Tutto quello che c’è da sapere sull’inceneritore di Copenaghen
Quando si discute dell’opportunità o meno di costruire un nuovo inceneritore di rifiuti, e quando le comunità direttamente coinvolte esprimono timori e chiedono certezze sui suoi futuri impatti ambientali e sanitari, c’è sempre un caso che viene portato a esempio positivo. Un’eccellenza che dimostrerebbe come, con il giusto approccio, un termovalorizzatore arricchisca il territorio. È l’inceneritore di Copenaghen, celebre anche perché ospita una pista da sci.

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Cos’è e come funziona l’inceneritore di Copenaghen
Era il 2011 quando la municipalità della capitale danese indisse una gara internazionale per la progettazione di un nuovo inceneritore per Copenaghen. L’esigenza era quella di sostituire il vecchio impianto di Amager che aveva oltre quarant’anni e non era più adeguato a far fronte alle esigenze della città. Ad aggiudicarsi l’incarico fu l’architetto danese Bjarke Ingels, fondatore dello studio Bjarke Ingels Group. La sua era una proposta fuori dagli schemi, che ripensava il concetto stesso di inceneritore, assegnandogli un inedito ruolo ricreativo e ludico.
I lavori per l’inceneritore di Copenaghen hanno avuto un costo complessivo di circa 750 milioni di dollari, sostenuto dalla municipalità della città e dai Comuni limitrofi. Dopo i collaudi di routine, l’inceneritore è stato inaugurato il 30 marzo 2017. Prende il nome di Amager Bakke, ma è stato ribattezzato come CopenHill per via del suo tetto inclinato che funge proprio da collina a disposizione della comunità. In tutto, l’impianto è alto 85 metri, lungo 200 e largo 60 e occupa un’area di 41mila metri quadrati.
Ma come funziona l’inceneritore di Copenaghen? Il termovalorizzatore ha due caldaie a griglia, ciascuna con una capacità di 35 tonnellate di rifiuti ogni ora e un carico termico nominale di 112 megawatt, due linee di depurazione fumi a umido con condensazione del vapore acqueo e una turbina da 67 megawatt elettrici. Come tutti gli impianti più moderni, infatti, anche quello di Copenaghen non si limita a incenerire i rifiuti ma genera anche energia elettrica ed energia termica per il teleriscaldamento.
A grandi linee, il processo di funzionamento dell’inceneritore di Copenaghen può essere descritto così:
- i rifiuti solidi urbani vengono bruciati nelle caldaie a griglia che raggiungono temperature attorno ai 1.000 gradi centigradi;
- il calore sprigionato riscalda l’acqua contenuta in serpentine poste all’interno della caldaia;
- l’acqua si trasforma in vapore surriscaldato ad alta pressione, convogliato verso una turbina per generare energia meccanica;
- la turbina è collegata a un alternatore che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica, immessa nella rete per alimentare case e industrie;
- dopo aver attraversato la turbina il vapore, ancora caldo, viene inviato a scambiatori di calore;
- qui viene trasferito all’acqua destinata alla rete di teleriscaldamento.
Il sistema di condensazione è a due step e questo permette di ovviare a uno dei principali problemi legati alla produzione di energia dagli inceneritori, vale a dire la scarsa efficienza rispetto alle centrali tradizionali: il rendimento complessivo, infatti, è del 107%. A conti fatti, dunque, l’inceneritore genera abbastanza energia elettrica per alimentare 60mila case e fornisce calore a 160mila abitazioni.
Copenhill: l’inceneritore di Copenaghen diventa pista da sci
Inceneritore di Copenaghen e pista da sci. Non sembra incredibile? Al di là dei dettagli tecnici, il motivo per cui questo inceneritore è diventato celebre in tutto il mondo è la sua pista da sci sul tetto. Lunga circa 400 metri, occupa una superficie complessiva di 10mila metri quadrati e contiene le stesse strutture delle stazioni sciistiche in montagna ovvero piste di diversa difficoltà, skilift, noleggio di attrezzatura, punti di ristoro e ovviamente anche una scuola di sci. È la cosa bella che questa stazione sciistica sull’inceneritore è aperta tutto l’anno, perché il materiale sintetico di cui è composta – sviluppato dall’azienda bergamasca Neveplast – permette di sciare con qualsiasi temperatura, anche quando la neve non c’è.
Inceneritore di Copenghen, pista da sci e non solo. Perché questa struttura comprende anche un percorso escursionistico che permette di arrivare fino in cima, un’area fitness, una parete artificiale da arrampicata e infine una caffetteria da utilizzare come punto di ristoro. Insomma, gli appassionati di outdoor hanno dunque varie opportunità: dalla corsa al trekking all’arrampicata, ci sono anche percorsi più semplici adatti alle anche alle famiglie. Senza contare che per i bambini dai sei anni in su c’è anche una caccia al tesoro. I gruppi possono prenotare un tour guidato e lasciarsi guidare alla scoperta di questa grande struttura.

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L’inceneritore di Copenaghen è green?
Qualsiasi inceneritore serve per bruciare la frazione non riciclabile dei rifiuti urbani e i rifiuti speciali. Evita così lo smaltimento in discarica, un’alternativa che è molto più inefficiente perché occupa spazio e comporta l’emissione di gas serra in atmosfera. Laddove i rifiuti sono invece riciclabili – è il caso di frazione organica, plastica da imballaggio, carta, vetro e alluminio – la soluzione più ecologica è senza dubbio la raccolta differenziata seguita dal riciclo in impianti idonei (o dal compostaggio, nel caso dei rifiuti unici).
Alla luce di questo possiamo dire che l’inceneritore di Copenaghen è green? Il processo di combustione dei rifiuti riversa in atmosfera sostanze inquinanti, come ossidi di azoto, diossine e furani. L’impianto di Amager Bakke riesce però ad abbattere efficacemente tali emissioni attraverso un moderno sistema di filtraggio: a detta del gestore ARC, ne fuoriescono soltanto vapori.
Un altro tema ambientale è quello dello smaltimento di scorie e ceneri rimaste dopo l’incenerimento. Dopo averle raccolte e smistate, ARC riesce a recuperare fino al 90% dei metalli, da reinserire nel circuito produttivo in un’ottica di economia circolare. Restano dunque alcune ceneri pesanti, riutilizzate come componenti nel manto stradale o nelle costruzioni.
La principale critica che viene rivolta all’inceneritore di Copenaghen e alla pista da sci – e che ben riporta in italiano il sito Economiacircolare.com – sta nel fatto che sia sovradimensionato rispetto ai reali bisogni della città. Tant’è che, fin dal primo anno di funzionamento a regime, si è reso necessario importare rifiuti sia da altri Comuni danesi sia dall’estero: in caso contrario, l’impianto non avrebbe funzionato a piena capacità e sarebbe dunque andato economicamente in perdita.
Anche perché la costruzione e messa in opera di un termovalorizzatore è infatti estremamente onerosa in termini economici: ci si trova dunque costretti a bruciare grandi quantità di rifiuti per sfruttarne la capacità e generare abbastanza energia, ma ciò entra in conflitto con qualsiasi principio di sostenibilità ambientale.
Valentina Neri