collaborare con lo studio milanese Rimond, formato da un team di giovani ingegneri e architetti che si è distinto per diversi progetti di rilevanza internazionale.