Dopo il via libera per la costruzione della centrale di Akkuyu, che verrà completata nel 2019, altri due impianti potrebbero essere costruiti nel paese
L’ok del ministero dell’Ambiente turco Taner Yıldız è arrivato, guarda caso, qualche ora prima della visita ufficiale ad Ankara di Vladimir Putin. Russa è infatti la società – Rosatom – incaricata di costruire il primo impianto nucleare turco che sorgerà nella cittadina di Akkuyu nella provincia di Mersin sulle rive del Mediterraneo. Ma la prima centrale nucleare turca che costerà 20 miliardi di dollari e che verrà completata nel 2019 ha sollevato polemiche. E non soltanto da parte delle associazioni di ambientalisti. Nella relazione di 3000 pagine sull’impatto ambientale compilata dal ministero, infatti, si dice che l’acqua utilizzata per raffreddare i quattro reattori (ciascuno da 1,2 gigawatt) sarà prelevata dal mare dove verrà ributtata, filtrata e purificata, dopo l’uso senza pericolo per le specie marine.
E la corsa al nucleare del paese guidato da Recep Erdogan non finisce qui: altre due centrali potrebbero essere costruite subito dopo. Lo scorso anno un consorzio formato dalla Mitsubishi Heavy Industries, Itochu Corporation e GDF Suez ha stipulato accordi per realizzare una centrale nucleare della capacità di 4500 Megawatt nella città di Sinop sul Mar Nero che prevede un costo di 22 miliardi di dollari.
E, allo studio, ve ne sarebbe una terza: dei colloqui preliminari sarebbero infatti intercorsi tra la società americana Westinghouse Electric Company e la società elettrica statale turca EUAS per definire i dettagli della costruzione della centrale di Igneada – a pochissimi chilometri dal confine con la Bulgaria -, del suo funzionamento e della sua manutenzione.
