Abbiamo chiesto all'esperta di ergonomia Sonia R. Marino come ripensare gli ambienti domestici per conciliare l’emergenza coronavirus per svolgere smart working e altre attività
Come si concilia l’emergenza coronavirus con la necessità di restare in casa, dovendo lavorare in smart working e gestire la vita quotidiana? «I disagi che possono nascere in un ambiente scorretto non sono limitati solo al contesto lavorativo, ma si estendono a quello domestico», afferma Sonia R. Marino, architetto e presidente di Integronomia, un gruppo interdisciplinare che si occupa di ricerca e consulenza in ergonomia e sostenibilità, per progettare ambienti su misura che conciliano la necessità di lavorare e vivere nelle migliori condizioni possibili in ambienti su misura e salubri.
Ergonomia: cos’è e come si concilia con la sostenibilità
Il concetto di ergonomia «è nato per il mondo del lavoro con la finalità di adattare il processo lavorativo all’essere umano – spiega Marino – È una disciplina scientifica relativamente giovane, sviluppatasi dopo la seconda guerra mondiale e ha esteso il suo campo di applicazione agli ambienti di vita quotidiana, del tempo libero e, nel complesso, alla città stessa». Quindi, volendo esemplificare gli impieghi possibili, si va dalla diversa progettazione e concezione di uno spremiagrumi al ripensamento di una struttura urbanistica. «Lo scopo dell’ergonomia è creare un mondo lavorativo e di vita adatto alle esigenze psicofisiche dell’essere umano e, che quindi deve essere necessariamente salubre; da qui si collega al concetto di sostenibilità, in quanto un’armoniosa convivenza ha effetti positivi sull’ambiente e conseguentemente anche sull’essere umano che lo vive», sottolinea l’architetto.
L’importanza di vivere bene in un ambiente sano
La connessione dell’ergonomia alla sostenibilità è alla base dell’attività di Integronomia, al cui centro ci sono spazi costruiti, prodotti e processi che favoriscono il benessere e la qualità della vita, che migliorano la sicurezza e la produttività, considerando le istanze ambientali e la fattibilità economica. «Integronomia è nata come progetto di ricerca il cui obiettivo era l’analisi delle correlazioni tra l’ambiente costruito e la socialità, e le possibili influenze dalla conformazione dello spazio scolastico sull’integrazione dei bambini. Si è partiti dalla valutazione degli ambienti scolastici e il nome stesso del progetto unisce integrazione ed ergonomia. Infatti, agli inizi dello studio ci concentrammo su quanto un ambiente scolastico non ergonomico potesse influire sulla socialità e l’integrazione, indipendentemente dalla disabilità e rispetto alla disabilità». Da qui Integronomia si è sviluppata andando a toccare diversi aspetti. Oggi, per esempio, sta lavorando su due progetti legati al mondo della comunicazione e della sicurezza in agricoltura.
Al centro c’è sempre lo studio di ambienti e prodotti funzionali, gradevoli, a bassa emissione di inquinanti, di processi progettati per ridurre i fattori stressogeni, migliorare performance e benessere individuale ed organizzativo.
Ergonomia e smart working: qualche consiglio utile
Oggi, a causa dell’emergenza CoViD-19, «molti si sono ritrovati a lavorare a casa con spazi limitati, anche a livello di servizi e spazi condominiali», spiega la presidente di Integronomia, che fornisce qualche consiglio utile a chi deve vivere forzatamente a casa e gestire al meglio spazi lavorativi e domestici, partendo dalle regole canoniche in materia: «Partiamo dalla postazione ergonomica al pc: lo schermo deve essere posto frontale e a una distanza visiva compresa tra 50-70 cm; la schiena a livello lombare deve appoggiare allo schienale; i piedi, le ginocchia e l’anca devono rispettare, nella seduta al tavolo, un angolo di 90 gradi; l’avambraccio sulla scrivania forma un angolo di 90° a livello del gomito e in alcuni casi possono essere utili accessori ergonomici come i poggiapiedi o i poggiapolsi».
Molto importante, aggiunge, è la corretta posizione dei segmenti corporei, come si vede in questa immagine.
Altrettanto importante «è rispettare le pause, sia per non mantenere sempre la stessa posizione, sia per il benessere degli occhi – specifica – Proprio per il bene della nostra vista è opportuno anche usare occhiali appropriati per correggere eventuali difetti di vista. Una raccomandazione a cui tengo particolarmente è fare sempre specifici esercizi fisici, minimi, durante le pause, ricordandosi di bere sufficiente acqua».
L’ideale è alternare spesso il lavoro alla postazione al pc con altre attività in posizione eretta.
«Anzi a dirla tutta, l’ideale sarebbe disporre di una postazione sit-stand, postazioni lavorative regolabili che permettono l’alternanza seduta / posizione eretta».
Infine, va considerata anche una sana alimentazione e sane abitudini, evitando quindi di mangiare alla postazione o di assumere posizioni scorrette che alla lunga possono incidere seriamente sulla salute.