Wise Society : La Posidonia Oceanica del Mar Mediterraneo è minacciata dalle creme solari

La Posidonia Oceanica del Mar Mediterraneo è minacciata dalle creme solari

di Paola Greco
17 Agosto 2022

Il polmone blu del nostro mare è rischio, e sotto accusa ci sono le creme solari che noi tutti utilizziamo abbondantemente durante le nostre vacanze estive

Le creme solari che durante le vacanze così generosamente ci spalmiamo su viso e corpo, anche più volte al giorno, prima e dopo ogni bagno, seguendo pedissequamente i dicktat dell’estate al mare, inquinano in modo irrimediabile. In particolare, cosa che ci riguarda più da vicino, nel Mar Mediterraneo viene messa a rischio la Posidonia Oceanica, con conseguenze disastrose sulla biodiversità, gli ecosistemi marini e tanto altro. Come fare a difendersi dal sole e contemporaneamente difendere il nostro mare?

Posidonia oceanica

Foto Shutterstock

Cos’è la Posidonia Oceanica e perché è così importante?

La Posidonia Oceanica è una pianta acquatica che, a dispetto del nome, cresce esclusivamente nel Mar Mediterraneo, dove forma alcune delle più antiche e grandi colonie viventi del pianeta, risalente addirittura a qualche era geologica fa.

Le praterie di Posidonia sono estremamente importanti per la nostra fascia costiera e per tutto il bacino del Mediterraneo: ricoprono infatti un ruolo fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi e per la tutela della biodiversità della fauna marina, fornendo un importante habitat per moltissime specie marine. Inoltre mitiga i fenomeni di erosione costiera, ma soprattutto assorbe e immagazzina grandi quantità di anidride carbonica e produce ossigeno in abbondanza, ricoprendo un ruolo fondamentale nella battaglia contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento.

Cattura l’anidride carbonica

Questa straordinaria pianta, non solo immagazzina il carbonio nei propri tessuti, ma ne accumula una grande quantità, grazie alla sua capacità di convertirlo in zuccheri, che vengono poi espulsi dalle radici. Inoltre questo particolare glucosio non può essere degradato dai batteri, e quindi di fatto l’anidride carbonica rimane intrappolata senza liberarsi nuovamente nell’ambiente.

Non solo: la concentrazione di zuccheri è 80 volte maggiore a quanto ritenuto fino a poco tempo fa. La scoperta arriva da uno studio pubblicato a maggio sulla rivista “Nature, Ecology & Evolution” e coordinato dall’Istituto tedesco Max Planck per la Microbiologia Marina di Brema, a cui ha partecipato anche l’Italia con Gabriele Procaccini, dirigente di ricerca alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, in qualità di unico esperto del gruppo specializzato sulla Posidonia Oceanica.

Produce ossigeno

Se da un lato cattura e immagazzina anidride carbonica, dall’altra la Posidonia ricopre un ruolo cruciale nella produzione di ossigeno, tanto da essersi guadagnata l’appellativo di “polmone del Mediterraneo”: infatti, si calcola che ogni metro quadrato di prateria in buona salute possa arrivare a liberare una quantità di ossigeno giornaliera 5 volte superiore ad un metro quadrato di foresta amazzonica. Un vero e proprio polmone blu del nostro mare, se si considera che le sue estese praterie sommerse occupano una superficie stimabile in circa 20.000 miglia quadrate.

Posidonia oceanica

Foto Benjamin L. Jones / Unsplash

La Posidonia Oceanica sta scomparendo dal Mediterraneo

Ma la Posidonia, che è sopravvissuta all’era glaciale, sta progressivamente scomparendo a causa dell’eccessiva antropizzazione: cambiamenti climatici, inquinamento, pesca a strascico, ancoraggio indiscriminato delle imbarcazioni. Tra le tante cause imputabili all’uomo una componente importante è rappresentata dall’uso delle protezioni solari.

Le creme solari sono sotto accusa

Ma come influiscono le creme solari sulla vita della Posidonia Oceanica?
Un recente studio, pubblicato a marzo sulla rivista “Marine Pollution Bulletin”, ha dimostrato come alcuni filtri solari si accumulano nella vegetazione del Mediterraneo ed in particolare nelle fronde e nei rizomi della Posidonia. Nei campioni di pianta analizzati, infatti sono state trovate tracce di molte sostanze dai nomi minacciosi, come ossibenzone, avobenzone 4-metile, benzilidene canfora, benzofenone-4 e metilparabeni, tutte contenute nelle fedeli alleate della nostra pelle.

L’impatto di queste sostanze chimiche sulla pianta acquatica è al momento ancora poco noto, ma i ricercatori ritengono altamente probabile che possano avere effetti dannosi tali, da interferire addirittura con la fotosintesi.

Questa contaminazione deriva sia dall’utilizzo delle creme solari da parte dei bagnanti, sia, indirettamente dagli scarichi idrici e dai rifiuti, specie nelle zone turistiche. Inoltre bisogna considerare che il Mar Mediterraneo è poco profondo, piccolo e molto chiuso e le concentrazioni di sostanze chimiche che assorbono i raggi UV possono raggiungere livelli molto elevati in poco tempo.

Protezioni solari ocean friendly

Foto Shutterstock

 

Come proteggere la Posidonia Oceanica

Non essendoci ancora una vera e propria regolamentazione che metta al bando determinati componenti, né una certificazione univoca che attesti la bontà di alcune creme rispetto ad altre, è molto difficile orientarsi tra le varie proposte che offre il mercato: per intenderci, un solare che è considerato “naturale”, non necessariamente è a basso impatto ambientale. È bene quindi leggere bene le etichette ed essere certi che non contengano le sostanze incriminate. Molti marchi virtuosi, oltre a segnalare in modo chiaro l’assenza di componenti tossiche per il mare, sostengono iniziative in difesa degli oceani. In generale, per la salute del mare, sarebbe opportuno acquistare le creme solari ocean friendly.

Isdin: i solari amici della Posidonia Oceanica

Per quanto riguarda la Posidonia in particolare, il laboratorio dermatologico spagnolo Isdin, famoso per i suoi solari, ha stretto una collaborazione con l’Associazione Vellmarì, guidata dal biologo marino Manu San Félix, per salvaguardare il mare ed i suoi abitanti. L’iniziativa ha lo scopo di ripopolare le praterie acquatiche di Posidonia Oceanica: un’azione immediata essenziale per ripristinare i nostri mari.

Il progetto di Isdin prevede anche una campagna di sensibilizzazione sul ruolo strategico della Posidonia e sui danni che la sua perdita può provocare non solo all’ecosistema marino, ma a tutto il pianeta. Quel che vale per tutte le piante e la vegetazione in generale, infatti, vale anche e forse di più per la Posidonia: è tanto facile distruggerla quanto difficile recuperarla.

Paola Greco

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