Secondo un nuovo studio presentato oggi negli Stati Uniti, entro il 2020 la produzione quotidiana potrebbe passare dagli attuali 93 milioni di barili a 110 milioni. Con conseguente caduta dei prezzi del petrolio
Mentre gli Stati investono in energie rinnovabili, o almeno si propongono di farlo, e i prezzi della benzina schizzano alle stelle, salvo rari momenti di tregua, la capacità produttiva mondiale di petrolio cresce a ritmi vertiginosi. Al punto che entro il 2020 potrebbe toccare quota +20% e comportare una drastica caduta dei prezzi. Sono le conclusioni del nuovo studio presentato oggi negli Stati Uniti da Leonardo Maugeri, docente di Geopolitica dell’Energia alla Harvard Kennedy School, presso il Belfer Center per le Scienze e gli Affari Internazionali.
La sua ricerca, basata sull’analisi dei principali giacimenti e progetti di esplorazione a livello mondiale, contraddice la convinzione diffusa che il picco nella produzione di petrolio sia stato già raggiunto. Facendo una stima, entro il 2020 la produzione quotidiana potrebbe passare dagli attuali 93 milioni di barili a 110 milioni.
Nel suo lavoro, Maugeri dà molta importanza alle nuove tecnologie. La fratturazione idraulica, per esempio, sta consentendo in area atlantica lo sfruttamento di nuove aree produttive e l’estrazione di oli non convenzionali come quelli di tenuta e di scisto, le sabbie bituminose e gli oli ultra pesanti.
Fonte: Adnkronos