Wise Society : Arte e design portano la natura in città

Arte e design portano la natura in città

di Stefano Panzeri
27 Ottobre 2015

Il verde nelle aree urbane nei racconti dei professionisti che hanno promosso la città come “immenso giardino” capace di rendere l'aria più respirabile e l'animo più felice

Il verde in città fa bene. Contribuisce a rendere l’aria più respirabile trattenendo gli inquinanti, ad attutire i rumori e a mitigare la temperatura durante le ondate di calore estive. E fa bene all’anima rendendo l’umore degli abitanti più allegro. Benefici per tempo dimenticati e oggi alla base di una nuova visione urbana che guarda la città come “un immenso giardino da coltivare con cura”. Un luogo non più contrapposto alla campagna, ma parte di essa dove sgorga un’agricoltura urbana imprescindibile per la conservazione del territorio e della biodiversità cittadina.

Una nuova prospettiva urbanistica del quale si è dibattuto nei cinque incontri promossi da AIAPP (Associazione Italiana Architettura del Paesaggio) con Milano Green Point e Progetto Ombra sotto il titolo “Blandscape: nuove visioni”. Appuntamenti al quale hanno partecipato architetti, designer, artisti, agronomi e altri professionisti del settore.

Educare al verde

Nel 2002, quando il verde cittadino non era di moda, al quartiere Isola di Milano si costituisce Green Island. A crearla un gruppo di artisti paesaggisti, botanici e altri professionisti accomunati dal desiderio di sensibilizzare istituzioni e cittadini sugli effetti benefici di alberi e fiori urbani. Un impegno, come narra Claudia Zanfi, avviato con il progetto Oasi Verde Garibaldi realizzato con la collaborazione di Andrea Branzi, architetto e designer autore di oggetti di culto ideati. Alleanza sfociata nel giardino sospeso temporaneo creato alla stazione ferroviaria di Garibaldi di Milano sfruttando la biodiversità locale e tramutando un decadente muro di cinta in un “libro” di botanica con enormi pagine ad ornare il manufatto.

Un’incursione green nel cemento al quale ne sono seguite altre, come i Giardini di Luce per la valorizzazione della natura selvaggia delle aree abbandonate o il Frutteto Urbano con alberi indoor nutriti di luce artificiale e flebo di acqua pensati da Ton Matton e divenuti celebri con l’esposizione alla Biennale di architettura di Venezia. All’intento di rendere più bella e vivibile la città hanno contribuito pure laboratori per bambini, mostre fotografiche, arredi green per dehor e vetrine o la realizzazione di orti urbani con materiali di recupero.

Arnie per la biodiversità

La persuasione per il rispetto e la cura del verde si rafforza con Alveari Urbani, il progetto in corso voluto da Green Island per porre l’attenzione sull’emergenza api. Un insetto essenziale per gli equilibri del pianeta, la cui scomparsa dovuta all’uso dei pesticidi metterebbe a rischio la produzione di frutta e verdura. Una risorsa che il gruppo di Claudia Zanfi difende recuperando un terreno dall’abbandono per creare un apiario urbano d’artista dove le arnie sono decorate da designer e creativi e il parco adornato da apicoltori professionisti. L’esito va oltre la sensibilizzazione sulla rilevanza delle api e si concretizza con la produzione di Mi-Mi, il Miele Milano, a partire dalla prossima primavera e con il monitoraggio dell’ambiente. Dall’analisi del nettare e delle cere delle api, infatti, sarà possibile controllare la consistenza della biodiversità urbana e della qualità dell’aria cittadina.

Creatore di emozioni

A credere nella forza della natura è pure Angelo Jelmini, scenografo noto per le installazioni ad eventi mondani e fieristici. Una fama acquisita proprio per l’abilità di tramutare in poche ore luoghi asettici in piccoli eden grazie all’impiego di piante e all’opera di artigiani d’eccellenza. Nascono così le passerelle tra gli orti dove le modelle escono da boschi incantati accompagnate dal profumo della natura e dal suono di uccellini e acqua sgorgante mentre le luci simulano il passaggio del Sole. Un’immersione in un creato istantaneo ideato per suscitare emozioni a chi vi è immerso e replicato nelle installazioni esterne, come la Garden Kitchen o i Nidi di Uomo. Nella prima un cortile diviene una cucina verde con pareti di insalata, tavoli e sedie di prato e vasi di luce alti due metri ad illuminare. Nella seconda un giardino diventa un grande nido con tre uova fumanti di vapore acqueo dove cucinare, mangiare e riposarsi.

La natura simulata di Tagmi 

A portare la natura in città non è il solo verde brillante delle foglie, ma pure l’arte di giovani designer come Danilo Leonardi di Tagmi. Il primo segnale arrivato dalla campagna è una grande libellula che si poggia su Love, “il Dito” di Maurizio Cattelan eretto davanti alla Borsa di Milano. Una performance presentata con l’ironia dello slogan “tornano a volare le libellule a Milano. Dal mondo rurale giungono altri progetti meno irriverenti, come Agriposa, posate con forme ispirate agli strumenti di lavoro nei campi. Pala, rastrello e vanga si trasformano in cucchiaio, forchetta e coltello a sottolineare il nesso tra i prodotti delle terra e il cibo del piatto. Un rapporto diretto con la terra l’ha pure Invaso, un vaso in terracotta delle sembianze di un imbuto che non si appoggia sul prato inserendosi direttamente nel terreno. Soluzione non solo estetica, ma pratica con l’acqua che drena nel sottosuolo e l’erba non più asfissiata dal vaso.

L’ombra artificiale

Negli spazi dove la natura non può arrivare sono i manufatti umani a simularne l’efficacia, come le tende outdoor pensate per fare ombra laddove le piante non possono esserci. A presentare alcune soluzioni efficaci sono Diana Iannelli di Progetto Ombra e Maik Wunderlich della Markilux, azienda tedesca di tende nota per la qualità delle strutture e dei materiali impiegati. Resistenti all’acqua, alla grandine e al vento, possono essere integrate con luci e personalizzate negli ingombri e nella finiture.

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