Wise Society : IPCC: il sesto rapporto sul clima è un manuale di sopravvivenza per l’umanità

IPCC: il sesto rapporto sul clima è un manuale di sopravvivenza per l’umanità

di Patrizia Riso
30 Marzo 2023

Siamo ancora in tempo per invertire la rotta, ma è necessario agire subito e in modo globale. L'ultimo rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change parla chiaro e evidenza le necessarie strategie di adattamento che l'umanità dovrebbe prendere in considerazione

Un manuale di sopravvivenza per l’umanità. È cosi che è stato definito il Rapporto di Sintesi del Sesto Rapporto di Valutazione dei cambiamenti climatici, presentato il 20 marzo 2023 dall’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change.
Secondo il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres la sintesi del rapporto vuole essere “un piano di riferimento per il modo in cui i governi possono ancora agire per mitigare i danni inflitti dagli impatti dei cambiamenti climatici”. L’accordo di Parigi sul clima, in vigore dal 4 novembre 2016, definisce l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C. Per farlo, tutti i paesi devono raggiungere zero emissioni entro il 2050. Termine che, per il presidente ONU, andrebbe anticipato di dieci anni.

Ipcc grafico: scenario della temperatura fino al 2100

Grafico IPCC

Il lavoro dell’IPCC

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è un organismo internazionale istituito nel 1988 dalla World Meteorological Organization (WMO) e dallo United Nations Environment Programme (UNEP). Il suo compito non è fare ricerca o monitorare dati e parametri climatici, ma fornire un’analisi scientifica dei cambiamenti climatici nel loro complesso. In particolare, si considerano le loro conseguenze sociali, economiche e ambientali. Per comprendere la crisi climatica bisogna studiare, infatti l’IPCC analizza tutte le informazioni scientifiche prodotte nel mondo con il lavoro di ricercatori volontari organizzati su gruppi di lavoro e task force. I governi di 195 Paesi fanno parte dell’istituto e partecipano al processo di revisione e approvazione dei rapporti e alle sessioni dove si prendono le decisioni.

Cosa comporta l’aumento della temperatura globale

Il report considera i dati tra il 1850 e il 2005 ed evidenzia gli effetti del riscaldamento globale su tre fattori: la perdita di specie animali e vegetali e quindi di biodiversità, i rischi per la salute umana a causa dell’aumento di caldo e umidità e le conseguenze sulla produzione di cibo. Quello che è evidente e come gli effetti critici del cambiamento climatico abbiano aumentato le differenze e le disparità tra le regioni del mondo, aumentando il divario fra il nord globale e il sud globale e rendendo più attuale che mai il concetto di giustizia climatica.


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Mapa: disastro ambientale in africa

Foto Shutterstock

IPCC: bisogna adattarsi alla crisi climatica

C’è una parola che torna spesso nella sintesi del report: adattamento. Adattamento significa prendere delle decisioni e adottare delle misure concrete nei territori dove i fenomeni climatici estremi si verificano ormai con regolarità. Un esempio sono le inondazioni contro le quali si può sviluppare il verde urbano, difendere le zone paludose e gli ecosistemi forestali di alta montagna. Oltre a queste misure, bisogna anche creare sistemi di allarme tempestivi, sviluppare misure strutturali efficaci come gli argini e creare una buona rete sociale di intervento. Tutte queste pratiche possono essere il risultato solo di decisioni politiche che ripartono dalle necessità locali con una visione consapevole globale.

I punti fondamentali di intervento

L’adattamento per essere efficace deve avvenire subito. Più si ritarda, più sarà difficile avere risultati a causa dei danni del riscaldamento globale. Con una pianificazione multi settoriale, inclusiva e di lungo termine le azioni necessarie per l’adattarsi a questo nuovo scenario possono ancora avere effetti positivi. Christopher Trisos, uno dei ricercatori che ha collaborato a realizzare il sesto rapporto IPCC sui cambiamenti climatici ha menzionato alcuni punti necessari del rapporto per progettare il cambiamento:

  • Bisogna cambiare completamente e in tempi brevi il modo in cui produciamo e usiamo l’energia, consumiamo cibo e ci relazioniamo all’ambiente.
  • Va ridotto il ricorso al carbonio per bloccare il costante aumento della temperatura globale.
  • La soluzione alla crisi climatica deve accompagnarsi al raggiungimento di equità e giustizia sociale.
  • Ridurre le emissioni significa ridurre la povertà, migliorare la salute e proteggere la biodiversità.
  • Molte soluzioni come l’energia eolica e solare, l’efficientamento energetico e lo sviluppo del trasporto pubblico richiedono investimenti contenuti se si agisce ora. Ma resta fondamentale un supporto per i paesi non industrializzati.
  • Le richieste di chi vive uno status economico alto devono ridursi per abbassare le emissioni.
  • L’impegno politico su più livelli, basato su processi di governance, è la base per creare una reazione resiliente alla crisi climatica.

Patrizia Riso

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