Raggiungere questo obiettivo è fondamentale per contrastare la crisi climatica e limitare i danni a essa correlati. Gli stati europei si sono posti di centrare l'obiettivo entro il 2050.
È un obiettivo da raggiungere entro il 2050. È quello dell’equilibrio tra le emissioni di gas serra prodotte dall’uomo e il loro assorbimento da parte dell’ambiente. La neutralità climatica è parte integrante degli sforzi globali per contrastare il surriscaldamento globale e ridurre al minimo i suoi impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.
Che cos’è la neutralità climatica
Neutralità climatica significa emettere nell’atmosfera solo la quantità di gas a effetto serra che può essere assorbita dalla natura, ovvero da foreste, oceani e suolo ed è un argomento ormai centrale nelle politiche ambientali (ma anche industriali ed economiche) di tutti i Paesi. Tra chi lavora per raggiungerlo e chi, invece, non ne vede la necessità bypassandone l’urgenza, il tema del Net zero è preponderante anche nei vari meeting tra i Paesi perché, appunto, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 è necessario ridurre drasticamente le emissioni di gas serra provenienti da fonti antropogeniche, come l’industria, il trasporto e l’agricoltura, nonché aumentare gli sforzi di riforestazione e conservazione delle foreste per assorbire quantità maggiori di CO2 dall’atmosfera.
Si tratta di un obiettivo che richiede l’impegno globale e coordinato da parte di governi, imprese, istituzioni e singoli cittadini per ridisegnare i modelli di produzione e consumo attuali in modo da ridurre l’impatto ambientale e favorire una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Neutralità carbonica significa infatti che le emissioni di gas serra dovrebbero essere ridotte al minimo e compensate attraverso azioni di mitigazione, come ad esempio la riforestazione o l’implementazione di tecnologie a basse emissioni di carbonio. L’obiettivo della neutralità climatica è, infatti, quello di limitare l’innalzamento della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, al fine di evitare i peggiori effetti dei cambiamenti climatici.
L’impegno dei paesi europei per la neutralità climatica
Ma come raggiungere la neutralità climatica? E come si muovono gli Stati europei e l’Italia in tal senso? Attualmente non esistono leggi specifiche in Europa che riguardano la neutralità climatica. Tuttavia, l’Unione Europea si è impegnata ad adottare misure per raggiungere la Net Zero entro il 2050, come stabilito nell’Accordo Verde Europeo, una decisione presa nel dicembre 2019 dai leader dell’UE riuniti in sede di Consiglio europeo. Questo obiettivo prevede una serie di azioni e politiche per ridurre le emissioni di gas serra e promuovere l’energia pulita e sostenibile. Inoltre, alcuni Paesi europei hanno adottato leggi nazionali per raggiungere la neutralità climatica entro scadenze specifiche. La Svezia, ad esempi, ha approvato una legge che impegna il Paese a raggiungere la neutralità climatica entro il 2045.
Secondo quanto previsto dalla normativa europea sul clima, i paesi dell’UE devono ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 con l’’obiettivo. Per raggiungere il saldo netto di emissioni pari a zero entro il 2050, però, i paesi dell’UE dovranno ridurre drasticamente le loro emissioni di gas a effetto serra e trovare modalità per compensare le emissioni rimanenti e inevitabili. Nelle sue conclusioni il Consiglio europeo ha, quindi, sottolineato che la transizione verso la neutralità climatica offre opportunità significative in termini di: crescita economica, mercati e posti di lavoro, sviluppo tecnologico.
Ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030
Nel dicembre 2020, infatti, i leader dell’UE hanno adottato un’ulteriore misura verso la neutralità climatica: come passo intermedio verso l’obiettivo fissato al 2050, hanno convenuto che entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra dell’UE dovranno essere meno della metà rispetto ai livelli del 1990. Questo obiettivo rappresenta un importante passo avanti rispetto al precedente obiettivo dell’UE per il 2030, concordato nel 2014, che prevedeva di ridurre le emissioni del 40%. Per questo, nel luglio 2021, un mese dopo l’adozione da parte del Consiglio, è entrata in vigore la legge europea sul clima — un elemento chiave del Green Deal europeo. Ora i paesi dell’UE hanno l’obbligo giuridico di raggiungere gli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050.
Un altro elemento fondamentale dello sforzo dell’UE verso la neutralità climatica è il pacchetto “Pronti per il 55%”. Il pacchetto, comprendente proposte di revisione della legislazione vigente e nuove iniziative, è il piano fondamentale dell’UE per trasformare gli obiettivi climatici in normativa UE.
L’Italia verso la neutralità climatica
E l’Italia? Mentre il governo cerca di stare al passo con le politiche europee ed è obbligato giuridicamente a raggiungere gli obiettivi previsti, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di promozione di una green economy, ha elaborato una Roadmap per la neutralità climatica dell’Italia e altri studi e report per supportare il percorso verso le zero emissioni con analisi aggiornate e proposte concrete. La Fondazione ha costruito una piattaforma di stakeholder engagement per condividere il lavoro con tutti gli stakeholder pubblici e privati e organizza ogni anno la Conferenza nazionale sul clima e altri eventi che coinvolgono tutti gli attori della transizione verso la neutralità climatica.
Key – The energy transition expo Ciro
In particolare, il 29 febbraio 2024 è stato lanciato KEY – The Energy Transition Expo (IEG) CIRO, il primo database in Italia per guidare le regioni verso la neutralità climatica, sviluppato da Italy for Climate, in collaborazione con ISPRA, che raccoglie, analizza e monitora dati e buone pratiche ambientali. Il database è frutto di un lavoro di ricerca e rielaborazione di dati che ha permesso di individuare 26 indicatori articolati in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità. Tra questi anche dati e indicatori originali, elaborati per la prima volta e raccolti con l’obiettivo di fornire al dibattito pubblico e alle Amministrazioni locali un quadro completo e aggiornato che consenta di identificare le aree di miglioramento e le migliori pratiche da adottare.
Maria Enza Giannetto