Wise Society : La casa del futuro è su misura ma con pezzi in serie

La casa del futuro è su misura ma con pezzi in serie

di di Alessandra Manetto
31 Gennaio 2011

L'abitazione come un’automobile, profetizzava il celebre architetto Le Corbusier negli anni Venti del Novecento. Oggi, quasi cent'anni dopo, la strada da seguire è ancora quella: guardare alla produzione industrializzata, che adesso però è possibile personalizzare. Il risultato? Alloggi ecologici, di qualità e a basso costo. Accessibili a tutti

Prefabbricazione uguale standardizzazione e bassa qualità edilizia? Un pregiudizio tutto da sfatare. Visto che proprio questa è l’opportunità da sfruttare per un approccio diverso alla casa, a cominciare dalle nuove iniziative di housing sociale già partite in diverse città italiane, da Lodi (Milano) a Firenze. Non si scappa, il mondo delle costruzioni è con le spalle al muro. Diviso fra la richiesta crescente di abitazioni a basso costo ma con alta qualità e la spinta all’ecoefficienza energetica degli edifici, che rende in molti casi poco conveniente il recupero di “energivori” edifici esistenti. La strada da percorrere, allora, è sperimentare nuove modalità costruttive. Ecco allora che la casa concepita come una sofisticata versione dei Lego, prodotta “in fabbrica” come se fosse un’automobile e pronta da montare in cantiere in pochi passaggi, è una delle possibilità più interessanti. Utilizzando componenti edilizi di legno, metallo o cemento, la prefabbricazione offre alle politiche di housing sociale alcuni vantaggi che possono aiutare a cambiare il volto delle modalità di progettazione e di costruzione di un edificio residenziale. E, soprattutto, può dare una risposta a nuove esigenze abitative: quella della generazione dei trentenni da mille euro al mese e un lavoro precario, di single e famiglie mononucleari, molte fatte di anziani soli che rappresentano una quota sempre più significativa della popolazione. Vediamo quali sono: il processo di costruzione è più semplice e la realizzazione avviene in tempi rapidi, con un contenimento netto, anche, dei costi. Le opere di manutenzione, a cominciare dagli impianti idraulici e di riscaldamento, possono essere effettuate senza demolizioni e rifacimenti e senza dover abbandonare la casa durante i lavori, semplicemente aprendo e richiudendo con cura i cavedi e i condotti tecnici appositamente realizzati in punti accessibili dell’immobile. Terzo, ma non ultimo, la possibilità di avere a disposizione spazi abitativi più flessibili e con prestazioni di comfort elevate; a partire, per esempio, dall’isolamento acustico, elemento cruciale che oggi fa la differenza, in termini di qualità, nel campo dell’edilizia residenziale.

Un nuovo progetto a Firenze

 

Realizzare un progetto di housing sociale impone una mini-rivoluzione copernicana sia all’architetto che all’impresa costruttrice, perché impone una visione a 360 gradi del processo di costruzione. «Inutile produrre un bel disegno quando non sai quanto costa», afferma Riccardo Roda, socio e direttore tecnico di Eos Consulting, società con sede a Firenze, specializzata nella gestione di processi complessi di trasformazione urbana e housing sociale. Proprio a Firenze (Borgo San Lorenzo) ha appena concluso la gestione dei lavori per un complesso ad alta efficienza energetica, fresco di inaugurazione. «Occorre invece utilizzare un metodo interdisciplinare e un approccio manageriale per individuare a monte tutti gli obiettivi, privilegiando le tecniche progettuali che possono produrre benefici gratuiti e utilizzando i criteri bioclimatici a scala urbana ed edilizia», aggiunge Roda. Che vuol dire ingegnerizzare il progetto attraverso la razionalizzazione delle tecniche progettuali: un ottimale rapporto costi-benefici, un controllo economico durante il processo, la compensazione degli extra-costi con equivalenti risparmi. Il progetto è stato realizzato in base all’orientamento solare e allo sfruttamento della ventilazione e dell’illuminazione naturali; il singolo edificio ha copertura e involucro esterno per assicurare un perfetto termoisolamento; le finestre hanno vetri bassoemissivi, le pareti esterne dipinte in tinte chiare per aumentare il potere riflettente della superficie e infine le facciate sono schermate con brise-soleil sul fronte esposto a Sud e una copertura fortemente aggettante.

I materiali da costruzione sono ecologici, riciclati e fotocatalitici, capaci cioè di “neutralizzare” i pericolosi gas serra presenti in atmosfera. Al posto della caldaia domestica un impianto centralizzato a condensazione alimentato a metano, sistemi di riscaldamento a pavimento a bassa temperatura, e poi pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria, e pannelli fotovoltaici per l’energia elettrica. L’acqua piovana viene raccolta e riutilizzata per gli usi condominiali.

Impariamo a costruire low cost

 

«L’housing sociale sta cambiando pelle mentre gli utenti tendono a essere ancora molto tradizionali, continuano a vedere la casa come un vero e proprio rifugio», continua Roda. Bisogna vincere, invece, la diffidenza verso una prefabbricazione che nell’immaginario continua a coincidere con l’idea di provvisorio, di instabile. «Oggi non possiamo più costruire in modo sbagliato: non solo per le norme rigide che ci sono, ma anche per garantire comfort elevato. Pensiamo all’acustica, che richiede livelli di precisione costruttiva di tipo meccanico, quasi industriale, e il massimo coordinamento fra tutti gli operatori in fase di costruzione. È sicuramente un approccio diverso dal consueto meccanismo di “appalto e subappalto”, dove ogni impresa effettua solo ed esclusivamente il proprio lavoro in modo autonomo. Ma ci dovremo abituare».

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