La piattaforma di Greenpeace a cui hanno aderito una trentina di marchi del settore ha aggiornato la classifica delle griffe mondiali più attente all'ambiente
Si sa: l’inquinamento delle acque è un problema particolarmente grave. E lo è soprattutto in paesi come la Cina dove il 64% della falda acquifera è fortemente contaminato. E anche se le industrie tessili sono responsabili solo per una parte, bisogna sottolineare la volontà di alcune di loro di ridurre l’impatto sull’ambiente.
Moda e inquinamento delle acque: la sfilata diventa detox
A livello globale sono 30 le aziende della moda e del tessile che si sono schierate dalla parte di chi vuole un futuro libero da sostanze tossiche e che hanno aderito alla “Sfilata Detox” di Greenpeace, una piattaforma che valuta le griffe della moda impegnate nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalle proprie filiere e nella lotta all’inquinamento delle risorse idriche.
E proprio in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua, Greenpeace ha aggiornato la classifica. Adidas, Valentino e il Gruppo Inditex, di cui fa parte anche Zara, continuano a rispettare i propri impegni lavorando attivamente e con obiettivi ambiziosi. E si sono meritati di entrare tra i Detox Leader. Al contrario, due marchi sportivi come Nike e LiNing sono stati etichettati come ‘greenwashers’ per il loro fallimento nel prendere impegni credibili. «Detox si sta imponendo come una nuova tendenza e mostra come 16 aziende della moda stiano gia’ eliminando alcune delle sostanze chimiche piu’ pericolose, ad esempio gli interferenti endocrini come perfluorurati, ftalati e nonilfenoli etossilati. Ma hanno anche iniziato a rendere noti i dati sull’inquinamento provocato dai loro fornitori su una piattaforma pubblica garantendo cosi’, alle popolazioni locali, di sapere cosa viene scaricato nelle loro acque», ha commentato Chiara Campione, Project leader della campagna #thefashionduel di Greenpeace.