L'Italia è sprecona. Solo in famiglia getta nella spazzatura 1.600 euro l'anno di cibo e 600 li spreca in consumi inutili e ambientalmente dannosi. Ma adottando comportamenti responsabili si potrebbe risparmiare fino al 3% del Pil
Perdiamo punti di Pil perché i consumi sono fermi e la produzione rallenta. È la crisi, e poco si può fare. Abbiamo perso il 10% del Pil agricolo a causa delle forti perturbazioni seguite al lungo periodo di siccità. E anche qui non abbiamo molti margini di intervento a livello individuale. Ma quando andiamo a vedere i dati relativi agli sprechi nel nostro Paese – solo lo spreco alimentare vale nel nostro Paese il 2,3% del Pil, dieci volte la percentuale che lo Stato impiega per lo sviluppo del turismo o per finanziare i beni culturali – viene da chiedersi perché non riusciamo ad adottare quei comportamenti responsabili che potrebbero cambiare le cose.
Riducendo il cibo che viene buttato in pattumiera ed eliminando consumi e comportamenti dannosi dal punto di vista ambientale, si potrebbero risparmiare fino a tre punti di Pil. Eppure ogni famiglia italiana continua a gettare nella spazzatura 1.600 euro l’anno di cibo andato a male o semplicemente non utilizzato. Le cifre emerse dal convegno “SprecoZero. Energia, acqua, cibo, materiali: ecco la spending review ecologica”, presentate nell’ambito della manifestazione ZeroEmission da Fiera di Roma e Last Minute Market con la collaborazione di Legambiente e Consorzio Libera Terra, dovrebbero far riflettere.