La popolazione migratoria cala del 4% all'anno e, anche se sembra strano, c'entra la crisi delle stalle
Arriva la primavera, ma non tutte le rondini che dovrebbero. Almeno in Lombardia, dove la popolazione di questi uccelli migratori è costantemente in calo. La denuncia è della Coldiretti Lombardia secondo la quale questa diminuzione dei volatili che, proverbialmente, annunciano la fine dell’inverno sarebbe dovuta alla crisi delle stalle. «Le stalle – spiega Coldiretti in un comunicato – sono l’habitat naturale preferito dalle rondini sia per la caccia a tafani e zanzare di cui sono ghiotte, sia per la possibilità di costruire nidi negli angoli più alti fra le travi e il tetto». La chiusura di quasi tremila allevamenti negli ultimi due anni ha quindi, oltre ad avere come conseguenza la perdita di posti di lavoro, anche la crisi demografica delle rondini.
A sostegno della tesi di Coldiretti c’è una ricerca del Parco Adda Sud realizzata in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano secondo la quale la popolazione delle rondini sta calando di oltre il 4 per cento l’anno. Solo nelle province di Lodi e Cremona il numero dei nidi – si legge nella ricerca – è calato del 70% in quindici anni, mentre nell’ultimo mezzo secolo il 30 per cento delle cascine lodigiane – spiega un censimento della Coldiretti regionale – è stato abbandonato o riconvertito ad altri usi.
«La crisi della zootecnia si ripercuote anche sul fronte ambientale, visto che le rondini vivono in simbiosi con il bestiame e i campi e senza stalle non trovano più il loro habitat naturale – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – il crollo del prezzo del latte imposto dalle industrie non ha fatto che peggiorare la situazione».
