Wise Society : Realizzare cemento green è possibile e low cost

Realizzare cemento green è possibile e low cost

di Andrea Ballocchi
21 Novembre 2018

Entro il 2050 si possono tagliare le emissioni di CO2 dell’80% mettendo in pratica alcune strategie mirate a ottimizzare risorse e materiali. Uno studio lo dimostra

Cemento. Basta la parola per pensare a quanto di più lontano vi possa essere dall’ecosostenibilità in edilizia e non solo, dato che i materiali cementizi costituiscono più della metà di tutti quelli utilizzati nel mondo in ogni attività. Eppure si potrebbero tagliare le emissioni inquinanti fino all’80% nella sua produzione e di quella del calcestruzzo, di cui è usato come legante. Cemento sostenibile? Come ciò sia possibile lo illustra uno studio commissionato dallo European Climate foundation e condotto da un team di ricerca dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo e dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna.

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Uno studio commissionato dallo European Climate foundation e condotto da un team di ricerca dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo e dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna dimostra che entro il 2050 si possono ridurre le emissioni di CO2 prodotte dai materiali cementizi che – costituiscono l’8% delle emissioni globali- fino all’80%, foto: Pixabay

La rivoluzione del cemento sostenibile

L’obiettivo è ambizioso, ma praticabile e soprattutto è necessario. Le emissioni di CO2 prodotte dai materiali cementizi costituiscono l’8% delle emissioni globali. A livello europeo, il settore delle costruzioni è la principale fonti di rifiuti. Ma la buona notizia è che quasi il 90% può essere riciclato. Così cemento e calcetruzzo potrebbero svolgere un ruolo importante non solo nell’economia europea, segnala lo studio, ma permetterebbe di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Tuttavia l’obiettivo zero emissioni è particolarmente complicato per il settore in cui quasi il 40% delle emissioni sono generate dal consumo energetico necessario a produrre questo materiale.

Ed è qui che lo studio illustra come riuscire a rendere green questo legante. Si parte dal fatto che più del 60% delle emissioni derivano dalla decomposizione chimica del calcare – carbonato di calcio (CaCO3) – in anidride carbonica; il calcare “è una fonte di calcio utilizzata per produrre il componente basilare del cemento, il clinker, che reagisce con l’acqua a temperatura ambiente per produrre un materiale resistente e durevole. Se, da una parte, non esiste un’alternativa pratica all’uso del calcare data la sua abbondanza e distribuzione diffusa nella crosta terrestre, la carbon footprint neutra può essere raggiunta recuperando questa CO2 “chimica”. E qui potrebbero essere efficaci le tecnologie per la cattura e il sequestro del carbonio (CCS). Ma hanno due limiti: sono in fase di sviluppo e richiedono ingenti investimenti in termini di capitale e costi operativi. Secondo gli autori dello studio le tecnologie CCS potranno essere impiegate in modo corrente in futuro, una volta attuati investimenti e adottate comunemente, mentre ora occorre centrare l’obiettivo in tempi relativamente certi mettendo in atto quattro strategie.

Il ruolo dell’economia circolare

Si possono ridurre le emissioni di CO2 migliorando innanzitutto l’efficienza energetica dei cementifici, partendo dai forni e usando combustibili alternativi più ecosostenibili. Inoltre occorre ridurre il contenuto di clincker, sostituendone una parte con materiali cementizi supplementari (costituiti da cenere volante, pozzolana e scorie d’altoforno), anche nella produzione del calcestruzzo. Va poi ridotto il contenuto di cemento, con un adeguato mix nella generazione del calcestruzzo e nella quantità stessa del legante e degli aggregati.

Infine, occorre ottimizzare anche gli stessi prodotti da costruzione. In media, il 50% di questo materiale è utilizzato per l’edilizia, il 30% per strutture di ingegneria civile e il resto impiegato per lavori di manutenzione. Se le strutture di ingegneria civile sono spesso progettate attentamente e la  loro forma è il risultato di un attento studio e di un uso mirato del quantitativo di calcestruzzo da usare, il discorso cambia se si considerano i materiali edili, nella cui progettazione si tende a impiegare meno tempo per ottimizzare il design e dove una certa abitudine a costruire sempre nello stesso modo provoca un uso eccessivo di materiali. È chiaro che un miglioramento in questo comparto porterebbe a un risparmio di materiali e una conseguente riduzione di energia impiegata per la loro realizzazione e il conseguente taglio di emissioni in atmosfera.

C’è poi un ulteriore, fondamentale, modo per migliorare le cose e passa dall’economia circolare. Ridurre le emissioni climalteranti è possibile utilizzando aggregati riciclati: permette, inoltre, di ridurre la distanza di trasporto materiali rispetto ai corrispettivi naturali. In questo caso servono materiali riciclati quanto più in purezza. In questo senso è fondamentale che nell’azione di riciclo sia fatta un’operazione di differenziazione dei materiali a fine vita perché si possano trasformare i rifiuti in nuove opportunità utili per l’industria e amiche dell’ambiente.

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