Sul modello di quello che è stato fatto per le prossime Olimpiadi di Tokyo e nell'ottica dell'economia circolare, i riconoscimenti in oro, argento e bronzo saranno fatte con gli scarti dei raee
Trasformare i rifiuti in medaglie olimpiche. La proposta lanciata subito dopo l’estate da Massimo De Rosa, consigliere lombardo del Movimento 5 Stelle, è arrivata a destinazione. Il Consiglio regionale ha infatti approvato a larghissima maggioranza la mozione che invitava a impegnarsi affinché i metalli (oro, argento e bronzo) delle medaglie di Milano-Cortina 2026 fossero recuperati dai rifiuti elettronici. Il testo, integrato con la proposta del sottosegretario regionale ai Grandi eventi sportivi Antonio Rossi, ha riscosso ampio gradimento: 44 i voti a favore, appena uno quello contrario. «Siamo consapevoli del fatto si tratti solo di un segnale, ma trovo importante che Regione Lombardia abbia accettato la nostra proposta, proseguendo nel solco di quel percorso cominciato a Vancouver nel 2010 e che proseguirà a Tokyo nel 2020», ha commentato Massimo De Rosa, primo firmatario della mozione.
L’ESEMPIO DEL GIAPPONE – Quella legato allo smaltimento e al riciclo dei Raee sarà una questione dirimente da qui ai prossimi anni. E la Lombardia, a riguardo, ha scelto di dare subito un segnale concreto, portando avanti i principi legati al riciclo e all’economia circolare. «Questo è un punto di partenza, ora allargheremo il campo di lavoro perché le Olimpiadi Milano Cortina 2026 siano plastic free», ha aggiunto De Rosa. L’esempio da seguire sarà quello del Giappone, che l’anno prossimo organizzerà le prime Olimpiadi della storia con medaglie interamente realizzate con materiale riciclato. Ovvero: metalli recuperati dai dispositivi elettronici di uso comune. Lanciato l’input, le autorità di Tokyo hanno creato una rete di oltre duemila negozi di elettronica, posizionato contenitori ad hoc fuori dai supermercati, coinvolto oltre 1.300 scuole e, con il contributo di Ntt Docomo, il più importante operatore di telefonia mobile del Giappone, hanno recuperato oltre sei milioni di smartphone ko, vecchie macchine fotografiche, computer portatili e tablet non più funzionanti. Così si è arrivati a mettere assieme quasi 80mila tonnellate di scarti. Tutti dispositivi che sono poi stati demoliti e fusi da appaltatori accreditati affinché fossero estratti i materiali utili a realizzare le medaglie.
LA STRADA VERSO MILANO-CORTINA 2026 – Sono stati recuperati oltre 32 chilogrammi di oro, 3.500 chilogrammi di argento e 2.200 di bronzo: un quantitativo sufficiente per realizzare le cinquemila medaglie che gli atleti di ogni nazione si contenderanno ai Giochi del 2020. Per Governo, Regione Lombardia e Veneto e Comuni di Milano e Cortina, l’operazione recupero sarà più semplice, dal momento che i giochi invernali hanno meno discipline rispetto a quelli estivi. «I concetti dell’economia circolare devono essere applicati anche alle Olimpiadi – ha concluso De Rosa –. Proseguire sulla strada tracciata dagli eventi che precederanno l’appuntamento di Milano e Cortina sarebbe un segnale fondamentale per ribadire il nostro impegno verso un futuro sostenibile. Se a Tokyo solo le medaglie saranno ottenute da materiale riciclato, perché non far sì che anche a Milano e Cortina i nastri al collo degli atleti possano essere ottenuti con l’economia circolare?».
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