Nel paese scandinavo circolano già 21.000 veicoli elettrici. Per chi li acquista sgravi fiscali, possibilità di circolare su corsie preferenziali e 4000 postazioni di ricarica.
Negli ultimi mesi ad Oslo e in tutta la Norvegia i modelli di autovetture più venduti sono stati quelli elettrici. Un vero e proprio boom che porta il numero totale delle vetture circolanti nel paese (abitato da 5 milioni di persone) alla cifra record di 21.000.
Un’enormità se si calcola che in Gran Bretagna dove vivono 63 milioni di persone i veicoli elettrici registrati sono solo 5000. Ma sono pochi anche negli Stati Uniti dove però solo nell’ultimo anno ne sono stati venduti 47600 e dove, a fronte di una popolazione residente di circa 313 milioni di persone, i veicoli elettrici sono 70.000. Per non dire dell’Italia in cui su oltre 32 milioni di veicoli circolanti quelli elettrici sono meno di 2000 (di cui 406 venduti nel 2013, lo 0,04% di tutte le autovetture immatricolate lo scorso anno).
A Oslo agli incroci dove una volta era il rumore a farla da padrone, la circolazione sembra essersi calmata. Ora il traffico scorre più silenzioso. Ma da che cosa è originata questa corsa all’auto elettrica? Secondo molti non è solo figlia di una maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali da parte dei norvegesi. Il merito è soprattutto della politica intrapresa dal governo norvegese che ha non solo azzerato tasse e balzelli sul loro acquisto esentandoli anche dal pagamento dell’Iva. Ma che ha anche disseminato le città di postazioni gratuite per la ricarica delle batterie (4000) offrendo incentivi anche per i proprietari degli autoveicoli per installarsi le colonnine anche a casa. Senza contare che con l’auto elettrica si può circolare sulle corsie preferenziali e non si pagano pedaggi di entrata nei centri urbani.
E così, come racconta Snorre Sletvold presidente della Associazioni veicoli elettrici norvegese, «Entro la fine di febbraio la Norvegia diventerà il primo paese al mondo in cui ogni 100 autovetture circolanti almeno una è elettrica».
