Dal 22 al 25 maggio la Darsena si trasforma in un hub marino per avvicinare i cittadini ai misteri degli abissi: solo il 5% dei mari è stato infatti esplorato, nonostante custodisca ben l’80% della biodiversità del pianeta
Milano, capitale del mare? Per quattro giorni sì. Dal 22 al 25 maggio, il cuore urbano della città – la Darsena di Piazza XXIV Maggio – si trasforma in un’inedita finestra sul mondo marino grazie alla quarta edizione della One Ocean Week, organizzata da One Ocean Foundation. Un evento gratuito e aperto a tutti, che quest’anno promette un’esperienza immersiva e multidisciplinare all’interno dell’Ocean Sphere, una suggestiva cupola trasparente interamente dedicata al mare.
Il titolo di questa edizione, “L’oceano che non conosci”, non è solo evocativo, ma è anche un monito. Nonostante gli oceani coprano oltre il 70% della superficie terrestre, solo il 5% delle loro profondità è stato realmente esplorato. Eppure, si stima che vi sia custodito l’80% della biodiversità del pianeta. La manifestazione milanese vuole allora contribuire a colmare questa distanza, raccontando un oceano fatto di scienza, cultura, economia e nuove opportunità. D’altronde, sottolinea Riccardo Bonadeo, presidente di One Ocean Foundation, “solo ciò che si conosce davvero si può proteggere”.

Il 95% dell’oceano resta inesplorato, eppure ospita ben l’80% delle specie viventi del pianeta.
Il mare in numeri e in azione
A inaugurare la manifestazione sarà il lancio italiano dell’Ocean Impact Initiative, il primo framework globale per misurare l’impatto dei settori economici sugli ecosistemi marini. Nato da una ricerca congiunta tra One Ocean Foundation, SDA Bocconi, McKinsey & Company e CSIC, questo strumento sarà successivamente presentato a livello europeo il 7 giugno, al Blue Economy Finance Forum di Montecarlo.
A Milano, dibattiti, tavole rotonde e testimonianze di esperti come Stefano Pogutz e Divaldo Rezende, che affrontano temi chiave dell’economia blu: dal ruolo delle donne nella transizione sostenibile, alla necessità di una metrica per il “carbonio blu” nel Mediterraneo, fino ai casi virtuosi di imprese rigenerative come Slow Fiber.
Scienza, nuove generazioni, progetti virtuosi
Uno degli annunci di maggiore rilievo sarà l’estensione in Sardegna del progetto Blue Forest, la più grande iniziativa di riforestazione marina del Mediterraneo per la tutela della posidonia oceanica, in collaborazione con l’Università di Sassari, Pirelli e Smeralda Holding.
La divulgazione scientifica trova spazio durante la kermesse meneghina anche grazie a voci appassionate e trasversali come Marco Spinelli, Andrea Morello (Sea Shepherd Italia), Giovanni Storti e Johanna Maggy, pronti a raccontare il mare da prospettive differenti ma complementari.
Grande attenzione anche ai più piccoli, con laboratori didattici ed esperienze educative curate da partner come Sea Shepherd Italia, Origamate e l’Acquario Civico di Milano: per favorire un “cambiamento educativo blu” al fine di coltivare la consapevolezza ambientale nelle nuove generazioni.
“Cibo blu”, arte e cinema… l’oceano dei sensi
Tra le novità di quest’anno, spicca il focus sui “blue food”: alimenti marini sostenibili al centro di workshop, showcooking e dibattiti. Chef come Chiara Pavan, assieme a realtà emergenti come Blueat (che valorizza il granchio blu), AlgaUlisse e KelpEAT, esplorano il futuro della nutrizione tra gusto, innovazione e tutela dell’ambiente marino.
La Darsena diventa anche palcoscenico artistico e cinematografico. L’installazione “Oceanic Humanity” dell’artista Avvassena, realizzata in esclusiva per One Ocean Week, mette in dialogo radiografie umane e immagini microscopiche di plancton. A guidare gli incontri culturali l’attrice Anna Favella, ambassador della fondazione, tra Ocean Talks e Ocean Cinema, in collaborazione con Riviera International Film Festival e Ocean Film Festival.
Il programma completo è disponibile sul sito ufficiale della One Ocean Week.
Vincenzo Petraglia
>>> TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Giulio Magni: «La salute del mare riguarda tutti»