Wise Society : Bambù, l’acciaio vegetale dalle mille qualità sostenibili

Bambù, l’acciaio vegetale dalle mille qualità sostenibili

di Maria Enza Giannetto
25 Maggio 2023

Resistente, elastico ed eclettico. Una pianta sepreverde dalle caratteristiche incredibili e votate all'ecologia. Non a caso il bambù è entrato di diritto tra i materiali più ricercati per la bioedilizia e l'arredo sostenibile

Versatile, resistente, sostenibile. Grazie alle sue qualità ecologiche ed eclettiche, il bambù entra sempre di più nel campo dell’edilizia, dell’arredo e della progettazione di interni: grazie alle sue caratteristiche, infatti, può davvero essere considerato vero e proprio acciaio (o plastica) vegetale. La sua crescita è rapidissima e concorre ad assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera: siamo forse di fronte al materiale del futuro?

Bambù

Foto di Clement Souchet / Unsplash

Le caratteristiche del bambù

Il bambù è il materiale poliedrico per eccellenza. Deriva da una graminacea gigante sempreverde che ha una velocità di crescita eccezionale: il suo ciclo vitale è di 80-100 anni, con una sola fioritura a fine ciclo; è inoltre in grado di crescere e vivere praticamente ovunque e a qualunque temperatura (tra i -25°C e i +45°C), raggiungendo i 25 metri di altezza. La sua rapida proliferazione, inoltre, rende il bambù anche un materiale piuttosto economico. In pratica, la pianta può crescere – a seconda della tipologia –  dai 60 ai 120 cm in un solo giorno. La resa di una piantagione è circa 20 volte maggiore di un bosco qualunque.

Inoltre, si tratta di una pianta molto resistente ma leggera: è per esempio in grado di resistere bene ai terremoti, e per questo è da sempre utilizzata nell’edilizia anti-sismica.  Tutte queste caratteristiche rendono il bambù un materiale sostenibile, perfetto nelle costruzioni: impattando pochissimo sull’ambiente è in grado di soppiantare tutti gli altri (o almeno parecchi altri) per le sue incredibili pecularità.

Foresta di bambù

Foto di JuniperPhoton / Unsplash

Perché il bambù è ecologico?

Le ragioni per le quali il bambù è un materiale ecologico sono molte e racchiuse nelle sue peculiari caratteristiche. Partiamo dalla sua coltivazione, che non necessita di alcun tipo di fertilizzante. Inoltre, questa pianta ha la capacità di immagazzinare molta anidride carbonica (quattro volte più delle giovani foreste, producendo il 35% di ossigeno in più), rendendo l’ambiente circostante più pulito: ha infatti un’elevata capacità di combattere l’inquinamento atmosferico.

C’è anche da considerare la sua capacità di rigenerarsi spontaneamente: dopo il taglio, la pianta ricresce in circa 3-5 anni. Non solo, essendo particolarmente resistente, la coltivazione del bambù non richiede l’uso di pesticidi né di tante cure rispetto alle altre piante e non esiste neanche rischio di contaminazioni OGM, visto che se ne trova ovunque.

Infine, ma non meno importante, la pianta non ha radici e questo impedisce l’erosione del suolo. Il bambù può essere coltivato praticamente ovunque e diventa una vera e propria foresta dopo pochi anni.  Per tutti questi motivi la coltivazione del bambù gigante in Italia è in forte incremento.

La sostenibilità del bambù in punti

Ecco, in breve, quali sono le caratteristiche che rendono il bambù un materiale fortemente ecologico e sostenibile.

  • capacità di contrastare l’inquinamento atmosferico e del suolo: con le radici il bambù trasforma gli inquinanti in biomassa;
  • capacità di resistenza alle malattie che attaccano le graminacee (non ha bisogno di diserbanti)
  • capacità di assorbimento di anidride carbonica;
  • facilità di rimboschimento delle scarpate e mantenimento del suolo: le “radici” sono formate da rizomi che non appesantiscono il terreno;
  • capacità di mantenere pulite le acque: il bambù è una strategia per la gestione dei rifiuti organici animali;
  • capacità di trattenere l’acqua (che gli permette di resistere alla siccità), grazie alla quale previene il dilavamento del terreno;
  • qualità ignifughe: allo stato verde è difficilmente combustibile ed anche se si brucia i rizomi garantiscono capacità di rigenerare canne nuove;
  • qualità frangivento e antirumore.
Canne di bambù

Foto di Denis Agati / Unsplash

Gli usi del bambù

Questo materiale ha un futuro florido davanti a sé, anche perché della pianta non si butta via praticamente nulla. Ma cosa si fa con il bambù? Come è facile immaginare, i suoi utilizzi sono tantissimi, sia in campo edile (per la produzione del legno) che in campo alimentare per la produzione dei germogli edibili, sempre più utilizzati in cucina.

Germogli di bambù in cucina

Anche se in Italia non è ancora così diffuso, il bambù è anche un vegetale buono da mangiare. I germogli di bambù (chiamati anche cuore di bambù), già molto usati nei paesi orientali, sono infatti un alimento sano e ricco di proprietà nutritive che può essere utilizzato in vari piatti (non solo di origine e ispirazione asiatica). La versione fresca del germoglio costituisce un alimento salutare e nutriente, considerato un vero e proprio superfood

Attenzione però, perché non tutte le specie di bambù esistenti (più di 1000) sono commestibili. Tra quelle edibili (ovvero 200) ci sono la Bambusa vulgaris e la Phyllostachys edulis (chiamato Moso) anche detto bambù gigante. I primi germogli di bambù si sviluppano sottoterra e vengono raccolti all’inizio della primavera. I germogli di bambù sono dei piccoli coni di colore marrone e somigliano agli asparagi. Una volta esportata la corteccia esterna, ricca di peluria, rimane il cuore del germoglio, con un colore giallastro simile a quello dello zenzero. In generale, i germogli di bambù dovrebbero sempre essere consumati e utilizzati solo dopo essere stati accuratamente lavati e bolliti.

Nella bioedilizia

Oltre all’alimentazione, in cui di fatto, la diffusione è ancora piuttosto lenta, il bambù è molto utilizzato in bioedilizia, e le ragioni sono tantissime. Innanzitutto perché si tratta di un materiale molto flessibile ed elastico, ottimo per costruire strutture portanti in luoghi sismici (magari proprio dove i vulcani sono attivi).

Le sue caratteristiche e il fatto che coniughi leggerezza e resistenza, hanno meritato al bambù il soprannome di “acciaio vegetale”. Il bambù infatti, possiede una resistenza alla compressione superiore sia a quella del legno sia a quella del calcestruzzo. Inoltre, la flessibilità lo rende particolarmente indicato ad assumere qualunque forma.

Tutte queste qualità, sommate alla convenienze ne fanno uno dei materiali green su cui la bioedilizia punta sempre di più. E l’aspetto economico non è assolutamente da sottovalutare anche perché non riguarda solo la coltivazione e l’acquisto, ma anche l’ottima resa, visto che le proprietà di crescita sono sorprendenti. Inoltre, il legname prodotto è  idrorepellente ed ignifugo ed ottimo per la creazione di parquet, arredi, elementi edilizi, ma anche filati, pellet e carbone.

Per gli arredi

C’è però un aspetto che rende un po’ più difficile la gestione del materiale: la sua scarsa malleabilità. Il bambù, infatti, ottiene la sua struttura integrale a partire dall’impossibilità di essere sezionato seguendo gli stessi metodi usati per la falegnameria tradizionale. Proprio per questo, costruire mobili in bambù richiede accorgimenti particolari e nelle lavorazioni pensate per il settore dell’arredo è necessario usare tecniche di lavorazione specifiche con processi di laminatura particolari. Caratteristiche già utilizzate da anni dai giovani dell’azienda Laboo. Oltre questo svantaggio, però, il materiale si presta agli arredi perché è resistente ad umidità ed urti, peculiarità che lo rendono perfetto anche per i mobili destinati agli spazi outdoor. 

Maria Enza Giannetto

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