L'abitazione come un’automobile, profetizzava il celebre architetto Le Corbusier negli anni Venti del Novecento. Oggi, quasi cent'anni dopo, la strada da seguire è ancora quella: guardare alla produzione industrializzata, che adesso però è possibile personalizzare. Il risultato? Alloggi ecologici, di qualità e a basso costo. Accessibili a tutti
Prefabbricazione uguale standardizzazione e bassa qualità edilizia? Un pregiudizio tutto da sfatare. Visto che proprio questa è l’opportunità da sfruttare per un approccio diverso alla casa, a cominciare dalle nuove iniziative di housing sociale già partite in diverse città italiane, da Lodi (Milano) a Firenze. Non si scappa, il mondo delle costruzioni è con le spalle al muro. Diviso fra la richiesta crescente di abitazioni a basso costo ma con alta qualità e la spinta all’ecoefficienza energetica degli edifici, che rende in molti casi poco conveniente il recupero di “energivori” edifici esistenti. La strada da percorrere, allora, è sperimentare nuove modalità costruttive. Ecco allora che la casa concepita come una sofisticata versione dei Lego, prodotta “in fabbrica” come se fosse un’automobile e pronta da montare in cantiere in pochi passaggi, è una delle possibilità più interessanti. Utilizzando componenti edilizi di legno, metallo o cemento, la prefabbricazione offre alle politiche di housing sociale alcuni vantaggi che possono aiutare a cambiare il volto delle modalità di progettazione e di costruzione di un edificio residenziale. E, soprattutto, può dare una risposta a nuove esigenze abitative: quella della generazione dei trentenni da mille euro al mese e un lavoro precario, di single e famiglie mononucleari, molte fatte di anziani soli che rappresentano una quota sempre più significativa della popolazione. Vediamo quali sono: il processo di costruzione è più semplice e la realizzazione avviene in tempi rapidi, con un contenimento netto, anche, dei costi. Le opere di manutenzione, a cominciare dagli impianti idraulici e di riscaldamento, possono essere effettuate senza demolizioni e rifacimenti e senza dover abbandonare la casa durante i lavori, semplicemente aprendo e richiudendo con cura i cavedi e i condotti tecnici appositamente realizzati in punti accessibili dell’immobile. Terzo, ma non ultimo, la possibilità di avere a disposizione spazi abitativi più flessibili e con prestazioni di comfort elevate; a partire, per esempio, dall’isolamento acustico, elemento cruciale che oggi fa la differenza, in termini di qualità, nel campo dell’edilizia residenziale.
Un nuovo progetto a Firenze
Realizzare un progetto di housing sociale impone una mini-rivoluzione copernicana sia all’architetto che all’impresa costruttrice, perché impone una visione a 360 gradi del processo di costruzione. «Inutile produrre un bel disegno quando non sai quanto costa», afferma Riccardo Roda, socio e direttore tecnico di Eos Consulting, società con sede a Firenze, specializzata nella gestione di processi complessi di trasformazione urbana e housing sociale. Proprio a Firenze (Borgo San Lorenzo) ha appena concluso la gestione dei lavori per un complesso ad alta efficienza energetica, fresco di inaugurazione. «Occorre invece utilizzare un metodo interdisciplinare e un approccio manageriale per individuare a monte tutti gli obiettivi, privilegiando le tecniche progettuali che possono produrre benefici gratuiti e utilizzando i criteri bioclimatici a scala urbana ed edilizia», aggiunge Roda. Che vuol dire ingegnerizzare il progetto attraverso la razionalizzazione delle tecniche progettuali: un ottimale rapporto costi-benefici, un controllo economico durante il processo, la compensazione degli extra-costi con equivalenti risparmi. Il progetto è stato realizzato in base all’orientamento solare e allo sfruttamento della ventilazione e dell’illuminazione naturali; il singolo edificio ha copertura e involucro esterno per assicurare un perfetto termoisolamento; le finestre hanno vetri bassoemissivi, le pareti esterne dipinte in tinte chiare per aumentare il potere riflettente della superficie e infine le facciate sono schermate con brise-soleil sul fronte esposto a Sud e una copertura fortemente aggettante.
I materiali da costruzione sono ecologici, riciclati e fotocatalitici, capaci cioè di “neutralizzare” i pericolosi gas serra presenti in atmosfera. Al posto della caldaia domestica un impianto centralizzato a condensazione alimentato a metano, sistemi di riscaldamento a pavimento a bassa temperatura, e poi pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria, e pannelli fotovoltaici per l’energia elettrica. L’acqua piovana viene raccolta e riutilizzata per gli usi condominiali.
Impariamo a costruire low cost
«L’housing sociale sta cambiando pelle mentre gli utenti tendono a essere ancora molto tradizionali, continuano a vedere la casa come un vero e proprio rifugio», continua Roda. Bisogna vincere, invece, la diffidenza verso una prefabbricazione che nell’immaginario continua a coincidere con l’idea di provvisorio, di instabile. «Oggi non possiamo più costruire in modo sbagliato: non solo per le norme rigide che ci sono, ma anche per garantire comfort elevato. Pensiamo all’acustica, che richiede livelli di precisione costruttiva di tipo meccanico, quasi industriale, e il massimo coordinamento fra tutti gli operatori in fase di costruzione. È sicuramente un approccio diverso dal consueto meccanismo di “appalto e subappalto”, dove ogni impresa effettua solo ed esclusivamente il proprio lavoro in modo autonomo. Ma ci dovremo abituare».