Ricavato dai semi di girasole, soia e colza. Il biodiesel è il carburante più ecologico che si trova sul mercato. Totalmente naturale. Non inquina. E non contribuisce all'effetto serra
Il biodiesel è il carburante più ecologico attualmente sul mercato, e viene ricavato da fonti rinnovabili e vegetali. Sono infatti gli oli vegetali i veri protagonisti di questo carburante, ma non di rado vengono utilizzati anche i grassi animali. Scopriamo di più su come si ottiene, come si usa e quanto inquina.
Come si ottiene il Biodiesel
CSi ricava da dalla spremitura di semi oleoginosi di colza, soia, girasole e da una reazione detta di transesterificazione che determina la sostituzione dei componenti alcolici d’origine (glicerolo) con alcool metilico (metanolo ). Il biodiesel è quindi totalmente biodegradabile.
Gli usi del Biodiesel
Il Biodiesel è utilizzabile direttamente poiché non richiede, alcun tipo d’intervento sulla produzione dei sistemi che lo utilizzano (motori e bruciatori). Nell’autotrazione (motori diesel) sia puro che miscelato con il normale gasolio. Ed è utile anche nell’ambito del riscaldamento dove può essere utilizzato direttamente sugli impianti esistenti, sia puro (al 100%) che in miscela con gasolio in qualsiasi proporzione.
Biodiesel, un carburante che non inquina
Diretto concorrente del gasolio, il biodiesel però non contribuisce all’effetto serra, visto che restituisce all’aria solo la quantità di anidride carbonica utilizzata da colza, soia e girasole durante la loro crescita. In più riduce le emissioni di monossido di carbonio (- 35%) e di idrocarburi incombusti (- 20%) emessi nell’atmosfera; non contenendo zolfo, inoltre, non produce una sostanza altamente inquinante come il biossido di zolfo e consente maggiore efficienza alle marmitte catalitiche e diminuisce, rispetto al gasolio, la fumosità dei gas di scarico emessi dai motori diesel e dagli impianti di riscaldamento (- 70%).
Il biodiesel, inoltre, non contiene sostanze pericolose per la salute quali gli idrocarburi aromatici (benzene, toluene ed omologhi) o policiclici aromatici, e nella fase di stoccaggio non è esposto a rischi di esplosione.
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