Tre chili a testa di alimenti buttati ogni mese e 8,5 miliardi di euro polverizzati ogni anno (lo 0,6% del PIL italiano). Andrea Segrè: "Serve una educazione alimentare"
L’obiettivo ultimo – arrivare a non buttare nella spazzatura nessun alimento in più, se non gli scarti dei pasti è ancora lontano dall’essere raggiunto. Ma l’inversione di tendenza sembra confermata. Si riducono i numeri dello spreco alimentare. Sei italiani su dieci dichiarano di gettare il cibo ancora commestibile soltanto una volta al mese, ma quasi tutti si sentono «in colpa» quando si ritrovano a compiere il gesto, che invece lascia indifferente meno di un italiano su dieci. Mentre quasi la metà degli intervistati per la stesura dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio «Weight Watcher» è convinto di sprecare meno rispetto a due anni fa. Una fotografia che infonde fiducia, fermo restando che di passi da compiere ne rimangono ancora diversi.
VA MEGLIO, MA GUAI AD ARRESTARE LA SENSIBILIZZAZIONE – «I dati reali sullo spreco, misurati attraverso i diari compilate da un gruppo di famiglie italiane prese a campione, parlano ancora di tre chili di alimenti che ognuno di noi butta nella spazzatura ogni mese», avverte Andrea Segrè, direttore del dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari dell’università di Bologna e fondatore della campagna «Spreco Zero». In termini di costi, rapportato alle famiglie italiane, questo sperpero si traduce in 8,5 miliardi di euro polverizzati ogni anno: una cifra pari allo 0,6 per cento del prodotto interno lordo dell’intero Paese. «Lo spreco si batte prevenendolo. E soltanto una capillare campagna di educazione alimentare può favorire la svolta culturale», prosegue l’esperto. E in materia di buone pratiche, di lotta allo spreco alimentare, anche quest’anno ci si può candidate al premio «Vivere a Spreco Zero», promosso col ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci). Si potranno candidare i 7982 comuni e le venti regioni italiane, segnalando le buone pratiche promosse a proposito di prevenzione e il recupero degli sprechi alimentari.
GIOBBE COVATTA IN CAPO CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE – Nella categoria scuole, la selezione delle iniziative sarà condotta in seno a tutti quegli istituti che vorranno proporsi e che negli ultimi 3 anni hanno promosso o sostenuto, all’interno della propria realtà e sul territorio, misure, azioni o progetti in grado di sensibilizzare sul problema o di contrastare il fenomeno dello spreco alimentare. Anche i cittadini potranno partecipare al Premio «Vivere a Spreco Zero», scaricando e compilando il diario settimanale ideato in collegamento con i test dei «Diari di Famiglia», scaricabile dal sito ufficiale della campagna. «Tutti conoscono la statistica del pollo: c’è chi ne mangia due e chi non ne mangia proprio, ma la nostra media sarà di un pollo a testa – è il messaggio di Giobbe Covatta, testimonial della campagna che punta a ridurre lo spreco alimentare -. Così l’ingordo diventa odioso. Ma se l’ingordo butta pure la metà di ciò che mangia, la sua diventa cattiveria. Quindi, come diceva Gaber, non insegnate ai bambini la vostra morale: la speranza è che siano loro, i bambini, a insegnarci una nuova morale».
Twitter @fabioditodaro