Wise Society : Per ripulire i mari dai rifiuti di plastica arriva una barca a vela

Per ripulire i mari dai rifiuti di plastica arriva una barca a vela

di Fabio Di Todaro
12 Aprile 2018

L'imbarcazione presentata al Salone delle invenzioni di Ginevra, è stata concepita dal navigatore Yvan Bourgnon: un quadrimarano in grado di raccogliere in un’unica uscita fino a 600 metri cubi di rifiuti

rifiuti di plastica, yvan bourgnon

Un mare di rifiuti di platica, Foto: The people speak/Flickr

«Negli ultimi dieci anni si è prodotta nel mondo più plastica che negli ultimi cento, al punto che in mare ormai la situazione è al tracollo. Qualcosa si è mosso, ma bisogna fare molto di più, e la soluzione non può che partire da noi consumatori, basta plastica». Così parlava pochi giorni fa il velista Giovanni Soldini all’università Bicocca di Milano, testimonial nell’ambito del convegno «Oceani di plastica e di ghiaccio». «I mari asiatici sono in condizioni tali che la navigazione è ormai diventata pericolosa. Ma l’inquinamento riguarda tutti, è planetario». Viste le parole di chi solca i mari più delle autostrade, non stupisce allora che a guidare l’operazione di pulizia dei mari sia proprio una barca a vela.

UN QUADRIMARANO PER RIMUOVERE LA PLASTICA DAI MARI – La notizia è riportata dalla testata «Swissinfo.ch», che ha raccontato quelle che sono le intenzioni del navigatore franco-svizzero Yvan Bourgnon. È stato lui a concepire Manta, un quadrimarano per ripulire gli oceani dai rifiuti di plastica. L’imbarcazione è stata presentata in occasione del Salone internazionale delle invenzioni di Ginevra ed è in grado di raccogliere in un’unica uscita fino a 600 metri cubi di rifiuti: selezionati e compattati a bordo, prima di essere scaricati sulla terraferma. Le operazioni dovrebbero partire nel 2022: con l’auspicio che iniziative analogiche siano replicate a tutte le latitudini. Anche se il costo di ogni imbarcazione – 30 milioni di euro- è piuttosto elevato. «Perché più saremo, prima eventualmente ci riavvicineremo alla normalità – ha spiegato Bourgnon -. Durante un giro del mondo con la famiglia, da bambino, non vidi alcun pezzo di plastica in mare. Trent’anni dopo ho fatto fatica a navigare tra i rifiuti di plastica dell’oceano Indiano». La piattaforma è pensata a forma di manta per essere in grado di resistere alle più avverse condizioni meteo e dispone di ampie ali con cui raccogliere la plastica e separare il plancton dai rifiuti più piccoli.

LE ALTRE IPOTESI ALLO STUDIO – Quella di Bourgnon non è l’unica iniziativa lanciata per lottare contro la plastica negli oceani. I media hanno dato ampio spazio ai sistemi di barriere galleggianti sviluppati dalla fondazione «The Ocean Cleanup», il cui obiettivo è di recuperare sacchetti, bottiglie, imballaggi e reti da pesca abbandonate. Boyan Slat, che è a capo di questo progetto, è ormai una star della lotta in favore dell’ambiente. E malgrado dei primi test dai risultati non brillanti nel Mare del Nord, non ha rinunciato alla sua ambizione di ripulire il Pacifico del Nord dalla sua gigantesca chiazza di immondizia. Anche altri dispositivi di ripulitura più piccoli sono in fase di prova. È il caso di «SeaVaxLink», una specie di aspirapolvere dei mari di fabbricazione britannica che funziona con l’energia solare. Un ventaglio di opportunità ampio, che aspetta di ottenere i risultati sperati. La raccolta dei rifiuti non consente solo di ripulire il mondo dal più grande dei problemi di inquinamento, ma pure di guadagnare. Il recupero della plastica potrebbe arrivare a fruttare cinquecento milioni di dollari di incassi, cifra superiore al costo di realizzazione delle piattaforme.

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Ecco Manta, il quadrimarano che ripulisce gli oceani dai rifiuti di plastica, Foto: courtesy of Yvan Bourgnon

Twitter @fabioditodaro

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