Eurac Reserch di Bolzano è l'unico partner italiano del progetto finanziato dall'Agenzia Spaziale Europea per raccogliere i dati metereologici degli ultimi 40 anni e comprenderne i cambiamenti
Mappe della neve a livello mondiale per capire i cambiamenti climatici. Si chiama Climate change initiative ed è il progetto, di durata triennale, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea per raccogliere dati sui cambiamenti climatici nell’arco degli ultimi quarant’anni in modo da creare dei modelli che aiutino a capire come sta cambiando il clima. All’interno del team internazionale, unico partner italiano del progetto – a cui partecipano università, aziende e istituti di ricerca austriaci, svizzeri, norvegesi, finlandesi e canadesi – è Eurac Research, i cui esperti hanno il compito di analizzare i dati relativi alla neve e verificarne l’accuratezza.
Oltre a considerare un arco temporale molto ampio (40 anni, appunto), lo studio dell’Agenzia Spaziale Europea ha un’altra particolarità, quella di considerare tutto il globo terrestre. «Generalmente – spiega Claudia Notarnicola, fisica di Eurac Research e referente nazionale del progetto – gli studi sulla neve si concentrano solo sull’emisfero settentrionale, perché è qui che si trova più del 90 per cento della neve. Questo studio, invece, considera tutto il mondo e offre una panoramica completa. In questo modo potremo confrontare, ad esempio, i cambiamenti che stiamo osservando sulle Alpi con quelle che avvengono sulle Ande». Il centro di ricerca bolzanino è stato coinvolto nell’esperienza internazionale, grazie alla sua esperienza già assodata con la Provincia autonoma di Bolzano. «Abbiamo formulato – spiega Notarnicola – un servizio con mappe delle neve con una risoluzione a 250 metri piuttosto che lo standard di 500 metri e in Alto Adige, negli ultimi dieci anni abbiamo portato a termine quattro progetti sulla copertura della neve e abbiamo consegnato alla Provincia Autonoma di Bolzano i dati che abbiamo raccolto. Questi dati sono stati utilizzati per avere una sorta di osservatorio generale su quale sia la situazione neve, anche a favore dei turisti e sciatori e per avere uno storico e constatare cosa succede nelle variazioni interautunnali del manto nevoso. Ora l’obiettivo è quello di espandere a tutto il mondo l’area di osservazione per capire le dinamiche dei processi a livello globale».
Nell’ambito della Climate change initiative, quindi, il compito degli esperti italiani è quello della valutazione dell’accuratezza dei dati raccolti e riformularli con una lettura omogenea che possa poi essere appannaggio di tutti gli studiosi. «Il nostro compito – specifica Claudia Notarnicola – sarà quello di gestire tutti i dati raccolti dai partner e verificarne l’accuratezza. I dati a livello globale hanno risoluzione di un chilometro, quindi non sono molto dettagliati; li confronteremo con immagini satellitari ad alta risoluzione (20-30 metri) e misure a terra per capire quanto siano attendibili». I dati raccolti serviranno ad elaborare modelli climatici a disposizione di politici e amministratori e saranno uno strumento utile per prevenire e gestire gli effetti dei cambiamenti del clima a livello planetario.