Wise Society : Cos’è la sostenibilità alimentare e del cibo

Cos’è la sostenibilità alimentare e del cibo

di Emanuele Francati
9 Aprile 2025

Tutto quello che c’è da sapere su cibo, ambiente e sostenibilità

Il sistema produttivo alimentare è responsabile di circa un quarto (25-30%) delle emissioni globali di gas serra. Basta questo dato per rendersi conto del legame indissolubile che esiste tra cibo e sostenibilità: per un mondo più green, è necessario imparare a compiere scelte più consapevoli anche a tavola.

Più attenzione quando si fa la spesa, un utilizzo più attento delle risorse disponibili, l’impiego di metodologie ecologiche e rispettose dell’ambiente: sono questi i principali punti della sostenibilità alimentare, un concetto che interessa sempre più da vicino ognuno di noi. 

Ma cosa si intende, esattamente, con sostenibilità ambientale della filiera alimentare? Quali sono gli obiettivi in programma da qui ai prossimi cinque anni? E in che modo anche noi nel nostro piccolo possiamo contribuire al binomio cibo e sostenibilità? Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere a riguardo in questo articolo. 

sostenibilita alimentare

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Sostenibilità alimentare: significato e definizione

Prima di tutto, diamo una definizione chiara del concetto: si definisce sostenibilità alimentare il modello di produzione, distribuzione e consumo di cibo che punta a soddisfare i bisogni nutrizionali della popolazione attuale, senza però compromettere le risorse per le generazioni future. Perché ci dobbiamo nutrire, ma è giusto che lo facciamo nell’ottica che, in futuro, anche i nostri figli e i nostri nipoti -e via discorrendo- avranno le risorse necessarie per vivere su questo pianeta. Un sistema è sostenibile se garantisce equità sociale, assicurando l’accesso a cibo sano e nutriente per tutti. 

E non si tratta solo di noi, ma del rispetto dell’ambiente stesso che ci ospita, e che ogni giorno ci permette di vivere. Un sistema alimentare sostenibile, infatti, è in primis quello che protegge l’ambiente, riducendo l’impatto su suolo, acqua e biodiversità. 

Per essere considerato sostenibile, poi, un sistema alimentare dovrebbe anche esserlo economicamente: condizioni di lavoro giuste per agricoltori e produttori dovrebbero essere alla base di questo impianto, per renderlo stabile e possibile a lungo termine. 

Possiamo, dunque, affermare che la sostenibilità agroalimentare si fondi su tre pilastri principali: ambientale, sociale ed economico. L’obiettivo è quello non soltanto di garantire un’alimentazione sana ed equilibrata per tutta la popolazione, ma al contempo di ridurre lo spreco e tutelare il pianeta.

Perché è importante riflettere sulla sostenibilità del cibo

“Buono, pulito e giusto: il cibo deve essere un piacere per il palato, prodotto nel rispetto dell’ambiente e accessibile a tutti.”

Così suonano le parole di Carlo Petrini, gastronomo e fondatore del movimento culturale internazionale Slow Food impegnato per la difesa della biodiversità. E da questa semplice frase, si potrebbe far partire una lunga riflessione sulla sostenibilità del cibo. 

Non si tratta solo di una questione ambientale, quindi, ma di trovare il giusto equilibrio tra il piacere, la salute, l’ambiente e la giustizia sociale. Il cibo che consumiamo ha un impatto che va ben oltre la nostra tavola: ogni scelta alimentare che compiamo quotidianamente determina non solo il nostro benessere, ma anche quello delle generazioni future e del pianeta stesso. 

Sono quasi mille le chilocalorie di cibo che vengono buttate via ogni giorno, solo in Italia: lo spreco alimentare, nonostante l’importanza sempre più alta che ha la sostenibilità al giorno d’oggi, è ancora decisamente troppo ingente. Anche a livello produttivo: lo sfruttamento intensivo delle risorse, la perdita di biodiversità e le disuguaglianze nell’accesso al cibo sono sfide reali, che hanno bisogno di un cambiamento radicale nei nostri modi di produrre e di consumare. 

La sostenibilità nel settore alimentare, quindi, non è ancora una realtà a tutto tondo. Per poterlo diventare, c’è bisogno di una trasformazione profonda, che passa dal consumo responsabile alla promozione di filiere corte, dalla riduzione dello spreco all’educazione alimentare vera e propria. Ogni piccolo passo che facciamo in questa direzione contribuisce a un futuro più giusto, più sano e più equilibrato per tutti.

Le parole di Carlo Petrini sono una chiamata all’azione: se il cibo è buono, pulito e giusto, non solo nutre, ma arricchisce il nostro mondo, e ci permette di vivere in armonia con il nostro ambiente e le persone che ci circondano.

cibo e sostenibilità

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Gli obiettivi della sostenibilità alimentare secondo l’Agenda 2030

Per fortuna, i Paesi non se ne stanno con le mani in mano: è stato messo a punto un programma d’azione dalle Nazioni Unite, una guida globale che mira a promuovere la sostenibilità ambientale nel settore alimentare, economico e sociale. Si tratta dell’Agenda 2030, un insieme di 17 obiettivi volti allo sviluppo sostenibile. 

Tra i più rilevanti, strettamente legati alla sostenibilità agroalimentare, troviamo sicuramente l’Obiettivo 2: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.” Ancora oggi, 1 persona su 11 soffre la fame: è questo il dato allarmante dell’ONU, che rende questo obiettivo ancora più importante da perseguire. Entro cinque anni, le Nazioni Unite promuoveranno pratiche per aumentare la produttività in modo sostenibile, combattere lo spreco alimentare e sostenere piccole imprese agricole, con l’obiettivo di abbattere la fame nel mondo. 

L’Obiettivo 12 si lega direttamente al 2: “Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili. Concentrandosi sull’uso responsabile delle risorse naturali e sulla riduzione dell’impatto ambientale legato alla produzione alimentare, punta a stravolgere il sistema dalle basi, gettandone di nuove più sostenibili a lungo termine.

Il cambiamento climatico ha inevitabilmente un impatto diretto sulla produzione alimentare e sulla sicurezza alimentare. L’Obiettivo 13 mira a mitigarne gli effetti, sostenendo la transizione verso pratiche agricole resilienti ai cambiamenti climatici e incentivando politiche per la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore alimentare.

Similmente, poi, c’è anche l’Obiettivo 15: “Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile degli ecosistemi terrestri”. Perché la sostenibilità alimentare è anche legata alla conservazione degli ecosistemi e alla protezione della biodiversità. 

In sintesi, gli obiettivi dell’Agenda 2030 evidenziano l’importanza di un sistema alimentare sostenibile, ovvero che al contempo rispetti l’ambiente, soddisfi le esigenze nutrizionali delle popolazioni e riduca le disuguaglianze sociali. Non è un programma in grado di risolvere tutti i problemi del mondo, ma una buona base da cui partire per fare la differenza. Per attuare soluzioni e conseguire obiettivi così ambiziosi c’è bisogno di un impegno a livello globale, ma non solo: le azioni quotidiane devono partire dai governi, dalle imprese, ma anche dai semplici consumatori. Con scelte più consapevoli nella vita di ogni giorno, possiamo contribuire tutti a costruire un futuro più equilibrato e sostenibile per le generazioni che ci succederanno.

Sostenibilità del settore agro alimentare: esempi di applicazione

Non solo concetti astratti, ideali e buoni propositi: la sostenibilità del settore agroalimentare può -e deve- essere anche concretizzata, mettendo in pratica i diversi accorgimenti possibili volti a ridurre l’impatto ambientale e promuovere il benessere sociale ed economico. In che modo è possibile farlo? Le opportunità, in realtà, sono tante.  Un esempio chiave è l’agricoltura biologica, che elimina l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, preservando la biodiversità e la salute del suolo: si tratta, molto banalmente, di un modo per rispettare di più l’ambiente e il nostro benessere, con la produzione di alimenti puliti e genuini. I dati in merito, per fortuna, sono rassicuranti: nel 2020, la superficie coltivata a biologico nel mondo aveva raggiunto quasi i 75 milioni di ettari, con un aumento di circa il 5% rispetto all’anno precedente. 

L’agricoltura rigenerativa, invece, punta a ripristinare la fertilità del suolo e a catturare il carbonio attraverso pratiche come la rotazione delle colture. L’uso di energie rinnovabili nelle aziende agricole, come pannelli solari e biogas, contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra, mentre l’agricoltura di precisione ottimizza l’uso delle risorse naturali con tecnologie avanzate. 

La filiera corta, che promuove la vendita diretta dal produttore al consumatore, riduce il trasporto e, quindi, l’impronta di carbonio. Un’altra pratica fondamentale è poi la riduzione dello spreco alimentare, con iniziative che incoraggiano l’uso di cibi “imperfetti” e il recupero dei surplus. Anche la pesca sostenibile e l’allevamento responsabile sono cruciali: se la prima si impegna a tutelare gli ecosistemi marini, il secondo cerca di minimizzare l’uso di risorse e migliorare il benessere degli animali.

E ancora, la promozione di diete a base vegetale, che riducono significativamente l’impatto ambientale rispetto alla carne, è un altro passo importante verso un sistema alimentare più sostenibile. 

Insomma, i modi per promuovere la sostenibilità alimentare ci sono, e possono essere messi in pratica da chiunque faccia parte di questo sistema: l’obiettivo da raggiungere, dopotutto, è qualcosa che interessa a ognuno di noi, che ci tocca da vicino e che migliora notevolmente la qualità delle nostre vite. 

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