Bioedilizia e alimentazione sostenibile: la pianta dai mille utilizzi ha un potenziale di mercato davvero ampio, sul quale sta puntando Forever bambù, una startup innovativa
Oltre ai panda ci sono davvero tantissimi estimatori del bambù a tavola. La cucina orientale ne prevede un largo impiego, ma anche in edilizia trova ampio spazio. Ancora più interessante è il potenziale di sviluppo in entrambi i settori e non solo (vanta infatti 1500 tipi di utilizzo alimentari e industriali).
Forever bambù, azienda leader del settore
E’ questa l’intuizione che ha portato Emanuele Rissone a sviluppare insieme a diversi soci una startup chiamata Forever Bambù. Rissone anni fa ideò e fondò Vitamin Store, divenuta in pochi anni la più grande catena europea del settore. Aveva intuito le grandi potenzialità degli integratori alimentari. Ceduta l’attività, ha puntato molto su questa nuova possibilità, creando una realtà di cui è anche presidente. Insieme a lui diversi fondatori, con esperienze diverse: tra questi Mauro Lajo, che ha invece un passato come esperto in impianti di fitodepurazione e nell’agricoltura, oltre che in edilizia sostenibile. Oltre ad essere tra i fondatori, Lajo è anche amministratore delegato di questa realtà associata al Consorzio Bambù Italia, che già oggi vanta « offerte e manifestazioni di interesse per la produzione» – come spiega lui stesso a Wise Society – dall’oggettistica d’arredo alle strutture come gazebo la duttilità è davvero vasta.
Ma come si può definire la coltivazione del bambù? «Si tratta di una coltivazione innovativa, come è già successo per la canapa o, in diverse aree italiane, e nel recente passato per i kiwi. In quest’ultimo caso in particolare, il nostro Paese, pur non intaccando minimamente la produzione delle altre varietà di frutta, è diventato uno dei principali produttori al mondo».
In Italia, dove invece le prime piantumazioni di bambù risalgono al 2014, l’obiettivo è quello di raggiungere 100 ettari totali nel 2021. Ad oggi, con oltre 76mila piante a dimora e con la fusione di 25 società agricole esistenti, Forever Bambù è la prima SpA dedicata alla coltivazione del bambù gigante.
Coltivazione del bambù, biologica biodinamica
Viene il sospetto che la coltivazione di questa pianta possa togliere spazio alle altre varietà agricole autoctone o dare luogo a un fenomeno simil olio di palma, in cui una monocultura prende il sopravvento sulle altre. È lo stesso Lajo a sgombrare il campo da dubbi in proposito: «Forever Bambù produce in maniera certificata biologica e biodinamica (per cui ha ottenuto certificazioni rispettivamente con Icea e Demeter). Inoltre ogni nostra azienda non pratica monocultura: sugli ettari totali di proprietà metà è dedicato al bambù e l’altra a biodiversità, coltivazione cerealicola, orto o prato che sia», spiega insistendo sul fatto che la startup lavora per sfruttare aree marginali pubbliche convertendole alla coltivazione del bambù, potendo anche fornire lo spunto per far nascere parchi pubblici, come già progettato a Treviso con “Il bambuseto”, parco sostenibile economicamente e usufruibile dai cittadini.
Il bambù è commestibile? Il germoglio è un superfood!
Altro modo di impiego del bambù, accanto ad altre specie, è la creazione di una food forrest, una foresta commestibile, come quella realizzata a Casale Monferrato (Alessandria). Si arriva così al discorso alimentare: «una delle caratteristiche principali del germoglio di bambù è quella di essere un “superfood” in quanto in esso è condensata una miniera di sostanze nutritive: si va dalle vitamine del gruppo B ai minerali come manganese e rame oltre al potassio. In particolare ha un ricco contenuto di silice, particolarmente prezioso per le ossa.
Se pensiamo che un germoglio di bambù gigante, coltivato, dà origine a una canna di 20 metri di altezza in appena due mesi possiamo intuire la forza contenuta in un piccolo elemento». Nel settore alimentare, il fabbisogno potenziale è davvero notevole, pensando ai ristoranti asiatici che prevedono un largo impiego di questo alimento: «in Europa il germoglio fresco non esiste – spiega sempre Lajo – Ciò che si consuma nel nostro continente proviene dai Paesi asiatici in barattoli. C’è quindi un vuoto significativo da riempire, davvero ampio se si pensa anche alle comunità asiatiche che vivono qui».
Gli impieghi in bioedilizia
Altrettanto importante e duttile è il bambù per l’edilizia sostenibile. «Col bambù si può realizzare, come già avviene in Asia come in America Latina, un intero edificio, anche una struttura multipiano. Le tecniche esistono e sono già ampiamente collaudate.
Il bambù viene utilizzato per realizzare involucro, pavimenti – pensiamo già al largo uso in Itali per i parquet – e anche soffitti. In un’abitazione moderna nel nostro Paese potrebbe trovare impiego la canna, debitamente lavorata, per pilastri, travi, solai e tanto altro ancora.
Inoltre la pianta, nella fase iniziale della crescita, si presta per realizzare tessuti e tappezzerie. Nel mercato americano trova largo impiego per la produzione di lenzuola, tende, ma anche pigiami, accappatoi. Va anche considerato l’impiego negli inserti dei pannolini, data la caratteristica antibatterica e naturale del bambù».
Terminiamo questo approfondimento con un viaggio all’interno di un bambuseto: buona visione!