Torino in fatto di smog è messa persino peggio di Londra. Il giudizio negativo, contenuto in uno studio dell´Unione Industriale, potrebbe agevolare la strada al Codacons, intenzionato a lanciare anche nel capoluogo piemontese una class action per chiedere i danni da smog. Torino però ha le sue attenuanti.
Torino in fatto di smog è messa persino peggio di Londra. Il giudizio negativo, contenuto in uno studio dell´Unione Industriale, potrebbe agevolare la strada al Codacons, intenzionato a lanciare anche nel capoluogo piemontese una class action per chiedere i danni da smog. Torino però ha le sue attenuanti. «Innanzitutto vanno prese in considerazione – premette Massimo Settis, responsabile del servizio Energia e Ambiente di via Fanti – la posizione geografica e una densità della popolazione superiore a quella di altre città europee. Un sistema chiuso come quello padano fa sì che le condizioni meteo siano sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti». I dati sul Pm10 lo dimostrano. Il valore medio annuale tra il 2006 e il 2007 incorona negativamente Milano con 45-55 microgrammi per metro cubo: Torino segue a ruota con valori tra 40 e 60. Molto meglio Lione che viaggia sui 30-40, Stoccarda tra 25 e 35 e Londra tra 20 e 50. «Ma sono dati – avverte Settis – difficilmente comparabili. Torino ha appena cinque centraline che controllano la qualità dell´aria contro le trenta di Londra. E il luogo in cui vengono installati questi rilevatori incide molto sulla media finale e sulla forbice dei valori rilevati. Naturalmente prendendo i punti più trafficati di Londra e di Torino, la punta di inquinamento non verrà toccata nel capoluogo piemontese».
Il livello da non oltrepassare – 40 microgrammi per metro cubo – rimane comunque un miraggio lontano. I dati dei primi del 2009 infatti non sono incoraggianti: sotto la Mole, da gennaio a ottobre, si sono già verificati, in media, 73 sforamenti dei limiti di legge contro i 35 superamenti previsti dall´Unione Europea. «Azioni intraprese recentemente per il miglioramento del traffico e della sicurezza – rimprovera Settis – come le rotonde delle piazze Maroncelli, Derna, Romolo e Remo, hanno prodotto effetti contrari a quelli auspicati. Questi nodi sono diventati più critici, creando livelli di congestione insostenibili nei momenti di punta e con rilevanti effetti negativi sull´ambiente».
Oltre il Pm10, a insidiare la qualità dell´aria ci si mette anche il biossido d´azoto. E anche in questo caso Torino non è ben messa. Posto il limite europeo di 40 microgrammi per metro cubo, il capoluogo piemontese si è attestato tra il 2006 e il 2007 su un valore medio annuale di 50-80. Persino Milano è leggermente meglio con valori tra 45 e 75: seguono Lione (35-65), Stoccarda (30-75) e Londra (25-100).